Top e Flop, i protagonisti di martedì 15 aprile 2025

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 15 aprile 2025

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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 15 aprile 2025.

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TOP

PIERROBERTO FOLGIERO

Pierroberto Folgiero

Le rotte della produzione e dei grandi vettori che ne assicurano epifania e benefici ormai sono cambiate. Oggi non si può fare più nulla se prima non si parte dal presupposto che quel qualcosa debba assicurare benessere all’uomo e poco impatto sul pianeta. Un pianeta che per troppo tempo abbiamo considerato “casa nostra” ed al quale abbiamo fatto più molto di quanto non sia lecitamente quantificabile, a contare la nostra vita come specie nei solo ultimi due secoli e mezzo.

Ecco perché la capacità di avere una visione che metta assieme un futuro imminente ed un presente immanente di Pierroberto Folgiero dà qualche speranza. Prendiamo spunto da un commento di queste ultime ore dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri.

La nave ad idrogeno
La Viking Libra

Questa: “Con Viking Libra non solo stiamo consegnando la prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno stoccato a bordo, ma stiamo anche rafforzando il nostro impegno nel plasmare il futuro del trasporto marittimo sostenibile”.

Gli ha fatto eco il manager omologo in progetto, Torstein Hagen, Presidente e Amministratore Delegato di Viking. Che ha detto: “Viking ha preso la decisione responsabile di investire nell’idrogeno, che rappresenta una vera soluzione a zero emissioni. Non vediamo l’ora di accogliere la prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno nella nostra flotta nel 2026″.

Ma cosa sta succedendo in uno dei settori considerati tra i più redditizi ed inquinanti di sempre? Che Fincantieri e Viking hanno annunciato la prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno stoccato a bordo. Elemento che verrà “utilizzato sia per la propulsione che per la generazione di energia elettrica a bordo”. Si tratta della “Viking Libra”.

“Viking Libra”: cos’è e cosa può fare

Il Sole 24 Ore spiega che “l’unità è attualmente in costruzione presso lo stabilimento Fincantieri di Ancona, con consegna prevista per la fine del 2026. Lo si legge in una nota in cui si sottolinea come, progettata con un’attenzione particolare alla sostenibilità, la nave sarà in grado di navigare e operare a zero emissioni”.

Zero emissioni per una nave da crociera è il Santo Graal di un capitalismo responsabile. Anche perché il format consentirà alla nave di “accedere anche alle aree più sensibili dal punto di vista ambientale. Si tratta di un nuovo sistema di propulsione a idrogeno di ultima generazione che, combinato con una tecnologia avanzata a celle a combustibile, sarà in grado di generare fino a sei megawatt di potenza, stabilendo un nuovo standard per gli sforzi di decarbonizzazione del settore.

Altre due navi entri il 2031

E c’è anche un accordo caudale, dovuto alla tenacia ed alla visione di Folgiero. E’ quello “per la costruzione di due nuove navi da crociera con consegna nel 2031, più un’opzione per ulteriori due unità, basate sulle caratteristiche di successo delle navi già precedentemente realizzate da Fincantieri per l’armatore nei propri cantieri italiani”.

Ed una certa Italia capace di essere veramente green senza rinunciare alla sua mitica di eccellenza è quello che ci voleva.

Rotta verso il futuro.

SARA BATTISTI

Sara Battisti

La proposta di Legge Regionale presentata ieri in Consiglio Regionale del Lazio per l’“Istituzione del Servizio di Assistenza Psicologica Primaria” è un passo importante: verso la costruzione di una Sanità più giusta, più completa e, soprattutto, più umana. A firmarla come prima promotrice è la consigliera del Partito Democratico Sara Battisti ma l’adesione trasversale di numerosi esponenti politici conferma che il tema della salute mentale sta (finalmente) uscendo dalla marginalità istituzionale.

L’obiettivo della proposta è chiaro: portare il supporto psicologico a livello territoriale, gratuito e facilmente accessibile, strutturandolo all’interno delle Asl laziali con psicologi presenti nei distretti sanitari. In altre parole, si vuole riconoscere lo psicologo come parte integrante delle cure primarie, insieme a medici di base, pediatri e Centri di Salute Mentale.

È una svolta culturale prima ancora che sanitaria. Perché fino ad oggi, chiunque avesse bisogno di un aiuto psicologico si è scontrato con una realtà fatta di attese, costi insostenibili o, peggio, assenza totale di percorsi. E in un contesto sociale dove oltre 16 milioni di italiani – e ben 1,5 milioni di laziali – convivono con disturbi psicologici, continuare a ignorare questa domanda è semplicemente irresponsabile.

Il fenomeno in aumento
Foto: Can Stock Photo / Ambro

I dati 2024 parlano chiaro: l’ansia, la depressione, i disturbi alimentari dilagano, colpendo soprattutto giovani e donne. Non è più un problema “di nicchia”, non è più un tabù: è una vera emergenza sanitaria e sociale.

Tuttavia, se la proposta è apprezzabile nella direzione e nell’impianto, desta perplessità il limite individuato: uno psicologo ogni 15.000 abitanti. È troppo poco. A fronte di una richiesta in aumento e spesso urgente, una figura ogni 15 mila persone rischia di essere più simbolica che realmente efficace. Serve più ambizione. Almeno uno psicologo ogni 5.000 abitanti sarebbe un obiettivo minimo per garantire quella tempestività e capillarità che la legge dichiara di voler raggiungere. Altrimenti, il rischio è di caricare pochi professionisti di un peso eccessivo, rendendo inefficace la presa in carico reale dei pazienti.

Oltre il gesto simbolico
(Foto: Regione Lazio Press Service)

La politica ha il dovere di andare oltre il gesto simbolico e costruire una rete che funzioni davvero, con personale sufficiente, formazione continua, risorse stabili. L’esperienza del piano “Aiutamente” nella scorsa legislatura regionale e i voucher psicologici sono stati segnali importanti, ma adesso serve strutturare, rendere permanenti e universali questi servizi.

La proposta di legge avanzata da Sara Battisi rappresenta una base solida per una riforma necessaria. Ma se il Lazio vuole davvero diventare un modello in Italia su questo fronte, deve alzare l’asticella. Partendo dalla proposta Battisti per andare ancora oltre. È ora di trattare la salute mentale per ciò che è: un diritto, non un lusso.

Quand’è l’ultima volta che ha sognato?

FRANCESCO ROCCA

Francesco Rocca

La provincia di Latina si prende la scena. Durante l’incontro pubblico organizzato dal consigliere regionale Enrico Tiero al teatro D’Annunzio, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha tracciato una rotta chiara: infrastrutture moderne, sanità più efficiente, investimenti sul territorio. E soprattutto, una promessa concreta e di grande impatto: il pedaggio gratuito sulla futura autostrada Roma-Latina per i residenti della provincia pontina.

Un’autostrada gratuita grazie all’innovazione

Al centro del discorso di Rocca, l’annosa questione delle grandi infrastrutture. La Roma-Latina, ha spiegato, «non deve essere un peso per i cittadini». La soluzione individuata è ambiziosa: l’impiego di tecnologie che riducono i costi di costruzione e l’integrazione con la Cisterna-Valmontone, che sarà realizzata in risparmio energetico e con produzione di energia. Questo sistema genererà risorse tali da coprire il pedaggio per i residenti, senza gravare sul bilancio delle famiglie.

Una scelta strategica, ha detto Rocca, che non solo risponde a un problema storico di mobilità, ma che punta anche a rafforzare la competitività del territorio, soprattutto per il settore logistico e l’agroalimentare, con un occhio al mercato ortofrutticolo di Fondi.

Sanità: integrazione, investimenti e risultati

Sul fronte sanitario, Rocca ha illustrato i passi avanti già compiuti e quelli in programma. Oggi il 95% delle prestazioni sanitarie vengono erogate nei tempi previsti per legge, un netto miglioramento rispetto al 60% di inizio mandato. Per coprire il restante 5%, ha assicurato che da fine maggio anche le prestazioni affidate al privato saranno totalmente coperte dal sistema pubblico.

Sono previsti investimenti consistenti:

  • 4,5 milioni di euro per la Casa della Salute di Aprilia
  • Fondi per l’adeguamento antisismico e antincendio delle strutture esistenti
  • E soprattutto, un piano ambizioso da 2 miliardi di euro cofinanziati dall’Inail per realizzare due nuovi ospedali, uno a Latina e l’altro nel Golfo.

A completare il disegno, l’integrazione tra gli ospedali di Fondi e Terracina per dar vita a un polo unico, che sarà il terzo per importanza nella provincia.

Latina protagonista: non solo parole
(Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Rocca ha voluto sottolineare il ruolo decisivo della provincia di Latina nella vittoria elettorale del centrodestra, ribadendo che l’impegno della Regione non è solo un atto di riconoscenza ma una scelta strategica. «Latina ha un potenziale enorme, sia industriale che turistico, ancora inespresso. È una terra che dà tanto e merita attenzione vera».

Infine, uno sguardo al futuro e alle celebrazioni per il Centenario della città di Latina. Rocca ha confermato che la Regione Lazio entrerà nella Fondazione Centenario e destinerà 500mila euro per sostenere gli eventi. Un impegno ribadito anche dal senatore Nicola Calandrini, primo firmatario della proposta di legge sul Centenario.

Con promesse concrete e scelte che puntano su infrastrutture, sanità e identità territoriale, Rocca manda un messaggio chiaro: Latina non è più ai margini della Regione, ma al centro della sua agenda politica. (E Antonio Pompeo lo aveva detto: Non solo Roma ora pure Latina: «La Ciociaria perde troppi pezzi”).

Cambio di ruolo.

FLOP

MATTEO PIANTEDOSI

Matteo Piantedosi, prefetto di Roma (Foto Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Nella stesura ed applicazione, per parte semi camerale, del Ddl Sicurezza, Matteo Piantedosi ha commesso uno degli (o)errori più grossi della storia repubblicana. In discussione per il momento non c’è la diversità di concezioni della sicurezza tra un universo prog e quello sovranista-autoritario.

No, questa potrebbe essere materia su cui (legittimamente) contendere come in ogni democrazia in un secondo momento. Nel caso di Piantedosi c’entra un distinguo che dai tempi della Seconda repubblica ammala la nostra vita istituzionale.

E il dilemma è questo: i tecnici elevati a rango istituzionale massimo, sono davvero in grado di capire ed applicare a loro mission secondo direttrici costituzionali ed etiche? Oppure il loro essere tecnici li rende skillati sulla loro storia professionale e devastanti in altri ambiti? In sintesi: Piantedosi, che è un ex Prefetto, davvero non lo ha capito che colpendo i picchetti davanti alle fabbriche rischia di mandare n spregio un diritto?

Il format degli scioperi
Sciopero negli anni ’70

Leggiamo partendo dalla definizione del nuovo reato di blocco stradale inserito nel Ddl Sicurezza. Ecco, esso servirà anche “per punire coloro che scioperano bloccando l’accesso all’azienda. A confermarlo è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Rispondendo a un’interrogazione alla Camera sugli scioperi nel settore della logistica”.

Secondo Piantedosi, che come tutti gli uomini pericolosi è pieno di certezze non ha la benedizione del dubbio il quadro è chiaro, ed inflessibile. “Colui che impedisca con il proprio corpo la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata commette un delitto, e non più un illecito amministrativo, e che se a commetterlo sono più persone, la reclusione è da sei mesi a due anni.

E poi? La stessa logica si applicherà anche agli scioperi, in certi casi. Poi ha risposto anche sulle bodycam che la polizia utilizzerà, sostenendo che non c’è bisogno di rendere gli agenti riconoscibili tramite un codice identificativo”.

I diritti delle imprese…
(Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Il Ddl Sicurezza ha visto l’approvazione alla Camera ed il testo si trova ora al Senato, dove a breve inizieranno i lavori nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia. In tacca di mira si sono le manifestazioni, con nuove profilazioni penali e svariate aggravanti riguardo al format delle proteste organizzate.

E per il ministro dell’Interno quella stessa logica “si applicherà anche agli scioperi, in certi casi”.

Lo scopo sarebbe quello di “scongiurare gli episodi di compromissione dei diritti delle imprese e dei lavoratori”. E l’articolo 40 della Costituzione?

Il piede nella porta dei diritti.