
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 26 giugno 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 26 giugno 2024.
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VITTORIO SGARBI

Con lui ci eravamo lasciati nel pieno dello scandalo poi diventato fascicolo giudiziario legato ad un quadro. Con quello e con una verve polemica che aveva alimentato anche non pochi strali da quella Arpino di cui era diventato sindaco. Tuttavia una cosa bisogna dirla: Vittorio Sgarbi nella sua veste di fustigatore di sconci ci sta ancora benissimo, e quando lo fa gli viene bene.
Ieri il prof era immortalato in foto assieme ad un raggiante Gianluca Quadrini alla mostra del pittore Luciano Ventrone dedicata all’arte iperbolica su “Il Caravaggio oggi”. Questi sono i giorni in cui, dopo ben altre iperboli, l’isola di Capri è lentamente avviata verso una sospirata normalità. Su cosa? Su un clamoroso “guasto improvviso alla condotta adduttrice che serve la penisola sorrentina e l’isola”. Un guasto che aveva lasciato l’isola azzurra simbolo del turismo d’élite al secco. E che si era verificato “presso la Strada Statale 145, nel comune di Castellammare di Stabia”.
La nota della società che gestisce il servizio idrico nell’area, Gori spa ha rimesso tutti su toni di tranquillità relativa.
L’arringa quadrata del prof

Ecco, Sgarbi è esattamente l’apostrofo non certo rosa tra le parole “danno” e “relativo”. La nota aveva proseguito. “E’ completato il riempimento della condotta sottomarina per Capri ed è stato avviato il servizio alle prime utenze“. Gori prevede che a partire dalle ore 18 salvo imprevisti, potrà essere“. Il tutto perché venisse “regolarizzato gradualmente il ripristino del servizio idrico alle utenze dell’isola di Capri”. Questo accadeva in esordio nel week end appena trascorso.
Poteva Sgarbi farsi scappare l’occasione per una Filippica? No, solo che stavolta la sua è stata un’arringa quadrata. E soprattutto sistemica, in cui Cartesio ha sedato lo spleen di certe sue esternazioni più iconiche. “A Capri a causa di un guasto manca l’acqua e il sindaco, giustamente, per ragioni sanitarie, ha vietato lo sbarco ai turisti”. Poi l’affondo dell’ex Sottosegretario alla Cultura: “Ma mi chiedo: è così complicato in Italia costruire più dissalatori? Pare che in tutto il Paese ce ne siano solo 12. In Spagna, per avere un confronto, ben 765”.
Alla fine una considerazione ovvia quanto cruciale, solo a volerci riflettere un attimo. “Per un Paese che ha nel turismo un pilastro della propria economia, credo che si debba fare di più. E in fretta”.
Incazzato e per una cosa giusta.
DAMIANO COLETTA

Ci sono evidenze che fanno parte del nostro Dna e del nostro modo di vivere civile. Proprio per questo, ribadirle sarebbe una perdita di tempo. Eppure, nonostante in Italia la schiavitù sia stata vietata per legge dal 1957 ancora oggi ci sono nei campi persone che vivono in condizioni da schiavi. La piena parità dei diritti tra Uomini e Donne è entrata in vigore nel 1948 con la Costituzione della Repubblica Italiana: nonostante questo solo un paio di anni fa Nicola Zingaretti ha varato una Legge per parificare gli stipendi di uomini e donne nel Lazio. Poche altre Regioni italiane lo hanno fatto.
Ecco: ci sono cose che pensiamo non esistano, come lo sfruttamento dei braccianti e gli stipendi dversi tra uomini e donne. Eppure sono delle realtà. Allora conviene ripeterle ogni tanto le cose; anche se sono evidenti. È quanto ha chiesto di fare ieri l’ex sindaco di Latina Damiano Coletta. Lo ha fatto nel corso del Consiglio comunale di Latina: quando è arrivato il momento di discutere una mozione presentata dalla maggioranza. Che chiede al Ministero di inserire nelle materie che si insegnano in tutti i bienni di tutte le Superiori le materie del Diritto e dell’Economia. Iniziativa lodevole: che andrebbe preceduta dalla reintroduzione però del Educazione Civica e di un serio studio della Storia, cancellati di fatto dai programmi ormai da tempo.
Una piccola correzione

L’ex sindaco Coletta ha proposto con l’opposizione una correzione al testo. Chiedendo di ricordare anche l’importanza dell’insegnamento di alcuni specifici valori della Costituzione: democrazia, lavoro, uguaglianza, unità d’Italia, antifascismo «perché la nostra Repubblica si fonda sulla Costituzione e questa afferma che è vietata la ricostituzione del Partito nazionale fascista».
L’emendamento è stato bocciato. Per la maggioranza di centrodestra era «una strumentalizzazione da parte delle sinistre. Siamo convinti che la proposta di introdurre obbligatoriamente l’educazione del diritto e dell’economia sia una misura necessaria per garantire ai giovani una formazione adeguata. Siamo categoricamente contrari a riportare la dialettica su piani ideologici ormai superati e divisivi come quelli tra fascismo e antifascismo o comunismo e anticomunismo. Queste contrapposizioni appartengono al passato. Noi siamo contro ogni forma di autoritarismo, che condanniamo con fermezza».
Bene l’emendamento: ricordarlo non fa mai male. Bene la risposta: nemmeno quella era così scontata. E sentirlo dire ad alta voce anche da chi siede sui banchi posizionati a destra è sempre utile.
Repetita iuvant.
FLOP
MARIA ELVIRA CALDERONE

L’impressione è stata quella del solito lessico emergenziale e di maniera legato più ai picchi emotivi del momento che alla serena strategia a lungo termine. Alla ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone concediamo il beneficio del dubbio, tuttavia restano quei toni da elegia che non hanno proprio messo a fuoco il problema delle morti sul lavoro. Non fino a quando la stessa non si rapporterà in particolare con il collega Francesco Lollobrigida, ad esempio.
Perché? Perché fin quando noi italiani vorremo pagare due spicci quattro etti di pomodori pelati e poi vorremo lamentarci indignati in caso il prezzo aumentasse il core di quel problema non sarà mai affrontato.
Il caporalato e il processo sommario
Il dato è che il caporalato è un sistema che fonda quasi tutto su prezzi bassi e domanda enorme, una combo che giocoforza fa morti, soprusi e vittime tra le categorie che quel lavoro lo fanno al posto nostro. Per Calderone il caporalato “mortifica il lavoro, mette a repentaglio vite umane e non fa crescere la qualità del lavoro”. Ed è una verità sacrosanta, ma apodittica e di maniera.
Ora, tenendo conto che dopo la morte sconcia di Satnam Singh ci si era affannati a portare il tema generale al tavolo con le parti sociali di Roma magari ci si aspettava roba più tetragona in merito. “Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato”. Molto retorico, troppo retorico per essere solo lo sfiato in perfetta buona fede per una temperatura emotiva che presto calerà. Bisogna “intensificare tutte quelle che sono le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro”.
Tutto bello, ma banale. Assai

Questo perché – udite udite la Verità Rivelata – il caporalato “mette a repentaglio le vite umane e non fa crescere la qualità del lavoro in un comparto importantissimo come quello dell’agricoltura”. E vai di spottone finale: “La sensibilità è comune al governo tutto ed è comune nella definizione di strategie complessive”.
Poteva mancare il riassunto dell’accaduto come se non lo conoscessimo? “Non possiamo che che ricordare e condannare quanto è successo a Cisterna di Latina al lavoratore, che ha perso la vita perché non è stato soccorso e c’è chi ha pensato di abbandonarlo senza assistenza in un momento in cui erano gravissime le ferite riportate”. L’impressione è stata quella, sì.
Cioè di tanta retorica del presente, giusto per aspettare un futuro narcotico. Magari fino alla prossima tragedia con precise responsabilità.
Non disperde il fumo, lo fa.