Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 28 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 28 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 28 agosto 2024.

TOP

ELENA BONETTI

Elena Bonetti

Da tempo ormai, fin dall’inizio dell’estate, lei aveva caldeggiato l’istituzione di una Commissione con il compito di “indagare sui fenomeni connessi ai mutamenti e alla prospettiva demografica del Paese”. Elena Bonetti conosce bene quel contesto messo a fuoco anche dal numero uno di Bankitalia Fabio Panetta a Rimini. Lei è stata Ministra per la Famiglia ed ha a disposizione tutte le skill per mettere a fuoco una questione che sembra enciclopedica, ma che in realtà è molto più concreta.

Oggi l’esponente di Azione ha messo a segno un punto che è sì corale, in quanto ad intenti, ma che rimanda direttamente al suo personale impegno. Suo e, in veste di agenda larga, a quello del partito guidato da Carlo Calenda. La Commissione in oggetto avrà il compito di mettere il naso in una lunga sequela di voci.

Eccone alcune, spulciate direttamente dai siti istituzionali delle Camere. “Spopolamento; invecchiamento medio della popolazione; longevità e i conseguenti effetti economici e sociali”. Poi “composizione dei nuclei familiari; contesto abitativo, lavorativo e culturale. A cosa rimanda questo elenco? Alla necessità di fotografare l’Italia da una prospettiva economico-demografica che finalmente ci metta di fronte ad un fatto.

Non sarà un organismo inutile

Quello per cui siamo pochi, vecchi e con un welfare antiquato, un mix micidiale. In spunta anche “la mobilità residenziale della popolazione”. E a seguire nel lungo ed articolato elenco di temi in spunta non mancano altri argomenti caldi: “Il mercato del lavoro, il tasso di occupazione e disoccupazione e le prospettive del welfare e della produttività economica”.

E ancora, per toccare voci di influenza diretta sullo status quo: “L’impatto sui bilanci pubblici dei cambiamenti demografici; i flussi migratori. La distribuzione dei servizi sociali e sanitari; la promozione della salute e la prevenzione delle malattie”. Capito perché forse una Commissione del genere non è il solito parolificio di ristoro?

E Bonetti lo ha messo in chiaro: “Abbiamo ottenuto un grande risultato: l’approvazione all’unanimità per l’istituzione di una Commissione parlamentare per gestire gli effetti economici e sociali della transizione demografica in atto. E a chiosa, come monito tetro per un futuro che è già presente: “Un esempio? Da qui al 2030 l’INPS denuncia il fatto che mancheranno 20 miliardi di euro per pagare le pensioni. Sì, forse è il caso che qualcuno ci ragioni, su questa faccenda.

Cavallo di battaglia.

CARLO MARINO

(di Paolo Carnevale)
Giovanni Scifoni sul palco di Anagni

Ci vuole coraggio per parlare di Francesco nel modo in cui lo ha fatto Giovanni Scifoni l’altra sera ad Anagni, in una delle serate più belle del Festival del teatro medievale. Non solo di questa edizione, ma di tutte. Perché quando si parla di Francesco il rischio santino, con rispetto parlando, è dietro l’angolo.

E diventa facile farne una figura a due dimensioni, piatta, con tanto di retorica del ricco che rifiuta gli averi paterni e diventa un pazzo che parla con gli animali. Parlarne così è facile. Consolatorio, perfino. Perché ci fa restare al di qua della linea immaginaria che separa il palco dalla platea. Francesco diventa un modello inarrivabile, e ciò evita ( a tutti noi) il rischio che proviamo ad essere davvero meglio di come siamo. Come invece lui ci chiede da sempre.

Invece Giovanni Scifoni, domenica sera ad Anagni, ha scelto una strada diversa. Rischiosa. Mostrandoci la vita e la morte di un santo, certamente; ma anche quella di un uomo, con tutte le sue contraddizioni e le sue fragilità. La grandezza di Francesco, del resto, sta proprio nella lotta che fa per superarle, quelle fragilità. E’ ciò che lo rende santo pur restando umano. E’ il suo lascito al mondo. Ad ognuno  di noi.

La scelta coraggiosa
Carlo Marino

Il coraggio però non è solo quello di Scifoni. E’ anche quello di chi ha scelto di ospitare il suo spettacolo in città. L’assessore Carlo Marino ha scommesso sulla possibilità che una serata potesse far riflettere, non solo emozionare. A teatro è più  facile far ridere (o piangere) che far pensare in maniera profonda. Riempire Piazza Innocenzo III con il cabaret o la comicità sarebbe stato più semplice.

Anagni invece scommette sulla sua capacità di far pensare.

La città della ragione.

FLOP

FRANCESCA PASCALE

Francesca Pascale (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Ci piace chi cambia idea, ma ci piace chi lo fa con garbo. E per gradi, con quelle scansioni morbide ed eleganti cioè che non sono solo forma. Sono anche e soprattutto la sostanza di un graduale mutamento di opinione che costituisce la vera ricchezza del genere umano, Ed un’opportunità. Il guaio è che questi sono tempo polarizzati, in Italia.

Tempi di certezze granitiche, del dubbio visto come pestifero e non come fucina di progresso. E delle versioni squadernate in perfetta antitesi con quelle che una stessa persona urlava fino a poco tempo prima. Contestualizziamo: “È un bene che ci sia almeno su TikTok perché il film non c’è in Italia”.

“Il film si trova sul mercato tedesco, francese, inglese”. Chi lo aveva detto? Toni Servillo nel podcast di Dario Moccia, riaccendendo l’interesse su un’opera cinematografica di Paolo Sorrentino finita negli angoli bui del mainistream tv per ovvi motivi: “Loro”, su Silvio Berlusconi. La pellicola infatti è del 2018 ma “non è disponibile su nessuna piattaforma e non viene trasmessa in televisione in chiaro o a pagamento”.

Il libro dei sogni: “Radical shit”
Uno dei meme sull’aeroporto intitolato a Berlusconi

Mediaset aveva acquistato i diritti ed aveva messo quell’imbarazzante ritratto in due parti in soffitta. E Servillo: “Evidentemente, adesso non mi mettete in imbarazzo, il film è stato acquistato da chi non ha interesse a distribuirlo in Italia. Non è stato trasmesso dalla Rai, non l’ha trasmesso ovviamente Mediaset, non l’ha trasmesso neppure La7 che fu l’unica a trasmettere Il Divo.

Poteva mancare il commento-replica di una piccata ex compagna del Cav Francesca Pascale? “Scriverò un libro sull’ipocrisia di quelli presenti nelle piazze antiberlusconiane nel frattempo che sguazzano e mangiano con il denaro di Silvio Berlusconi. Titolo: RADICAL SHIT. Ora, anche al netto delle vicende personali della Pascale, prima “donna di Berlusconi”, poi gay e poi bisessuale dichiarata, non salta all’occhio qualcosa?

Cioè quel mezzo funzionalismo per cui una volta il suo ex era il compagno, poi un nemico plantigrado, poi un sereno totem a cui rendere giustizia, poi ancora… Magari un’occasione per cavalcare l’ennesima vicenda e ritagliarsi uno spazietto nelle parti ctonie della cronaca politica?

Per la Pascale l’ipocrisia è quella di “chi vive nella menzogna e si veste di valori e ideali che in privato non considerano, essendo tutto ciò che criticano”. E noi siamo d’accordo con lei. Perfettamente.

Confusa e felice.

ADRIANO PIACENTINI

Adriano Piacentini

Il Direttivo Provinciale di Forza Italia lo ha messo fuori dalla stanza dei bottoni degradandolo a semplice iscritto. Dicendo di non avere fatto nulla ma di essersi semplicemente limitato a prendere atto della situazione. E cioè che Adriano Piacentini, fino a poco tempo fa sub coordinatore provinciale del Partito, non ha seguito le indicazioni di Forza Italia ma è rimasto come assessore nella maggioranza di Riccardo Mastrangeli anziché passare all’opposizione.

L’operazione firmata dal Coordinatore provinciale Rossella Chiusaroli in costante collegamento con il Coordinatore Regionale Claudio Fazzone ha il sapore di un repulisti. In parte è così. Ma a finire al centro delle purghe non sono gli avversari interni, né della prima né del secondo. Bensì quelli che sono sospettati di servirsi del Partito anziché servirlo. E Adriano Piacentini è tra questi.

Piacentini con il Coordinatore Chiusaroli ed il vice Natalia

Una contestazione che nasce proprio dal mancato rispetto delle indicazioni di Partito, non dimettendosi da assessore. Circostanza aggravata dal non avere espresso il suo dissenso al Direttivo e non avere risposto alla nota con cui si invitava a lasciare la carica. Come se Piacentini si sentisse al di sopra del Direttivo, della Coordinatrice e del Regionale. Vero è che il suo disappunto lo ha espresso occupando un’intera pagine di giornale su Ciociaria Oggi: che però non è organo del Partito. Offendendo ancora di più i vertici.

In questo modo, una scelta di dissenso che in politica ci sta senza problemi è diventata un validissimo motivo per epurare una figura alla quale nessuno potrà negare l’apporto politico (e non solo) dato in questi anni a Forza Italia. Ed epurazione legittima, difficilmente contestabile: perché ha fatto tutto da solo. (Leggi qui: Forza Italia mette Piacentini fuori dal Direttivo).

Dalle ragioni al torto.

LA VACANZA DI GIORGIA

Giorgia Meloni

Si vede poco ma anche in Fratelli d’Italia ci sono sensibilità differenti. Come dimostra il fatto che da una parte ci sia Fabio Rampelli e dall’altra Giorgia Meloni. Il primo fu in qualche modo artefice della crescita della seconda.

In questi giorni escono entrambi dal letargo interno per dire, il primo che non crede al Partito degli amici (o dei nemici). La seconda: “Eccomi qua. Richiamate le unità“.

Partiamo da un presupposto. Un Presidente del Consiglio dei Ministri è prima una donna (o un uomo) ed ha il sacrosanto diritto a stare un po’ in pace anche per 3 giorni. Ma chi accetta quel ruolo fa, anche, una rinuncia tout court alla propria vita privata (più elegantemente conosciuta come privacy) ed è fuori luogo che faccia battute sulla sicurezza nazionale chiedendo di richiamare le unità di ricerca, perché sono effettivamente fuori dalle Caserme ma si occupano di cose molto più serie. Come, ad esempio, contrastare le interferenze russe, contenere le mafie libiche che riempiono le coste di disperati ed il Mediterraneo di cadaveri, combattere le mafie nostrane sempre più ricche di capitali in nero.

Peggio di lei, su questa piano, è riuscito a fare solo Francois Hollande, l’ex Presidente francese che guidava impavido il suo motorino in incognito, per le sue fughe (in quel caso almeno amorose). E lo faceva nella granitica certezza di aver seminato spionaggio, elicotteri e cimici della sua Guardia Nazionale, sperando che fossero distratti dalle parole crociate o da qualche pisolino retribuito dall’Eliseo.

Nero Nero Sette.