I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 17 dicembre 2024
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ARNALDO ZEPPIERI
“Per dipingere una grande parete non serve un pennello grande, ma un grande pennello”: lo spot è datato ma in zona boomer era ed è rimasto un must. E se c’è un significato recondito in quello slogan fulminante è quello per cui nessuno si salva da solo. Il segreto per vincere le sfide, specie quelle più delicate e legate ai momenti cruciali dei sistemi complessi, è quello delle sinergie.
E quando a dare un input del genere è uno come Arnaldo Zeppieri c’è da prenderlo molto sul serio, perché lui sa benissimo cosa significhi essere piccoli, sa ancora meglio cosa significhi diventare grandi e sa fin troppo bene cosa accade quando in edilizia non ci si consocia.
I dati Ance e l’appello
Quello che aveva da dire lo ha detto nel corso della presentazione dei dati Ance, Zeppieri, cioè nel bel mezzo del summit dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, praticamente casa sua. E non lo ha detto solo per enunciare un paradigma, ma per fare quello che lui ha sempre fatto: far diventare le parole cemento armato ed offrire un progetto unico. Anzi, in questo caso un progettista unico: lui.
Il senso è che se le imprese edili vogliono resistere a questa contingenza economica dovranno allearsi ed unirsi altrimenti non avranno la dimensione per poter affrontare le grandi sfide. Perciò Zeppieri si è messo a disposizione per guidarle in questo processo di “Santa alleanza del mattone”.
E lo ha fatto spiegando queste cose: “A mio parere per un territorio, per una associazione e per i lavoratori che fanno parte del sistema dell’edilizia la crescita fa bene a tutti”.
Un settore “in continua evoluzione”
C’è un ma, si profila un tuttavia. Che Arnaldo Zeppieri declina. “In questo particolare momento nel nostro settore ci sono evoluzioni continue, perciò questi incontri servono”. Poi Zeppieri è andato sul focus: “Servono per fare capire alle tante imprese che rimanere piccoli significa scomparire”. Perciò “il nostro dovere è far capire cosa si deve fare per crescere. La mia è una grande azienda, ma siamo partiti tutti piccoli”.
E “più le aziende crescono più il territorio ne beneficerà”. Perché – ha ricordato Zeppieri – l’edilizia è multiforme ed abbraccia diversi ambiti di azione e conseguente sviluppo. Con “Bei Comuni, belle abitazioni”.
Ecco perché Zeppieri ha voluto trasmettere questo messaggio ad un settore in cui il 97% delle imprese è composto da realtà piccole e medie. E se questo non è un suonare la carica…
Tante vernici, un solo pennello.
ROBERTO RUSTICHELLI
Roberto Rustichelli è un magistrato ordinario ed è Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dal 6 maggio 2019. Ed è da allora che vigila su ogni possibile violazione di regole che sembrano sfumature, ma che rappresentano la vera polpa della democrazia.
Questo perché in democrazia rappresentativa sono soprattutto coloro che vengono chiamati a fare i controllori che hanno il compito più arduo. Fare leggi o assumere condotte è in un certo senso facile e “partigiano”, difficile è mettere a terra regole che non diano condizioni di vantaggio a qualcuno o che violino determinati standard.
Ecco perché il fatto che Rustichelli sia, peraltro, laureato in Giurisprudenza e in Scienze economiche e gestionali, è decisamente utile e lo è stato in particolare nel frangente di queste ore.
I rapporti tra aziende e regole
E’ stato anche Presidente del Collegio B del Tribunale delle Imprese di Napoli. E, come recita il suo curriculum, “con competenza sulle controversie risarcitorie per violazione della normativa antitrust per l’intero Sud Italia, nonché Presidente di Sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli”. Ha avuto incarichi politico istituzionali e questo lo mette in condizioni di sapere sempre quando la sottile linea grigia tra opportunità e dovere viene oltrepassata.
Anche nei rapporti tra aziende di servizio alle persone e regole che le stesse dovrebbero seguire. Ecco perché grazie ad un pool di verificatori guidati da Rustichelli oggi Ryanair rimborserà i viaggiatori per alcuni costi extra del check in. Si tratta di una forma di indennizzo quantificata a 55 euro. Vale a dire “l’intero costo del check in effettuato in aeroporto”. Questo risarcimento avrà valore per tutti i viaggiatori che, “tra il 2021 e il 2023, hanno inviato un reclamo alla società non conoscendo le condizioni applicabili al check-in online”.
Ryanair dovrà risarcire
Rustichelli oggi guida e molto bene l’Antitrust. E proprio dall’altro di quella posizione nevralgica ha argomentato sul caso.
Lo ha fatto spiegando che le contestazioni che hanno dato seguito ai risarcimenti sono il frutto di “informazioni fornite dalla compagnia sulle condizioni applicabili al check-in online e sul possibile aggravio di costi in caso di mancato check-in online”. Non erano state chiare ma lui sì. Rustichelli è stato chiarissimo, e i passeggeri “gabbati” gli sono stati grati.
Abbassa i flap.
FLOP
TERESA PETRICCA
Può capitare. Perché anche gli amministratori pubblici sono esseri umani. Sottoposti ai limiti che la natura impone a tutti. Ivi compreso quello di non vedere una buca nell’asfalto del proprio comune mentre si sta percorrendo a piedi una strada. Ed inciamparci. Come è accaduto alla consigliera comunale di Frosinone Teresa Petricca. È caduta. Fisicamente, non politicamente. Colpa di una buca nell’asfalto di via delle Fosse Ardeatine.
La Consigliera è stata costretta a farsi medicare dai suoi colleghi che sono in serviio al Pronto soccorso di Frosinone. Nulla di grave.
L’avviso e la tirata d’orecchie
Poi la decisione di mettere in guardia i suoi concittadini – pedoni. Con una nota sulla sua pagina social. La premessa: “Non ho volontà di perseguire vis speculativa”. I fatti: “Ritengo necessaria la segnalazione, affinché altri ignari cittadini evitino di cadere nella medesima trappola e subiscano danni fisici analoghi se non superiori ai miei. In qualità di consigliere del gruppo Futura informo la cittadinanza che, nel caso di specie, si inoltri immediata segnalazione alla Polizia Locale di Frosinone oppure al numero di emergenza”.
Segue la tirata d’orecchie all’amministrazioone comunale della quale lei stessa fa parte. Ricordando che il Comune è spesso chiamato in causa davanti al Giudice di Pace per questo tipo di contenziosi con i cittadini. “Si tratta di procedimenti giudiziari che nella quasi totalità dei casi sono sfociati in giuste sentenze di accoglimento favore dei cittadini. Con aggravio per le casse comunali e la collettività in toto”.
Da che parte stai?
Serve però un po’ di chiarezza. Perché se sei consigliere di maggioranza, eletto nel centrodestra, in uno schieramento a sostegno di un sindaco che fai eleggere, la reazione dovrebbe essere leggermente diversa. Assolutamente non quella di occultare o di minimizzare. Ma di raggiungere gli uffici, contattare il Dirigente o l’Assessore competente con il quale si ha rapporto diretto in virtù di quel mandato popolare. E segnalargli la cosa affinché venga riparata al più presto: evitando così che altri ci possano inciampare.
Non farlo ma pubblicando la cosa sui social è altrettanto legittimo e sicuramente meritorio. Ma è caratteristico di un consigliere che ha ricevuto un altro tipo di mandato: quello di fare opposizione.
Nella vita è legittimo anche ripensarci. E non riconoscersi più in uno schieramento che si è chiesto ai propri elettori di votare, garantendo per quel sindaco e per il suo programma. È legittimo essere critici, fornire solo l’appoggio esterno, lasciare spazio ad altri: ci sta tutto. Ma andrebbe declinato. Affinché gli elettori la prossima volta possano decidere.
Nella buca con furore.
GIORGIA MELONI
Solito florilegio di smorfiette provate allo specchio, di occhiatacce tiroidee e di make-up lessicale tra il decisionista spinto ed il profetico-messianico. A casa sua Giorgia Meloni non ci sta più bene, nel senso che è tanto impegnata a non essere troppo se stessa in quanto premier che poi, quando torna leader politica dei sovranisti alla coratella, sembra un’altra persona. In peggio.
Il suo attesissimo intervento finale e di akmé ad Atreju era stato introdotto dopo un sapiente crescendo rossiniano da Galeazzo Bignami. Che essendo fresco di nomina come neocapogruppo alla Camera si è sentito in dovere di fare come i mazzieri delle Corti europee ottocentesche ma con una spruzzatina di Iggy Pop che non guasta mai.
E dopo aver lanciato la volata di interventi che fungevano da prodromo a quello della sua “capa” ha sparato uno slogan che più struscione non poteva essere: “È la leader più potente del mondo!”. Applausi ed urla manco fossimo stati a Pompei, non quella del mematissimo Sangiuliano, ma quella dei Pynk Floyd versione lisergica.
Il fallimento dei Cpr albanesi
Il guaio però è un altro: quello per cui Meloni non ci riesce proprio, a dire che ha preso una cantonata, e questo non è sintomo di potere nella misura in cui quest’ultimi sottintende la maturità.
E sui Cpr in Albania ci sono troppi elementi e troppo convergenti ed empirici per proclamare come siano stati una buona idea che funzionerà in barba ai bruttaccioni che li hanno boicottati da sotto le toghe rosse.
Domani la mette giù tra analisi ed ironia: “L’obiettivo di Meloni è rilanciare l’azione del governo contro l’immigrazione”. E poi cita quelle fresi ormai diventate un claim sovranista della più bell’acqua, cioè una cosa per gonzi che vogliono imbrodarsi di un momento bello invece che riflettere su un momento così così.
“Combattere la mafia”
“I centri in Albania fun-zio-ne-ran-no, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano perché io voglio combattere la mafia”. Insomma, il format è stato quello di una “storiella infinita”, a contare il contesto. Quando Meloni ha detto queste cose la sua faccia si è scomposta nella solita pantomima di tenacia amazzonica (nel senso di Amazzoni) e tutti hanno capito una cosa.
Che anche se poi non funzioneranno come è ovvio, alla fine il fatto che Giorgia abbia detto che funzioneranno li farà funzionare davvero. A prescindere. Dalla realtà e dal buon senso di portare quella sul palco al posto di un copione tarocco, farlocco ed “acchiappone”. E’ il sovranismo baby…
Più teatro che prosa.