I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 6 agosto 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 6 agosto 2024.
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ARMANDO ZAMBRANO
C’è una cosa che in questi giorni la Rete Nazionale delle Professioni Tecniche, rappresentata dal Coordinatore Armando Zambrano, sta mettendo in chiaro. E cioè che se ci sono possibili migliorie su un ambito importante come le Infrastrutture quelle devono essere applicate senza riserve. E senza lettura ideologiche precostituite, visto che parliamo di un ambito che sta sotto controllo diretto del ministro Matteo Salvini.
Ma il ministro ed il suo amore per la pubblicistica spiccia qui non c’entrano, non come “sponda negativa a prescindere” comunque. Quello che interessa invece all’organismo a cui afferisce anche il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo è altro. Ed è frutto di una recente audizione presso l’VIII commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera.
I correttivi al Decreto infrastrutture
Lo scopo, messo in agenda istituzionale a tutto tondo, era “discutere dei possibili correttivi al decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, il cosiddetto ‘decreto Infrastrutture’”. Cosa ha da dire la Rete sul normato e sulla sua migliorabilità? Cose tutto sommato intelligenti, che attengono tra l’altro l’infrastruttura “regina”, quella cioè del Ponte sullo Stretto. “L’articolato decreto legge oggetto di conversione si prefigge di rilanciare le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico”.
Ed è proprio nel considerare la netta utilità di questa mission che per la Rete “occorre migliorare alcuni aspetti della legge. Per il ‘Ponte sullo Stretto’, è indispensabile l’aggiornamento degli studi geologi, geotecnici, sismici e tettonici di quell’area”. Che sono studi “propedeutici ad ogni attività, così da prevenire la ‘sorpresa geologica’ nelle singole fasi costruttive”.
Valutazioni da aggiornare
Insomma, aggiornare le valutazioni per non dover incappare in valutazioni a braccio sul momento è buona norma, per sicurezza e per economia in crescendo degli appalti. Tra l’altro in tal senso pende anche una richiesta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Sarebbe quella “per la procedura di VIA, in particolare quanto contenuto nei punti VIA 83 e VIA 84”.
E ancora, in tema di prestazioni progettuali e du direzione dei lavori . Esse devono essere garantite “anche e soprattutto da liberi professionisti specializzati, e non solo da dipendenti di stazioni appaltanti e/o società pubbliche. Come è previsto per il caso del ‘Ponte sullo Stretto’, per cui si prevede solo il reclutamento di dipendenti del Gruppo FS”.
Che significa? Che allargare le pertinenze significa allargare conoscenze, indotto economico e ricaduta sociale. Senza progetti settati sui soli ambiti individuati a monte dal ministero salviniano.
La purezza del tecnico.
PIERGIORGIO AVERSANO
Farsi carico dei problemi degli altri: non per risolverli ma per indicare la via lungo la quale è possibile sopportarli. Perché se un prete avesse il potere di risolvere i problemi della gente ci sarebbe la fila davanti alle chiese. Ma non sarebbe per fede: bensì per farsi sistemare le cose. Il prete invece è quello che indica la via di Cristo: lui per primo non si liberò della croce che aveva sulle spalle ma la portò fino al Calvario. Farsi carico dei problemi degli altri indicandogli come sopportarli richiede pazienza, preparazione, sopportazione, devozione e soprattutto fede. Rinunciando a tutto il resto per dedicarsi agli altri. Come sta facendo Piergiorgio Aversano.
C’è qualcosa di straordinario nella decisione che fanno coloro che decidono di prendere i voti religiosi. Talmente straordinario che si spiega non tanto con la scelta ma più ancora con la chiamata. Cioè non si tratta di una cosa individuale ma una cosa per la quale si viene chiamati.
Come è capitato al 34enne di Aquino che oggi nel Santuario di Canneto ha ricevuto l’ordinazione diaconale. La Chiesa non ha fretta di riempire i suoi ranghi: pretende tempo affinché sia profondo il discernimento, lascia fino alla fine la possibilità di tornare indietro se non si è assolutamente certi della chiamata e di voler portare la croce.
Piergiorgio Aversano invece va avanti. E dopo la laurea in Giurisprudenza a Cassino ha preso la via del seminario Leoniano ad Anagni, poi ha svolto il suo tirocinio nella comunità della Santissima Annunziata di Pontecorvo e poi ancora in quella di San Pietro Apostolo a Cassino. Ora è a Broccostella e con il diaconato compie un ulteriore passo verso quella croce che, per chi la sa portare è giogo soave il cui peso è leggero.
La via della Salvezza.
FLOP
GIORGIO MULE’
Tra dieci giorni ripartirà il Campionato di Calcio italiano con la serie A. E con una importante novità a firma del vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè. Che è incolpevole perché ha voluto solo riequilibrare le forze in campo ma che porta il nome di un emendamento che “lega” male con la figuraccia che il nostro calcio ha fatto agli Europei.
Il suo dunque è un “Flop” di rappresentanza, non certo di responsabilità diretta, ci mancherebbe, ma oggi toccare il tema calcio senza pensare alla Nazionale ed alle sue figure barbine è praticamente impossibile. Specie con le Olimpiadi in corso e con altri azzurri su tutt’altro mood. Quale novità? Quella per cui la Commissione Cultura della Camera aveva “votato la riformulazione dell’emendamento Mulè sul calcio”.
Il forzista lo aveva presentato al dl istruzione e sport ed esso riconosce un peso maggiore alla Lega di Serie A nell’ambito della Figc. Attenzione ché il distinguo è importante. Di certo si tratta di una novità positiva, questo perché “fino ad ora il ruolo della Lega di serie A, che con il suo apporto finanziario garantisce al calcio le energie necessarie per alimentarsi, era mortificato”.
Elegia e magari un “ceffone”
Da cosa secondo Mulè? “Da una sotto rappresentazione antistorica oltreché palesemente ingiusta all’interno del consiglio federale”. E’ vero e bisognava sanare in punto di realismo quella situazione, ma per paradosso amarissimo quell’atto a suo modo di “giustizia normativa” arriva in un momento particolare. Momento in cui sarebbe facile e primordiale smettere di riconoscere al calcio italiano di rango massimo un ruolo che ha dimostrato di meritare poco sul campo.
Perciò bene l’elegia: “Oggi per il calcio italiano inizia una nuova era con il giusto riconoscimento del peso e del ruolo Lega di serie A all’interno della Federazione. Si apre una nuova pagina, che mette finalmente al passo con i tempi il nostro sistema”. Ma altrettanto e nella modalità “cavalleresca medievale”. Cioè quella procedura per cui, quando un combattente veniva riconosciuto come meritevole di rango elevato, si buscava dal padrino un ceffone dritto in faccia.
Ceffone che non tocca a Mulè, ma che “investe” la sua persona come portatrice di una miglioria necessaria in un momento buio. Momento in cui le necessità sono altre, come quella di smettere di seguire l’usta pazzoide e danareccia della sentenza Bosman.
Maledetta sentenza Bosman
“Fino ad ora il ruolo della Lega di serie A, che con il suo apporto finanziario garantisce al calcio le energie necessarie per alimentarsi, era mortificato da una sotto rappresentazione antistorica oltreché palesemente ingiusta all’interno del consiglio federale”.
Ci sta, ma andrebbe fatto un bagno di umiltà assoluta, e l’impressione è che alla Seria A si sia data solo un’arma ulteriore per vivere nel suo splendido isolamento. Quello che poi “castra” la Nazionale. E la manda a casa più spesso di quanto non sia decorosamente lecito.
Date alla Lega, ma la Lega pure dia.