Top e Flop, i protagonisti di martedì 3 settembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 3 settembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 3 settembre 2024.

TOP

ARTURO SCOTTO

Arturo Scotto (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Lui è capogruppo del Partito Democratico (Pd) in Commissione Lavoro alla Camera. E soprattutto lui è quello che meglio e per primo ha agito in ordine alla vicenda dei lavoratori dello stabilimento Yokohama di Tivoli. Operai di una ditta di indotto alcuni dei quali erano stati “licenziati da un giorno all’altro senza alcun preavviso, con un semplice messaggino via Whatsapp”.

Lo riportano moltissimi media. Precisazione: non è che ogni politico che per primo faccia qualcosa contro un’ingiustizia è quello che si becca il Top. Non può essere così perché qui non presiediamo corse di levieri, ma caselle di raziocinio e congruità. Ed Arturo Scotto è stato quello che per primo, oltre che a redigere il “solito” comunicato stampa, si è avvalso delle sue prerogative. Quelle per cui è stato eletto tra i Dem in commissione Lavoro alla Camera.

Il Caso Yokohama
La protesta davanti allo stabilimento Yokohama

Perciò ha annunciato: “Presenteremo un’interrogazione parlamentare al Governo per aprire un tavolo di crisi immediato e far recedere l’azienda dai licenziamenti”. La denuncia sui fatti della Yokohama Tiburtina era arrivata da Roberto Terziani, segretario generale della Filt Cgil Rieti Roma Est.

Il “fattaccio” è avvenuto in danno di 15 lavoratori di una cooperativa che prestava opera per l’azienda. E Scotto ha rincarato la dose: “In Italia esistono leggi che tutelano i lavoratori che vanno preavvisati con tempi e modalità diverse da un semplice sms. Qui siamo davanti a un sopruso inaccettabile che va stigmatizzato con forza”. E a chiosa fermissima: “Non si possono licenziare 15 lavoratori via Whatsapp. Lasciare le persone a casa da un giorno all’altro e senza nemmeno un’interlocuzione preventiva con il sindacato. E disapplicando il Contratto collettivo nazionale e procedendo ad assumere altri lavoratori senza le stesse garanzie”.

In certe cose non ci vuole solo la rabbia, ci vuole la velocità nel tradurla in fatti, e Scotto ha messo le due cose a sequenza.

Tempestivo.

OLIMPIADI VICTORIA

padre Adelmo Scaccia

Oltre mezzo secolo di storia, generazioni di frusinati che hanno giocato, gareggiato, gioito e magari pianto sui campi della parrocchia Madonna della Neve. Una manifestazione unica che dal 1971 torna puntuale e riconsegna Frosinone ai bambini. Una città sempre meno a misura di bambini che diventa a misura di bambino grazie alle Olimpiadi Victoria, giunte alla 48^ edizione. Una festa di sport in una cornice suggestiva dove sono incastonati spettacoli ed importanti momenti di condivisione. Per una settimana centinaia di ragazzi si cimentano in una serie di gare e giochi lanciando un potente messaggio sociale: “Vogliamo i nostri spazi, ci siamo anche noi”.

La visione e la lungimiranza avute da Padre Adelmo Scaccia, storico parroco della Madonna della Neve e ideatore delle Olimpiadi, dovrebbero essere da esempio per le Istituzioni.

Non bastano patrocini e passerelle

Non bastano il patrocinio del Comune e le solite passerelle dei politici. Ma servono iniziative concrete nei confronti dei più piccoli che devono poter giocare, competere socializzare e crescere in posti sicuri secondo valori sani. Ed invece a Frosinone si ragiona al contrario: gli spazi pubblici per i bambini vengono sacrificati, quelli esistenti sono degradati e se si vuole praticare sport o giocare bisogna pagare (e non tutti possono).

Serve uno scatto di mentalità. Lo stesso che ha avuto Padre Adelmo ben 53 anni fa.

Le Olimpiadi Victoria da qualche anno a questa parte sono diventate anche un’occasione per fare la differenza nella vita di tanti bambini meno fortunati. Nelle passate edizioni sono state lanciate iniziative sociali a dimostrazione di come lo sport possa essere un potente strumento di integrazione sociale e solidarietà. E così sono state effettuate delle raccolte di materiale scolastico e magliette personalizzate con il logo delle Olimpiadi Victoria.

Le donazioni sono state consegnate in Tunisia ed in Croazia ai bambini meno fortunati. Iniziative rese possibili grazie alla generosità di tutti gli iscritti alla manifestazione: i giovani hanno donato in piena libertà, mostrando un forte senso di comunità.

Quando i bambini fanno oh.

FLOP

ALESSANDRO SALLUSTI

Alessandro Sallusti (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

La chiave di lettura imprescindibile è quella per cui non si danno lezioni di giornalismo. E soprattutto non si danno con la spocchia di chi ignora che Alessandro Sallusti è un direttore di lungo corso di testate nazionali, che piaccia o meno, ha fatto la sua gavetta ed ha le sue brave skill.

Tuttavia quello che è possibile fare, ed a volte necessario, è non restare indifferenti quando il giornalismo diventa una “leva” troppo luminescente di una certa idea politico-editoriale. Ed in questo senso Sallusti a volte decisamente esagera. Come ha fatto ad esempio nei confronti di quella che una certa mistica di destra, puntigliosamente ricambiata a volte con lo stesso format meschinello, considera una “nemica”.

Chi è? Lucia Annunziata. Cioè un’altra giornalista ma di segno politico opposto. Un articolo de Il Giornale in sparring con Il Secolo, (che fu diretto ricordiamolo, da un certo Indro Montanelli), ha messo alla berlina l’ex conduttrice di “In mezz’ora”.

Annunziata ai raggi X
Enrico Letta con Lucia Annunziata a Mezz’ora in Più

Ecco come: “L’addio alla Rai fu sdegnato, con toni da persecuzione politica. ‘Lascio la Rai perché non condivido le posizioni del governo Meloni. lei non mi stimava’. Subito dopo, Lucia Annunziata, giornalista di sinistra che conduceva uno spazio su RaiTre che nessuno le aveva tolto e che nessuno le minacciava di toglierle, si consolò con una bella consulenza d’oro per per due banche.

E vai di narrazione insinuante: “In 10 mesi di lavoro di comunicazione a supporto di Banca Ifis 1 e Fideraum, portando a casa una cifra intorno ai 100mila euro. Embè? E poi? (qui la narrazione è del Secolo): “Fino a quando il Pd, in nome della sinistra operaia, dei poveri, delle battaglie a favore dei cittadini, non le offrì un bel posto all’Europarlamento. Ddove poi era approdata nel giugno del 2024. Un bel paracadute”. Queste storia che per difendere i poveri bisogna esserlo o impauperirsi è stucchevole.

Cioè quello che, appunto, aveva descritto Il Giornale. Che spiegava: “Le consulenze che le banche hanno affidato all’ex conduttrice di Mezz’ora in più, oggi europarlamentare del Pd, sono state rendicontate nella dichiarazione depositata negli uffici di Bruxelles nel mese di luglio scorso. E quindi? Fare consulenze ed avere le proprie idee è peccato mortale? A seguire questo loop dovrebbe vergognarsi mezza Italia ed in ogni campo.

I fatti degli altri

“Andando a spulciare nel dettaglio degli incarichi: nei dieci mesi di lavoro per Banca Ifis, istituto specializzato nel credito alle imprese che operano con la pubblica amministrazione, Annunziata è stata consulente per l’ufficio comunicazione. Per Fideuram ha svolto la mansione di ‘Speaking engagement’”.

E la testata ha anche sottolineato come Annunziata “abbia continuato a svolgere il suo ruolo di consulente anche nel corso della campagna elettorale per Bruxelles. Lei smentisce una sovrapposizione di incarichi e l’entità delle cifre, ma non le consulenze ottenute dopo l’addio a viale Mazzini”. Fuori di ogni merito il dato è uno solo: sputtanare o provare a farlo non è mai bello.

(S)corretto.

ALEX E MARC MARQUEZ

Pecco Bagnaia (Foto: Livephotosport © DepositPhotos.com)

Pecco Bagnaia come Valentino Rossi. Non solo per la classe e i titoli nel motomondiale ma anche per essere stato vittima della strategia dei fratelli-piloti spagnoli Alex e Marc Marquez. Una strategia poco ortodossa che mina pesantemente la credibilità dello sport.

Nel Gran Premio della Malesia del 2015 Valentino fu ostacolato volontariamente da Marc Marquez. Un contatto che costò a Rossi il decimo titolo mondiale a favore dello spagnolo Jorge Lorenzo, suo compagno di scuderia alla Yamaha ma acerrimo rivale.

Stessa storia al Gran Premio di Aragon

Pecco Bagnaia, leader del Mondiale MotoGp con la sua Ducati, ha subito l’identico trattamento di Rossi. Il pilota italiano è stato tamponato da Alex Marquez. Una collisione che lo ha messo fuori causa favorendo il successo del fratello Marc Marquez dopo 1043 giorni di digiuno e la conquista del primo posto in classifica generale dell’altro spagnolo Jorge Martin.

Insomma una sorta di trappola in salsa spagnola nella quale Pecco è caduto e l’Italia è stata mortificata. Ora la conquista del titolo iridato si fa più difficile. Servirà una grande rimonta che Bagnaia cercherà a partire dal prossimo Gran Premio San Marino-Riviera di Rimini in programma sulla pista di Misano nel prossimo week-end.

Il pilota italiano è stato duro ed ha attaccato Marquez jr: “Mi ha visto ed ha dato un colpo di gas. Se uno ti prende in pieno chiede scusa, lui mi ha mandato a cagare. Ma la dinamica è chiara. Sono passato che eravamo ancora dritti, avevo una velocità superiore, Alex mi ha sentito ed ha accelerato: la telemetria dice che lo ha tenuto aperto tra il 60 ed il 40 % finchè non è caduto”, ha dichiarato Bagnaia a Sky.

Marquez jr invece ha negato la versione ed ha accusato Pecco: “Ha chiuso la linea e c’è stato il contatto. Colpa sua”. Intanto però per l’organo disciplinare del Mondiale MotoGp le responsabilità non sono pilatescamente di nessuno.

Alla faccia della credibilità dello sport.