
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 23 luglio 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 23 luglio 2024.
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SARA CURTIS

Le promesse dello sport, di quello che comporta sudore e sacrificio e non orpelli e fuffa social, piacciono sempre. E piacciono ancor di più se sono promesse come quella incarnata da Sara Curtis, perché sono promesse che sanno di Olimpia e rimandano a queste terre. La giovane atleta infatti ha origini di Cervaro. E stando a quanto si apprende dai social la 17enne nuotatrice si è qualificata.
E non per una pur lodevole gara regionale o per un cimento nazionale di categoria. No, Sara si è messa in griglia per le Olimpiadi di Parigi. La ragazza lo ha fatto, fatto splendidamente, “con il nuovo record italiano sui 50 stile libero: a 17 anni è un fenomeno del nuoto”. Le parole sono del primo cittadino di Cervaro Ennio Marrocco.
Tutto ha preso piede, sostanza e… metallo nobile agli Europei juniores di nuoto. Lì l’Italia è andata a prendersi 25 medaglie. Di queste 13 sono d’oro e tra di esse spicca lo straordinario bottino di Sara Curtis: sei ori e un argento. “L’Italia vince il medagliere e si aggiudica il trofeo della classifica a squadre con 13 ori, 9 argenti e 3 bronzi. Gli juniores promossi tra i grandi per i Giochi di Parigi: Sara Curtis, che così ha portato a 6 il personale bottino d’oro”.
Il bottino agli Europei juniores

Analizziamo meglio quanto Sara ha portato a casa: sei medaglie d’oro. Che sono state: 4×100 stile libero femminile, 50 dorso in 27”94 (record italiano cadette). 4×100 stile libero mista, 50 stile libero “impreziosito in batteria col record dei campionati in 24″67, 100 stile libero in 54″22 (limato il suo record italiano cadette) e 4×100 mista”. Per non dimenticare infine un argento conquistato con la 4×100 mista mixed.
In quel di Belgrado ed un anno fa Sara aveva conquistato 3 ori (50 stile libero, 4×100 stile libero e 4×100 mista) e 2 argenti (100 stile libero e 4×100 stile libero mista).
E se c’è la possibilità di sognare di farlo con una promessa-certezza delle nostre terre, allora guardare a quei cinque cerchi su sfondo transalpino è ancora più bello. Bello come le parole di Ennio Marrocco: “Sara senza dubbio saprà portare in alto i colori dell’Italia, ma sarà anche un esempio e un vanto per Cervaro”.
Vanto e basta.
DANIELE NATALIA

Non era una balla, non era una fake news detta nel pieno della campagna elettorale con cui essere rieletto sindaco di Anagni. Anzi. In quella tornata elettorale l’unica fake fu su di lui: si inventarono che avesse fatto il saluto romano dal palco nel corso di un comizio. Daniele Natalia non mentiva quando diceva che nell’ospedale di Anagni sarebbero tornati i pazienti.
Glielo aveva assicurato il Governatore del Lazio Francesco Rocca, mettendolo addirittura nero su bianco. Ma ci fu chi non lo credette possibile, apostrofando come cialtroni sia il sindaco in eligens iterum che il governatore sicut electus. Tanto che Francesco Rocca trovò il tempo per tornare ad Anagni e compiere platealmente una visita nell’ex ospedale giustificandola con la volontà di scegliere personalmente i locali dove realizzare il nuovo servizio di oncologia.
Nelle ore scorse c’è stata la fine della telenovela: l’inaugurazione del nuovo reparto. Effettuerà le chemioterapie per i pazienti che risiedono nel Nord della provincia di Frosinone, le analisi che verranno lette a distanza con la telemedicina, assisterà i pazienti con i percorsi dietologici e psicologici, insegnerà alle pazienti sotto chemio come truccarsi. (Leggi qui: Rocca e Natalia inaugurano il Paco, per il Pd è un ‘pacco’).

Chi pensava che ad Anagni si tornasse ad operare e venisse scritturato il professor Barnard è rimasto deluso. Per onestà: né Daniele Natalia né Francesco Rocca avevano mai promesso questo. La Sanità in questi anni è cambiata molto: c’è meno degenza e molta più diagnosi, si tende a tenere il paziente nel suo contesto familiare perché facilita la ripresa ed evita il trauma del distacco per il ricovero. I padiglioni con settanta letti e le suore con il cappellone in testa fanno parte ormai soltanto della cinematografia.
In questo senso, il nuovo P.a.c.o. cioè il punto di accesso alle cure oncologiche è un tassello nel complesso mosaico dell’assistenza provinciale. E negli ultimi sei anni ad Anagni non s’era visto assolutamente nulla. Anzi, meno ancora.
Niente Fake ma Paco.
RICCARDO MASTRANGELI

Accetta e rilancia. Il sindaco di Frosinone convoca il Consiglio chiesto dalle opposizioni. Riccardo Mastrangeli ha convocato per il 31 luglio il Consiglio comunale richiesto da nove tra consiglieri delle opposizioni di centrosinistra e ‘malpancisti’ della sua maggioranza di centrodestra. Affronterà il controverso tema della nuova mobilità urbana: piste ciclabili e ciclopedonali, corsie preferenziali per bus circolari elettrici, zone 30 orari. Un tema che ha già visto due flash mob dei commercianti che temono ricadute negative con l’introduzione di nuovi limiti per le auto in centro.
Già il fatto che abbia accettato la richiesta di Consiglio, significa che Mastrangeli non ha paura di affrontare la questione a viso aperto. E non solo. Ha rilanciato, raddoppiando la posta e mettendo all’angolo le opposizioni che pensavano di assediarlo. In che modo? Il sindaco ha chiesto al presidente d’Aula Massimiliano Tagliaferri di convocare la seduta in forma di adunanza aperta alla cittadinanza “in ragione dell’importanza sociale e politica dell’argomento”.
In questo modo, il sindaco trasformerà il fuoco di fila delle opposizioni in altrettante occasioni per spiegare alla cittadinanza i punti più controversi del suo progetto di mobilità.
Doppio colpo, senza assedio.
FLOP
NICOLA PROCACCINI-ALFREDO ANTONIOZZI

Sono due tra i politici in scuderia di Giorgia Meloni più quotati. Specie il primo, che di fatto è l’estensione solida ed autorevole di Fratelli d’Italia in Europa, dove potrebbe avere un incarico di rango massimo dopo il voto di giugno. Ed è per questi motivi che alcune esternazioni di Nicola Procaccini ed Alfredo Antoniozzi lasciano quanto meno perplessi.
Su cosa? Non tanto sulla legittimità “etica” della loro indignazione, quanto piuttosto sui toni forse un po’ troppo iperbolici della stessa. E’ sempre la solita solfa esagerata, da noi in Italia: da quando sovranismo e populismo la fanno da padroni nel Belpaese da noi ci si polarizza in poco tempo e con una forza sovrumana. Anzi, a volte poco umana. Tutto ha avuto origine da alcune dichiarazioni a margine del recente voto francese di Jean-Luc Melènchon.
Che, da buon “comunista” (ma neanche lui ci crede di esserlo in maniera così tonda) se l’è presa con il capitalismo. Ed aveva detto: “Vorrei quasi ringraziare la Commissione europea per averci inserito nella lista dei deficit eccessivi”. Questo “perché altrimenti sembrerebbe che i nostri governi stessero attaccando gratuitamente il capitale e il mercato vantaggioso”.
Indignazione più forte del caso

Poi il politico transalpino aveva messo un paio di tacche di aggiustamento al mirino e, sornione come tutti i capipopolo, aveva sparato a calibro grosso. “Non lo attaccheremo gratuitamente, lo prenderemo per la gola perché questo ci è stato imposto dalla Commissione europea”. Insomma, in perfetto lessico rossorosso, Melenchon aveva attaccato il capitalismo sapendo di recitare in arte un copione pop.
E la risposta di Nicola Procaccini, confermato co-presidente di Ecr ed europarlamentare di Fratelli d’Italia. “Le parole di Melenchon (‘prenderemo i ricchi per la gola’) riportano a uno stalinismo di cento anni fa. Sono parole inquietanti che concepiscono la ricchezza come un crimine e il capitale come un nemico”. E ancora: “Lo diciamo da esponenti di un’economia sociale di mercato che non ha mai assunto posizioni di capitalismo selvaggio. Ma da fieri oppositori di un modello di socialismo reale che sarebbe inaccettabile. Fratoianni e Schlein pensano la stessa cosa?”.
Dal canto suo Antoniozzi ha rincarato in salsa “Profondo rosso”. Spiegando che quelle erano “frasi che fanno paura. Si prenderanno i capitalisti per la gola e dirlo in Francia oggi è assurdo: le parole di oggi di Mélenchon fanno letteralmente paura”. Sembra che né l’europarlamentare né il vice capogruppo di FdI alla Camera abbiano capito che in certe cose esiste il lessico di bottega.
E che come in Occidente non c’è più un pericolo fascista non c’è più neanche un pericolo di socialismo reale.
Esagerati nel criticare un’esagerazione.