Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 4 giugno maggio 2025

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 4 giugno 2025

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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 4 giugno 2025.

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TOP

RICCARDO MASTRANGELI

(Foto © Stefano Strani)

Prassi rara quella della coerenza. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha confermato, anche per il 2025 il progetto Solidiamo, destinando oltre 130mila euro a studenti meritevoli e anziani iscritti ai centri sociali della città. Un’iniziativa concreta, fondata sul principio della restituzione e sul valore del merito.

Il progetto, nato oltre dieci anni fa con l’amministrazione Ottaviani, si basa su una scelta tanto semplice quanto rivoluzionaria: sindaco e assessori rinunciano volontariamente a parte della propria indennità (fino al 30%) per finanziare due azioni precise. La prima, FormAzione, premia gli studenti delle scuole medie e superiori che si sono distinti nell’ultimo anno scolastico. La seconda, Anchise, sostiene attività culturali e ricreative per la terza età.

Impegno reale
Nicola Ottaviani (Foto © Stefano Strani)

Con la recente delibera, la giunta ha stanziato 101.609 euro per FormAzione (pari al 70% del totale) e 33.546 euro per Anchise (30%). Entrambi i progetti saranno completati entro settembre 2025. Un impegno reale che, negli anni, ha coinvolto migliaia di giovani e ha reso più attivo e partecipe il tempo degli anziani.

«L’amministrazione – ha dichiarato il sindaco Mastrangeli – prosegue nel solco di un progetto che dura da dodici anni. Vogliamo premiare il merito e sostenere chi ha più bisogno di occasioni di socialità e intrattenimento. È una scelta politica chiara: investiamo sulle persone, non sulle apparenze».

Il gesto non è simbolico: il contributo economico degli amministratori, guidati proprio dal sindaco, è proporzionalmente rilevante. È una forma di politica partecipata, dove chi governa non chiede soltanto sacrifici ai cittadini, ma dà per primo l’esempio.

Mastrangeli ha dimostrato di saper mantenere vivo uno dei progetti più virtuosi della città. Ora la posta in gioco è ancora più alta: tradurre in realtà anche le promesse infrastrutturali. Perché se “Solidiamo” è il volto umano della politica, l’efficienza sulle opere è ciò che ne misura l’efficacia.

Continuità e concretezza.

ADRIANO LAMPAZZI

Adriano Lampazzi

C’è chi parla di lavoro giovanile e chi lo costruisce, un corso alla volta. A Frosinone, l’azienda speciale Frosinone Formazione Lavoro sta dimostrando che un’idea chiara di futuro può tradursi in risultati concreti. I dati del Bollettino mensile Excelsior, curato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, parlano chiaro: la domanda di tecnici qualificati in provincia è altissima, e la formazione offerta dai Centri di Frosinone Formazione è perfettamente allineata a queste esigenze.

Secondo l’ultima rilevazione relativa al mese di maggio, manca all’appello il 69,3% degli operatori della cura estetica e il 72,6% dei meccanici, montatori, riparatori e manutentori. Esattamente i profili che Frosinone Formazione Lavoro prepara attraverso corsi mirati come:

  • Operatore del Benessere – Acconciatore ed Estetica
  • Operatore alla riparazione dei veicoli a motore
  • Operatore termoidraulico
  • Operatore elettrico
Un mestiere da imparare

Si tratta di percorsi professionalizzanti che non solo danno competenze pratiche immediatamente spendibili, ma rispondono a una carenza strutturale del mercato locale e nazionale. In altre parole: qui si forma chi il lavoro non solo lo cerca, ma lo trova.

Il messaggio lanciato dall’azienda speciale è diretto: “Ai ragazzi e alle ragazze che stanno per concludere le scuole medie: esiste anche la formazione professionale. È una scelta che non esclude il sapere, ma lo declina nel fare, nella specializzazione, nell’ingresso immediato nel mondo del lavoro. Una porta d’ingresso solida, concreta, qualificata.

E non finisce qui. L’offerta include anche corsi come:

  • Operatore informatico
  • Operatore ai servizi d’impresa
  • Operatore delle produzioni alimentari

Tutte qualifiche riconosciute a livello nazionale, che permettono ai giovani di scegliere tra diverse strade professionali, in un panorama in cui spesso le opportunità scarseggiano perché manca il giusto raccordo tra formazione e occupazione.

Anticipare il mercato

Questo è il punto di forza di Frosinone Formazione Lavoro: non rincorre il mercato, lo anticipa. Con un approccio che combina teoria, pratica e visione strategica, i suoi corsi non sono alternative di serie B, ma corsie preferenziali per entrare nel mondo del lavoro da protagonisti.

Come sottolineano i responsabili dell’ente: “È il momento di riconsiderare il valore della manualità, della competenza tecnica, della formazione professionale. Il lavoro esiste, ma serve preparazione. E i nostri numeri lo confermano”.

In un Paese dove spesso la scuola e il mondo produttivo viaggiano su binari separati, Frosinone Formazione Lavoro dimostra che un’alternativa è possibile. Serve visione. Loro ce l’hanno. E i risultati cominciano a farsi vedere.

La visione giusta

FLOP

BEPPE GRILLO

Beppe Grillo (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Beppe Grillo fa causa al Movimento 5 Stelle per riavere il simbolo. Ma la verità è che la vera sentenza è già stata emessa — dalla storia. Ed è una condanna senza appello: il grillismo originario ha fallito. E non per colpa altrui, ma per implosione interna. Ora Grillo pretende di tornare alle origini, di recuperare ciò che lui stesso ha contribuito a mandare in fumo. Più che un’azione legale, sembra un’operazione nostalgia malriuscita. Anzi, un tentativo di imbalsamare un cadavere politico.

Il fondatore, estromesso come garante a fine 2024 dalla Costituente M5S, ha rotto gli indugi: “A breve avvierà un’azione legale per riappropriarsi del simbolo e del nome“, dicono i suoi. Tradotto: non gli piace più quello che il Movimento è diventato. Ma il problema è che, prima di diventare questo, era quello. Cioè un mix ingenuo e aggressivo di slogan, limiti imposti a caso, moralismi malmessi e promesse irrealizzabili. È tutto documentato.

Uno non sempre vale uno
Luigi Di Maio al balcone annuncia ‘l’abolizione della povertà’

Il celebre “uno vale uno“? Travolto dalla realtà: uno non vale l’altro, specialmente in politica, dove l’inesperienza non è purezza ma spesso solo incapacità. Il limite dei due mandati? Sconfessato dagli stessi eletti, diventati nel frattempo “risorse indispensabili”. Gli stipendi ridotti a 2.000 euro? Fandonia populista: tra rimborsi, diarie e giochi contabili, è stata solo una fiction mal recitata. E la famosa restituzione? Tra bonifici scomparsi, giustificazioni surreali e guerre intestine degne di una sit-com da seconda serata.

Eppure, eccolo lì Grillo, che guarda con orrore il simbolo “rappresentato da queste persone” e ordina: fatevene un altro, questo è mio. Ma quale simbolo vuole salvare, esattamente? Quello che ha traghettato Di Maio al Ministero degli Esteri? Quello che ha sostenuto tre governi di fila con alleanze antitetiche tra loro? O quello che ha garantito l’ascesa e poi la caduta di una classe dirigente tutta interna, tutta improvvisata, tutta auto-disillusa?

La risposta dei contiani
Giuseppe Conte (Foto: Alessandro Amoruso © Imagoeconomica)

I “contiani”, da Campo Marzio, rispondono con olimpica calma. “Siamo assolutamente tranquilli“, dicono. E fanno bene: se Grillo vuole un simbolo, può ridisegnarselo da solo. Magari con la faccia che urla, il Vaffa stilizzato, e sotto la scritta: “Reloaded”. Ma quel Movimento lì, quello vero, non esiste più. È stato il suo stesso fondatore a costruirlo come una miccia corta. E ora si stupisce che sia esploso.

Grillo non rivuole solo il simbolo. Vuole rivendicare l’idea che quel modello fosse valido. Ma non lo era. L’esperienza ha smentito ogni assioma fondativo del M5S. A partire dalla sua presunta superiorità morale. Finendo con l’illusione che bastasse l’onestà (vera o presunta) a risolvere problemi complessi.

Il simbolo, oggi, è solo un’ombra. Una reliquia. Può anche tornare nelle mani di Grillo, se la legge glielo permetterà. Ma non gli restituirà il Movimento. Quello, come ha detto lui stesso, è “stramorto”. E stavolta nemmeno una causa potrà riportarlo in vita.

Il creatore in causa col suo Frankenstein