I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 10 settembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 10 settembre 2024.
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MASTRANGELI & RETROSI
Al Destino il senso dell’ironia non manca. La scuola simbolo di una promessa mantenuta l’hanno chiamato Pinocchio. Quasi una sfida ai luoghi comuni, un calcio ai modi di dire. Che creerà qualche confusione: da ieri a Frosinone Pinocchio è diventato sinonimo di concretezza. Lo hanno voluto pure in carne ed ossa: un attore con il costume del celebre burattino di Collodi che marinava la scuola ed aveva il naso che si allungava ad ogni bugia. Stava accanto al sindaco ed all’assessore Angelo Retrosi all’inaugurazione della scuola d’infanzia “Pinocchio“, realizzata lungo di corso Lazio nel quartiere Scalo.
La nuova struttura è attigua all’asilo nido Pollicino: è stata pensata in modo che i bambini, una volta terminato il percorso al nido possano proseguire il percorso scolastico nel medesimo ambiente, a loro già familiare. La scuola era stata deliberata dalla giunta del sindaco Nicola Ottaviani e rientra nella programmazione urbanistica con cui ridisegnare l’intero quartiere Scalo.
E la politica resta a cantare
“L’obiettivo – ha spiegato il sindaco Riccardo Mastrangeli – è non solo quello di procedere al riassetto del territorio in senso strettamente urbanistico, ma anche di elevare gli standard della qualità della vita, implementando l’offerta e i servizi a disposizione delle famiglie”.
“L’inaugurazione di oggi – ha dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Retrosi – è l’ennesimo traguardo raggiunto dall’amministrazione comunale. L’edificio presenta la suddivisione in diversi nuclei organici che sono costituiti da diverse aree realizzate secondo i più moderni precetti in materia di funzionalità, accessibilità e sostenibilità“. Nelle aule ci saranno i giochi tradizionali ma anche la lavagna multimediale, il tavolo interattivo ed il tablet, l’inglese verrà insegnato con il mrtodo della full immersion: con l’insegnante di inglese si parlerà solo in inglese.
Al di là degli aspetti didattici. L’inaugurazione della scuola è l’ennesimo nastro tagliato a Frosinone. Con opere che hanno una visione della città e le danno una prospettiva. Soprattutto con cantieri che partono, non si bloccano, realizzano nei tempi e consegnano l’opera funzionante. È una micidiale arma nelle mani del sindaco Riccardo Mastrangeli, sempre pià distaccato dalla politica, intenzionato a lasciare i consiglieri di Forza Italia ed i Malpancisti a cantarsela e suonarsela da soli. Lui nel frattempo, con l’assessore Retrosi, taglia i nastro e consegna le opere alla città.
Pinocchio dice la verità.
MASSIMO ANDREONI
Quelli di questa settimana sono in linea con quelli, già censiti e soprattutto analizzati per comparto, delle settimane scorse. Ecco perché partiamo da quelli, dai tardi trend del periodo. Perché in epidemiologia non bastano solo i numeri, ma la loro distribuzione, incidenza e natura di merito sanitario. Ce lo ha insegnato il Covid, e non abbiamo scordato la lezione. O quanto meno non dovremmo averla dimenticata così facilmente.
Da questo punto di vista il più “memore” tra gli addetti ai lavori pare proprio Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali. Nonché professore ordinario all’università Tor Vergata di Roma. Che su AdnKronos aveva tracciato un quadro a suo dire meritevole di una “sveglia” a livello di massimo sistema. E con le scuole in riapertura imminente dopo la pausa estiva forse convenve darla, quella “sveglia”, e con un mood non allarmistico, ma serenamente obiettivo.
Casi in crescita netta
Il dato del periodo è che i contagi covid aumentano e che sta crescendo anche il numero di morti. Tanto per fare un esempio già standardizzato e finito al vagli di sotto-categorie medico-statistche: il bollettino della settimana 22-28 agosto delineava “un quadro chiaro”. Da qui la domanda che si poneva l’agenzia ed a cui Andreoni ha risposto.
“E’ una situazione da monitorare o si tratta di normale amministrazione?”. E il medico: “Certamente i numeri in crescita del Covid, compresi i decessi che in una settimana sono arrivati a 135, sono motivo di apprensione”. Questo “perché siamo in un periodo dell’anno in cui la circolazione del virus non è mai stata particolarmente rilevante”. Che significa? Che eravamo abituati, anche nei periodi epidemiologicamente più bui, ad un altro trend.
Il cambio di rotta chiesto a Schillaci
Perciò secondo Andreoni “in vista dell’autunno occorre un cambio di rotta”. E’ evidente che “la circolazione del virus sarà più importante e la situazione epidemiologica preoccupa. Perché la campagna vaccinale per il Covid non è ancora decollata”. E la soluzione? Nulla di urlato e virante su un panico assolutamente fori contesto, ci mancherebbe.
Semmai un intervento più settato da parte del dicastero retto da Orazio Schillaci. “Alla luce di questi numeri diventa quindi fondamentale che il ministero della Salute promuova e organizzi una campagna vaccinale robusta per vaccinare il maggior numero di soggetti ad alto rischio”. E convenire con Andreoni non è poi così difficile. Senza cassandrismo da macchietta, ma neanche senza la lungimiranza di chi ha memoria di quel che ci accadde.
Meglio grigio subito che nero dopo.
ROBERTO ADDESSE
“Chi ci ripensa è becco” è stato uno degli slogan più diffusi nell’Italia del Ventennio. Forse nel tentativo di arginare l’eterna indecisione degli italiani, abilissimi nello sport del salto all’ultimo istante sul carro del vincitore. Ma saper tornare sui propri passi è indice invece di una grande capacità di autocritica, apertura al confronto, volontà di condivisione. Tutte cose che nel Ventennio scarseggiavano.
A darne dimostrazione è stato il vicesindco di Alatri, Roberto Addesse. Di fronte ai mugugni dei cittadini per come era stato concepito il progetto di ristrutturazione piazzetta Baldassarre non ha esitato nemmeno un po’. Ha convocato una riunione pubblica direttamente sul posto per spiegare il progetto e ricevere suggerimenti direttamente da chi lì ci abita e vive il luogo ogni giorno.
Il primo risultato. A quella riunione sono andati in tanti. Significa che Addesse ha fiutato bene: il tema era importante per la gente. Che non ha detto no alla ristrutturazione ma ad alcune delle scelte tecniche fatte: colori e materiali che snaturerebbero la piazzetta facendole compiere un salto nella modernità che la cambierebbe in maniera radicale. E poi le panchine scomode per gli anziani, la recinzione intorno alla fontana che rischia di sparire.
È emerso che i disegno rappresenta la piazza appena fatta, le pietre utilizzate saranno le stesse delle altre opere intorno che perdono in fretta l’eccessiva lucentezza e si adattano al contesto. Per panchine e recinzione si interverrà. Non è tardi? No, il vicesindaco Addesse ha ritardato l’approvazione del piano definitivo proprio per condividerlo con i cittadini. Rimanendo però nelle tassative scadenze del Pnrr che finanzia l’opera: i lavori devono iniziare le prossima settimana e finire in fretta.
Ma quel passaggio, la condivisione, rende la piazzetta completamente diversa. Perché è come l’hanno voluta tutti. Ed ora tutti la sentiranno più loro. Esattamente il contrario di quando a decidere era uno solo.
Il sindaco siamo noi.
FLOP
ANDREA CRISANTI
Ne ha il pieno diritto, ma è un personaggio mainstream ed ha il dovere di dirlo più chiaramente. Il possibilismo di Andrea Crisanti è la sola nota stonata della sua papabile candidatura alle Regionali 2024 in Veneto. Un possibilismo che ha risentito di un lessico che potremmo definire – in iperbole, per carità – bipolare. Perché da un lato Crisanti non ha fatto mistero di essere prontoprontissimo a correre per la Regione guidata oggi da Luca Zaia.
E di sentirsi quasi “investito” da questo ruolo. Dall’altro ha stemperato il tutto con toni possibilisti da chiamata solo se i vertici si accorgessero che chiamarlo è cosa buona. Insomma, un po’ modesto ed un po’ vanesio, ma senza che nessuno dei due format risultasse convincente appieno. Il senatore del Pd e microbiologo aveva già lanciato i primi segnali da quel di Vicenza.
Il convegno e le dichiarazioni
Poche ore prima prima “a Rai Radio 1 Crisanti, in prima linea durante il Covid, ha rilasciato una dichiarazione sibillina”. Lo ha riportato La Gazzetta di Vicenza. “Una persona alza la mando per una domanda: ‘Alle prossime regionali sarà della partita?’. Lui risponde nel più classico e democristiano dei modi”, In che modo aveva risposto Crisanti? “Se c’è bisogno di me io sono disposto anche a fare volantinaggio purché la Regione cambi verso”.
Poi, in affondo: “Se esistono le condizioni, io non mi sono mai tirato indietro”. Auto candidatura fatta e finita dunque? Sì, ma con riserva. “Bisogna agire presto, il candidato va individuato un anno prima e non a un mese dal voto, perché i veneti hanno bisogno di un punto di riferimento”.
Si, no, nì: meglio le Primarie
“Come individuarlo? Il Partito Democratico ha uno strumento valido che ci distingue dai partiti verticistica e che è quello delle primarie”. Subito dopo una calata di pathos improvvisa: “Se mi piacerebbe essere il prossimo governatore del Veneto? Il punto non è se piaccia a me, ma se piace ai veneti, eventualmente”.
Poi all’improvviso però, l’asticella dell’autostima schizza in alto. Assai in alto. Forse troppo: “Certo non mi candiderei con la certezza di perdere, io vorrei vincere”. Insomma, prof, ci crede o non ci crede?
Più fiducia e meno fede, prof.