
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 30 luglio 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 30 luglio 2024.
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ADAMO PANTANO

La coerenza si sposa male con la politica. Perché nella maggiore parte dei casi richiede un elemento catalizzante: il coraggio delle scelte. Essere coerenti costa. La politica invece è cinismo, impone di mettere da parte le proprie convinzioni e ragionare sulle conseguenze. Perché non si è mai da soli e quelle conseguenze non le si paga soltanto in prima persona ma l’intera componente. Nonostante questo, Adamo Pantano negli anni scorsi ha salutato il Partito Democratico ed ha seguito Matteo Renzi.
Una scelta fatta per coerenza. E con sofferenza. Perché Adamo Pantano nel Pd veniva considerato uno degli amministratori più capaci: non a caso gli avevano affidato le trattative per ricomporre il quadro interno a Sora ed arrivare alle elezioni Comunali superando le divisioni. Ma in quel Pd, con quella struttura e quella visione, amministratori come Adamo pantano ma anche Massimiliano Quadrini (sindaco di Isola del Liri) stavano stretti. Perché era venuta meno la valorizzazione dei sindaci, la possibilità di avere uno spazio di crescita legato ai buoni risultati amministrativi.
Coerentemente con la sua visione delle cose Adamo Pantano ha lasciato il Partito Democratico per seguire il suo percorso in Italia Viva. Grazie alla sua capacità politica, nel giorno di pochi mesi ne è diventato Coordinatore provinciale di Frosinone. E grazie alla sua capacità di relazione ha portato il Partito e costruire un listone con il Pd alle scorse Provinciali anziché combattere una sciocca vendetta di retrovia. I fatti gli hanno dato ragione.
Alla prova dei fatti

Glieli hanno dati nella misura in cui quel listone ha vinto le Provinciali. Lui è stato il primo dei non eletti. Ma in politica i tempi sono sempre relativi. E ieri ha fatto il suo ingresso nell’Aula di piazza Gramsci a Frosinone. Ha preso il posto di Gino Ranaldi che ha lasciato per diventare vicesindaco a Cassino.
Ora sta lavorando al dialogo per riavvicinare le parti seppure nella loro distinzione. ma a prescindere dal punto di caduta, se verrà o non verrà raggiunto, Adamo Pantano ha già dimostrato una cosa: che in politica la coerenza costa ma alla fine paga.
Primo traguardo raggiunto.
ELENA BONETTI

Già il 25 giugno aveva “randellato” forte Giorgia Meloni. Così: “La presidente Meloni dice che nessuno aveva mai definito i Lep. Falso: faccia un ripasso della legge 234/2021 del 30 dicembre 2021 del governo Draghi”. E le esortazioni di vena quasi imperativa non erano finite mica eh? “Legga all’articolo 1 i commi 159-174. In particolare, consiglio la lettura del comma 172 che definisce e Finanzia i Lep per gli asili nido. Con finanziamento graduale fino a raggiungere 1,1 miliardo strutturale dal 2027. (Per coprire i costi dei nuovi posti che col PNRR si sarebbero dovuti costruire in tutte le regioni)”.
Attenzione, si era al 25 giugno, cioè a voto europeo ed amministrativo cassato. In una situazione cioè dove i partiti in campo avevano già fatto i loro conti di pallottoliere, registrato le loro nuove forze e messo a terra le possibili strategie.
Il prologo di inizio estate…

Ecco, la strategia di Elena Bonetti era ed è rimasta quella di sottolineare le contraddizioni tra gli spot gorgheggianti e la triste fattualità di una politica economica che è altro dal collutorio propagandistico.
“Questa è la differenza tra governare e annunciare. Per governare serve non solo un programma, ma la capacità di attuarlo e le risorse per finanziarlo. Direi che non ci siamo con questa maggioranza”.
E in queste ore sempre lei, la ex ministra deputata di Azione, ha rincarato la dose nel migliore dei modi. Come? Lei aveva chiesto una soluzione collegiale alle rotte di cassa del Paese e quella bussola il Governo se l’è tenuta stretta in plancia di comando. “Avevamo chiesto al Governo, con un ordine del giorno, di impegnarsi ad aprire un tavolo con le opposizioni”.
… e l’epilogo di estate piena

Di farlo quindi “per discutere, in vista della legge di bilancio, di come finanziare il Sistema sanitario nazionale che versa oggi in una situazione di crisi. Un confronto costruttivo su un tema particolarmente sentito dai cittadini”. A quel punto Bonetti, che conosce il valore di una morigerata teatralità proficua, ha spiegato: “Mi sarei aspettata un parere favorevole, magari con qualche riformulazione. Il Governo ha invece deciso di respingerlo completamente”.
E in chiosa severa: “L’esecutivo ha annunciato che sulla legge di bilancio non ci sarà margine di confronto”. Come a dire, “non rinunciate a comandare neanche quando per il bene dell’Italia di dovrebbe concertare, e questo dice tutto di voi e di dove andrà l’Italia con voi”.
Severa ma giusta.
ANGELO PERRINI e GIOVANNI ESPOSITO

Sono rispettivamente i presidenti dei Consigli nazionali degli ingegneri e dei periti industriali e sono soddisfatti di una loro battaglia andata a buon fine. Quale? Quella, cruciale, legata al Piano di Transizione 5.0 messo a terra dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il titolare di dicastero doveva rinnovare proprio in queste settimane il plafond delle figure professionali che potranno operare per la certificazione energetica delle imprese.
Si tratta di uno step molto importante perché non solo è di fatto format del futuro, ma perché consente alle imprese che siano in possesso di quella certificazione di accedere alle agevolazioni fiscali. E fino a pochi giorni fa la titolarità per il rilascio di quella certificazione ce l’avevano solo alcune figure professionali, categorie da cui ingegneri e periti con skill aggiuntive erano escluse. Ecco, ora e grazie anche all’interessamento di un parlamentare di Fratelli d’Italia, non più.
La nota e la conferenza stampa

Lo spiega una nota che preannuncia per dopodomani, primo agosto, una conferenza a tema. “Esprimiamo grandissima soddisfazione per l’inserimento nel decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del piano Transizione 5.0 degli ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell’Albo e dei periti industriali”. Quelli – spigano i due – “iscritti all’Albo nelle sezioni Meccanica ed Efficienza energetica e Impiantistica elettrica ed Automazione“.
C’è un discrimine operativo che andrà regolamentato documentalmente, perché è per titoli. “Con competenze e comprovata esperienza nell’ambito dell’efficienza energetica dei processi produttivi”. Alla fine dunque è arrivata la pubblicazione del provvedimento. Che disciplina come la certificazione energetica delle imprese, ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni, possa essere effettuata anche “dagli esponenti delle due categorie professionali”.
Chi poteva operare col vecchio Decreto

E prima? Per decreto potevano farlo solo gli Esperti in gestione dell’energia (Ege) e Energy service company (Esco). “Siamo già qualificati per le perizie nel quadro del piano industria 4.0, sarebbe stato ingiusto escluderci da quest’altra grande opportunità di crescita per il Paese e per i nostri colleghi”.
Il grazie va allo stesso ringraziare per l’ottimo risultato raggiunto il Ministro Urso ed al deputato di FdI Andrea de Bertoldi. Questo “per la sensibilità e l’attenzione dimostrate nei confronti delle istanze dei periti industriali e degli ingegneri italiani”. Che ringraziano convinti e – perché no? – felici.
Ingegneri del successo.
FLOP
ILARIA SALIS

Sembra una cosa messa giù perfetta e, a ben vedere, al 99% lo è, senza se e senza ma. Tuttavia siamo analisti, e a noi spetta (anche) il compito di concentrarci su quell’unpercento residuo. Non per inutile pelosità. Bensì perché nei sistemi complessi i rappresentanti di vertice hanno l’onore e l’onere di essere cassa di risonanza grossa di idee che dovrebbero avere un settaggio perfetto.
Ilaria Salis ha centrato tutto, con un suo post, ma ha lasciato un po’ di “colatura equivocante” che merita un’aggiustatina. Un po’ come nella canzone di Ligabue “Tra palco e realtà”, la sua è un’analisi-proposito che sta a metà strada tra spot e dovere, lo ripetiamo a scanso di equivoci: “dovere”. Vediamo perché. Ecco l’annuncio che la Salis, neo eurodeputata di Avs (per parte italiana) in Ue, ha dato: “Bruxelles, (sono) alla riunione costitutiva della LIBE – Commissione libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo”.
I compiti della Commissione “Libe”

Di cosa parliamo? Di una Commissione permanente del Parlamento europeo. L’organismo si occupa tra l’altro di diritti umani all’interno dell’Unione europea. Di quelli e di lotta alla discriminazione (escluse quelle legate al sesso, al luogo di lavoro o al mercato del lavoro, che sono appannaggio di altri organismi). La Salis ha poi spiegato, a mo’ di proposito: “Non vedo l’ora di lottare qui per la causa dei diritti e delle libertà fondamentali, come ho sempre fatto nei movimenti sociali”.
E soprattutto “senza fare distinzioni tra cittadini europei e migranti, tra Paesi Ue e Paesi esteri, tra zone di frontiera interne ed esterne”. Tutto praticamente perfetto, se non fosse stato per la chiosa, che è comunque sacrosanta, ma fuori tema istituzionale. “L’antifascismo oggi, in un’epoca di crescente discriminazione alimentata dalla propaganda di destra e dal capitalismo razziale, può solo significare libertà per tutti!”.
Cose da fare e cose solo da dire

L’antifascismo non è nel novero delle faccende che la Commissione ha in spunta, neanche come elemento ostativo. E’ vero che tra i totalitarismi e le discriminazioni c’è purtroppo un legame oggettivo, ma è anche vero che le Commissioni di rango istituzionale non agiscono su un piano concettuale ed ideologico, ma fattuale.
Ecco perché magari un po’ di retorica in meno alla Salis farebbe bene, anche per far passare un messaggio chiaro contro i suoi detrattori. Quelli che pensano che in Ue debbano andarci persone anche competenti e non persone solo motivate.
Tra palco e realtà.