Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 4 settembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 4 settembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 4 settembre 2024.

TOP

GUIDO ANGELOZZI

Guido Angelozzi

Può piacere o no ma a Guido Angelozzi non si può non riconoscergli l’enorme schiettezza e il fiuto per il talento (Brescianini in Nazionale l’ultimo capolavoro). In un momento di difficoltà del Frosinone (3 punti nei primi 4 turni) il plenipotenziario direttore dell’area tecnica ci ha messo la faccia in una conferenza stampa-verità. Non era obbligato a farlo: d’altronde il mercato è terminato venerdì scorso e l’impellenza della cronaca non c’era più. Angelozzi invece non si è nascosto, è stato diretto senza peli sulla lingua.

Al punto da rivelare di non essere stato d’accordo con Stirpe sull’affaire-Marchizza. “Il Venezia ci ha offerto 3 milioni che sono tanti in Serie B, il giocatore voleva restare, il presidente mi ha detto: “se lo cedi non tornare più”. Credo che Stirpe abbia sbagliato: era un’operazione da 4.5 milioni compreso il suo ingaggio. Gestire una società come il Frosinone ha costi enormi”, ha confessato Angelozzi.

Soddisfazione ed autocritica

Angelozzi è convinto di aver allestito una buona squadra che alla distanza si farà apprezzare. Lavorando sodo. Massima fiducia inoltre al tecnico Vincenzo Vivarini. “Forse ci manca un centrocampista forte fisicamente ma fino a gennaio ho voluto proteggere i giovani Cichella e Vural. Due “perle”: se fosse arrivato un altro mediano li avrei mortificati”, ha aggiunto Angelozzi che non si nasconde: “L’obiettivo è la parte sinistra della classifica altrimenti avrei fallito. Vedo troppo pessimismo, abbiamo un gruppo di lavoro nuovo. Serve tempo e la squadra si metterà a posto”.

Garanzia-Stirpe
Maurizio Stirpe

Angelozzi ha chiesto tempo e critiche costruttive ribadendo per l’ennesima volta che il Frosinone ha una garanzia: il presidente Maurizio Stirpe. “Bisogna avere fiducia in Stirpe, altrimenti non abbiamo capito nulla – ha chiosato – Ho conosciuto lui, il padre Benito e i soci Zeppieri 22 anni fa. Il Frosinone era in Serie C2, non c’era nulla. Mi volevano affidare la direzione sportiva, ho vacillato ma avevo preso altri impegni. Da lì c’è stata una vera escalation. Ed oggi abbiamo 3 giocatori in Nazionale che sono passati per Frosinone a partire da Gatti diventato persino capitano della Juve (gli altri Okoli ed appunto Brescianini)”.

Direttori si nasce.   

FELICE GRANISSO

Felice Granisso (Foto © Imagoeconomica)

Un doppio premio, a ben vedere per meriti che sono più di due. Felice Granisso, Ceo di Tea Tek, ha ricevuto investitura per quella combo di riconoscimenti al CEOforLIFE Awards 2024 delle imprese. Perché? L’uomo al timone della campana Italian Green Factory sarà premiato per i suoi sforzi imprenditoriali d’ambito. La kermesse si svolgerà su un timing di otto giornate: dal primo al 22 ed il 24 ottobre prossimi.

Si tratta di una iniziativa “di rilievo nazionale promossa da CEOforLIFE che celebra e riconosce i leader aziendali che si distinguono per l’adozione di strategie e pratiche sostenibili. Siamo già all’edizione numero quattro e tutto questo grazie ad un format efficacissimo.

Eccellenze manageriali e green
Foto © Mac Mullins / Pexels

Cioè “una piattaforma unica per valorizzare le eccellenze manageriali. E promuovere una cultura d’impresa orientata alla responsabilità sociale e ambientale. Ed il gruppo Tea Tek, azienda italiana leader nei mercati della energie rinnovabili, gestione idrica, impianti industriali ed automazione, ha comunicato che Granisso sta in podio. “La premiazione avverrà presso la CEOforLIFe ClubHouse di Montecitorio (piazza Montecitorio 116, Roma) nelle giornate dedicate all’environment e innovation”.

A chi toccheranno i riconoscimenti? “Saranno premiate la attività aziendali condotte nell’ambito della transizione ecologica e del made in Italy. Eccolo, il cardine motivazionale: Granisso non solo ha rilevato un’azienda napoletana al collasso ed ha riassorbito personale. Lui ha anche dato una chiara rotta green alla sua attività. Le sue sono le parole di un uomo fiero di quel che ha creato.

Il percorso di Tea Tek

“Siamo orgogliosi per questa grande attenzione da parte delle imprese e delle istituzioni. Questo premio ci consentirà di far conoscere ancora di più il percorso del gruppo Tea Tek e il progetto intrapreso a Napoli”. Ricordiamolo, quel progetto che tra l’altro era rientrato in zona Zes ma che ha patito la scure della nuova profilazione del credito d’imposta.

Quello di Tea Tek e di Granisso era un progetto, pienamente realizzato, “per la reindustrializzazione dell’ex Whirlpool”. E “per dare vita alla prima fabbrica green del Mezzogiorno”. E qui un missione compiuta ci sta tutto, fuor di retorica.

Felice e meritevole.

FLOP

MATTEO RICCI

Matteo Ricci con Sara Battisti

Ve li ricordate quei cugini canacchioni che vi rubavano il pallone da bambini e che poi vi rotolano in casa con le “pastarelle” quando tu sei diventato poliziotto e loro hanno beccato una multa? Ecco, il Matteo Renzi che qualche giorno fa era andato alla Festa dell’Unità a quei tipi là ci assomiglia. Assai. E Matteo Ricci è troppo intelligente per non aver colto questa “somiglianza”, anche al netto della similitudine.

Il Sindaco di Pesaro ed ex Presidente delle Ali ha però un’urgenza. Quella ed un sogno. La prima è quella di piazzarsi strategicamente in una casella di funzionalismo prog. Il secondo quello di sovrapporre la sua urgenza ad un contesto Ue in cui ci possa essere un solo grande blocco prog.

I dem, le lusinghe ed il rischio
Luciano Fontana (Foto: Canio Romaniello / Imagoeconomica)

E’ tutto bellissimo, ma perfino uno pacato come Luciano Fontana aveva messo in guardia il Pd dalle lusinghe di uno che, quando ti lusinga, appronta il veleno di quando non avrà più bisogno di lusingarti. Renzi è così, anche fuor di iperbole così resta. E potrebbe essere un problema. Non per Ricci, che dice cose illuminanti ma che tace sugli angoli bui che il doversi arrivare, a quella luce, sottintende. “Il tema è politico, ma c’è anche una questione di fiducia”.

“C’è stato un popolo di sinistra che manifesta un po’ di amarezza, qualche mal di pancia, verso Renzi, del quale si credeva potesse dare una nuova prospettiva”.

Tolto il dente Ricci parte. “Ma noi siamo ancora qui: perché il Partito Democratico sopravvive ai suoi leader”.

“Costruire un’Italia migliore”
Matteo Renzi (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

“I leader cambiano ma il Partito Democratico continua ad esistere. Perché è una comunità di persone che condividono i valori di uguaglianza, giustizia sociale. E che sostengono i leader ma restano a lavorare, come avviene nelle Feste dell’Unità.

Poi una spruzzata di merito ecumenico: “Siamo qui a costruire una prospettiva per l’Italia migliore, mentre governa la peggiore destra. Chi fa politica non deve avere rancore, ma deve guardare in prospettiva”.

Nessun rancore va benissimo, ma a patto che Ricci prometta di non provarne quando anche a lui Renzi dirà: “Matteo, stai sereno”.

Leopoldeggiante.

ROSSELLA CHIUSAROLI

Rossella Chiusaroli

Un tempo si chiamava ‘confusione ideologica‘. La si aveva quando si militava in un Partito ma si professava la linea di altre forze. Proprio per questo, ai tempi del Partito Comunista c’era la figura del Commissario politico, la cui funzione era quella di verificare che iscritti, quadri, dirigenti sotto la sua competenza seguissero la linea ortodossa del Pci. Chi scantonava veniva obbligato a rimettersi a studiare, chi scantonava scientemente era deviazionista. È di un Commissario politico che ha bisogno in questo momento la Direzione provinciale di Forza Italia in Ciociaria.

Ne ha bisogno affinché gli spieghi che il Partito fondato da Silvio Berlusconi si sta spostando sempre più verso le sue radici di Centro e Liberali. Allontanandosi e non avvicinandosi alla Destra. Perché quella emersa nella Direzione che ieri ha istituito il Coordinamento dei Sindaci affidandone la guida al sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo, è una realtà in totale confusione. Che anziché spostarsi verso i principi del confronto democratico reintroduce la figura del Ministero della Cultura Popolare, il ministero di impronta fascista che governava la stampa e la propaganda.

Rossella Chiusaroli

Lo si deduce con imbarazzante chiarezza nell’ultimo capoverso del comunicato diffuso ieri alla Stampa. Recita testualmente: “La riunione del direttivo provinciale di Forza Italia si è conclusa con l’approvazione, sempre a voti unanimi, di una mozione diretta ad evitare il diffondersi di voci dissonanti e distorte, che spesso trovano spazio sugli organi d’informazione. E’ stato stabilito che il direttivo deve avere un’unica e sola voce e che ogni azione e ogni iniziativa dovrà essere vagliata e approvata dallo stesso organismo”.

Ora. Che urga un Commissario politico è evidente. Primo: perché unanimità non è unanimismo. Secondo: perché è il confronto tra le idee ad essere il motore di un Partito. E non si può non saperlo. Soprattutto a certi livelli.

Confusione ideologica.