I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 12 novembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 12 novembre 2024.
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GIOVANNI ACAMPORA
Ha dato la rotta specifica all’interno di una rotta più grande. Ed ha fatto sistema per un comparto che da certe frontiere ormai non può più prescindere: quello del turismo sostenibile e della sua capacità di farsi leva per le imprese. Senza però limitarsi alla monotematicità, ma aprendo più fronti. Come fa chi comprende la differenza tra un terminale di sistema ed un sistema per intero.
Che Giovanni Acampora fosse una persona capace di avere una visione ampia lo si era già capito fin dai suoi esordi come uomo di punta della Camera di Commercio di Frosinone e Latina. Quella unificata, quella che ha una mission sdoppiata rispetto alla geografia imprenditoriale di due territori contigui ma differenti. Dei quali sta cercando con ostinazione i punti d’appoggio sui quali fare leva per dargli una prospettiva maggiore.
In questi anni Giovanni Acampora ha avuto una visione globale, grazie alla quale ha aperto più fronti. Il Turismo Sostenibile come motivo di attrazione della nuova generazione di viaggiatori attenta al rispetto dell’ambiente, il Sud Lazio come set cinematografico per le produzioni di film e di fiction, Gaeta come ombelico nazionale della Blue Economy riunendo tutti i protagonisti nazionali della filiera, corsi di Alta Formazione su intelligenza artificiale ed economia circolare. All’improvviso il Basso lazio è diventato interlocutore accreditato su tutte queste tematiche dove spesso parla da protagonista.
Il Forum sul Turismo di Firenze
Una delle conferme più ferree di questo suo essere skillato non solo per guidare la “macchina”, ma anche per disegnare le cartine, è arrivata da Firenze. Per la precisione dal Forum Internazionale del Turismo. Cioè da un evento che non può più essere vetrina e basta perché il turismo ha una nuova vesta tutta da costruire. E che non può non tener conto di un avvenimento cardinale: il Giubileo 2025, che sarà romano di pedigree, nazionale di richiamo e soprattutto regionale di Pil. (Leggi qui: Giubileo 2025, il Lazio lancia la sfida del turismo sostenibile).
Il che ci porta ad Acampora, che in quell’occasione ed in quella veste ha detto cose di cui tener conto assoluto. Cose come questa: “Per affrontare efficacemente questo tema bisogna innanzitutto mettere da parte preconcetti quali ‘turismo antitetico alla sostenibilità’, ‘turismo come aggressione alle comunità locali’. Si deve adottare invece un approccio sinergico: ‘il turismo per la sostenibilità’”.
Che significa? Che è finita l’epoca dei gorgheggi compiaciuti per il fatto che l’Italia possiede lo starter pack delle bellezze mondiali. E che tra un Mosè che rammenta Giulio II ed un albergo che ospiterà chi vole godere della sua bellezza assoluta deve esserci un nuovo format. Attivo, propositivo e giocato su investimenti strategici e mirati.
Il bouquet per agire su più piani
E non solo: Acampora ha di fatto usato il “Giglio” fiorentino come un unico, micidiale bouquet. E mettendo a regime prospettico Blue Economy, economia circolare, cinematografia nel Basso Lazio e specializzazioni sull’AI che creino realtà virtuose. Una sola visione che passi dall’organizzazione alla produzione senza momenti sdruccioli o tempi morti in punto di burocrazia e gargarismi.
“Oggi il turismo vale circa 200 miliardi di euro annui per la nostra economia, si sviluppa e prospera solo in contesti sostenibili: nessuno progetta un soggiorno in una località inquinata, caotica, dove i residenti non ti vogliono”.
Acampora è anche componente della Giunta nazionale di Confcommercio con delega specifica Transizione ecologica e Sostenibilità. Perciò guai a scindere l’ambiente e la fruizione di ciò che quell’ambiente, in senso lato e culturale ha prodotto. E non solo per una visione speculativa ed utilitaristica, ma perché la bellezza di quel che l’uomo fa e la bellezza di quel che l’uomo ha trovato sono valori complementari.
Si andrà di combo, per attrarre utenza e per far crescere le imprese che ne intercetteranno i bisogni su ogni piano di un’economia rinnovata. E produttiva. Produttiva come le argomentazioni di Acampora.
Tesi, antitesi e sintesi.
MARIO MONTI
Questi sono i giorni solenni in cui ogni parola di Mario Draghi sull’Ue e dopo la briscola secca di Donald Trump negli usa è Vangelo. Ed è un bene perché quel “Supermario” là conviene sempre ascoltarlo, specie se si sta messi male a patrimonio tecnico come noi italiani. Tuttavia c’è un altro Mario che ha doti non comuni in economia e – udite udite – in salacità.
Tutto era nato in germe da uno spettacolare intervento in senato di Carlo Calenda. In quell’occasione il leader di Azione, in spolvero ottimo massimo, aveva arringato versus il governo Meloni in maniera esemplare e pungente come mai prima lui e forse mai prima altri.
In buona sostanza Calenda si era detto mezzo stupito e mezzo compiaciuto dal fatto che alla fine la Meloni “dei poteri forti” e del populismo urlato si era convertita ad un pragmatismo fiscale europeista che sapeva di metamorfosi buona.
Le “scoppole” di Calenda
Buona ma, ovviamente, non immune dalle botte salaci di chi proprio su quel terreno la aspettava, alla premier. Ecco, Calenda aveva usato un aggettivo, “montiana”, in riferimento alla necessità palesata dal ministro Giorgetti di metter giù una legge di bilancio spartana e non immune da sacrifici.
La Meloni poi, forse proprio sulla scia di quell’intervento, era stata costretta in pratica a smentire in un video social il suo stesso titolare del Mef. Ma Mario Monti, chiamato direttamente in causa da quel che aveva detto Calenda e da quel che toccherà, volente o nolente, alla Meloni, non se l’è tenuta.
E memore di tutte le volte che una certa Italia lo ha additato come archetipo dell’Italia sparagnina e degli italiani chiamati a cavarsi sangue ha restituito la briscola.
La tassa “sul trasformismo”
Tutta insieme e così. “Con una tassa sul trasformismo i conti italiani sarebbero a posto”. L’allusione alla capacità metamorfica della Meloni, che più di una capacità è una greve necessità, è stata evidente. L’ex premier ha rincarato poi la dose: “Nel momento in cui Meloni diventa ‘Montiana’ mi diventa difficile farle una critica di merito”.
E a chiosa il senso vasto della sua affermazione iniziale, quella talmente al curaro che il curaro stesso si è aoto declassificato a succo di frutta. “Qualche volta penso che l’inventiva degli studiosi e degli economisti italiani dovrebbe arrivare ad immaginare un’imposta sul trasformismo. Credo che i conti italiani andrebbero a posto”.
I conti economici forse no e neanche dietro quell’input, ma i conti che un ex premier accusato di essere micragnoso contro una premier che pensava di essere prodiga e tutelare, quelli sì. E come…
Il vero Supermario.
FLOP
MIMMO LUCANO
Anche i giusti pagano, amaramente pagano ma se lo fanno il più delle volte è perché devono farlo, in punto di norma. Anche uno come Mimmo Lucano, che per battage è uno che i soldi li usa per far del bene ed incentivare l’integrazione, ha commesso un errore. Almeno secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano. Scindiamo come non mai l’etica dalla legge, perché in questo caso l’una rischia di “inquinare” l’altra, svilendole il valore intrinseco e Costituzionale.
Ci sarebbero ben cinquecentomila euro da risarcire allo Stato. La notifica di esecuzione è di queste ore. Secondo Il Secolo “per errori e sprechi commessi nella gestione delle convenzioni con le coop incaricate di accogliere e sostenere gli immigrati in arrivo in Italia”.
Le indagini della Corte dei Conti
Il dato empirico è che la sezione di Catanzaro della Corte dei Conti ha condannato 40 soggetti a pagare spese congrue. Tra di essi ci sono 14 amministratori locali, un ex dirigente regionale “e diverse società cooperative”.
Le toghe contabili hanno quantificato un danno erariale di 4 milioni e 200 mila euro e tra i chiamati in causa per questa condotta non specchiata c’è anche Lucano.
Che oggi è un europarlamentare in forza ad Avs. Ma cosa è successo in punto di Diritto?
A Lucano viene contestata una cifra di mezzo milione di euro. Ed il filone di riferimento? Quello che sta nel fascicolo di inchiesta della Corte dei Conti sulla convenzione “emergenza Nord Africa”, gestita dalla Protezione civile.
Su quella e sulla “gestione dei centri di accoglienza per migranti in Calabria tra aprile 2011 e dicembre 2012”. Riace, che ha avuto Lucano come primo cittadino, è tra quelle Municipalità. Si tratterebbe di “una vicenda scaturita da una segnalazione della Guardia di finanza che, diversi anni fa, stava indagando su un centro di accoglienza di Amantea”.
Erogazioni indebite
E lì erano state riscontrate indebite erogazioni di fondi a soggetti non legittimati.
A perfezionare il fascicolo intervenne il Dipartimento regionale della Protezione civile.
Che con le Fiamme Gialle ha accertato quanto meno una cosa: che no, non sempre etica e legge vanno d’accordo, e che la seconda prevale sempre sulla prima. Per fortuna. Ed anche se sei Mimmo Lucano, uno che magari sbaglia ma di certo non delinque.
Amaro Lucano.