Top e Flop, i protagonisti di sabato 12 ottobre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 12 ottobre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 12 ottobre 2024.

TOP

GIUSEPPE MASSAFRA e VITTORIO CELLETTI

Giuseppe Massafra, Segretario Cgil Frosinone – Latina

Da Segretario interprovinciale della Cgil e da presidente della principale organizzazione degli industriali del Cassinate hanno colto l’attimo e messo bene a regime il loro ruolo ed il contesto nel quale lo stanno esercitando. Contesto delicatissimo, a contare che Stellantis è sotto pressione, al Ceo è stata indicata la via dell’uscita, i mercati fantasticano una fusione. E tutto questo, unito al pessimo momento per il comparto in tutto il globo, sta creando enormi perplessità sul futuro dello stabilimento Stellantis Cassino Plant.

Con le iniziative prese a stretto giro l’uno dall’altro, hanno inviato dei chiari segnali al mondo del lavoro e dell’impresa. Facendo capire che prima del salvataggio Stellantis c’è un altro obiettivo centrale da raggiungere: la messa in sicurezza dell’indotto ciociaro, con la sua capacità produttiva, le suo quote di mercato, i suoi posti di lavoro.

La Cgil con l’iniziativa dell’altro giorno in sala Restagno a Cassino ha messo in chiaro che la crisi dell’Automotive è una crisi di sistema. Per renderlo comprensibile a tutti ha dato il primo esempio di ‘relazione diffusa‘. Cos’è? Invece di affidare al Segretario generale provinciale la relazione che descrivesse l’intero quadro, Cgil ha voluto che fossero i Segretari delle singole confederazioni a descrivere l’impatto della crisi Automotive sul loro settore: dai trasporti ai servizi, dalla Funzione Pubblica al Pubblico Impiego.

Sulla stessa barca
Vittorio Celletti (Foto © IchnusaPapers)

Il nuovo presidente di Unindustria Cassino invece ha tenuto a stretto giro la sua conferenza stampa di presentazione ufficiale: nella quale ha spiegato la sua visione e chiesto lucido ottimismo. Serve innanzitutto tempo: per pianificare la riconversione di quei rami che tra poco non avranno più un ruolo nella fabbricazione delle auto. E servono procedure finalmente snelle: non si può pensare di convertire le fabbriche quando occorrono quattro anni per il rilascio di un’autorizzazione. Servono poi nuovi ammortizzatori per salvare i posti di lavoro nel frattempo.

Seppure da fronti diversi e per interessi opposti, l’organizzazione dei lavoratori e quella datoriale sono scese in campo nello stesso momento e per dire la stessa cosa: occorre rimboccarsi le maniche e costruire le condizioni per la più grande rivoluzione industriale sul territorio dagli Anni 70. Tempo da perdere in tavoli, solidarietà e menate varie, non ce n’è.

Non ci si salva da soli.

CRISTINA MICHETELLI

Cristina Michetelli (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Ci vogliono qualità particolari per fare oltre che proclamare, e non sono affatto qualità scontate. Men che mai lo sono nella pubblica amministrazione italiana, dove la logorrea sembra (quasi) sempre prevalere sul senso tutto empirico di mettere a terra un’idea. E farne godere i fruitori finali, che in democrazia sono i cittadini-elettori. Cristina Michetelli non ci ha messo molto, a dimostrare di appartenere alla categoria di quelli che lottano e vanno a meta senza annunciare che stanno lottando, magari per celare il fatto che la meta è lontana.

E’ la differenza tra la buona volontà di facciata e l’empirismo di polpa. Sono bastate due secche delibere proposte da lei e la Consigliera delegata al Patrimonio e bilancio del Comune di Roma è andata a meta. Presto, con efficacia e con risultati di cassa per il capidoglio di questi mesi che si appresta ad ospitare il Giubileo 2025. Ma qual è stato il target a cui puntava la Michetelli?

Gli immobili al Trionfale
Roberto Gualtieri (Foto: Andrea Di Biagio © Imagoeconomica)

Una cosa molto tecnica ed al contempo molto importante nella sua vesta pratica: la dismissione degli immobili del comprensorio di via Trionfale e via Chiarugi. Un’operazione che alla fine è stata vidimata dal Consiglio metropolitano e che, su quel preciso filone immobiliare, “porterà nelle casse dell’ente circa 18 milioni di euro”.

E’ stata proprio la Michetelli a dare la cifra dell’importanza dell’operazione. Così, e a Roma Today: “Questa alienazione ha una duplice valenza. La prima perché finalmente si dà la possibilità a chi vive negli appartamenti di poter avere l’opportunità di acquistare l’immobile. La seconda è quella di far entrare nelle casse dell’Ente metropolitano, risorse importanti”.

E questo anche considerando “che dal 2025 dovremmo fronteggiare autonomamente allo stato un trasferimento di 150 milioni di euro, per effetto del blocco del Decreto aiuti. E c’è un dato che dà in un certo senso “plusvalore” all’operazione condotta dalla consigliera capitolina. “Voglio ricordare che questo Ente, che non vive di auotonomia impositiva, ma si finanzia attraverso l’RC Auto e dall’Imposta Provinciale di Trascrizione. E potrà contare su queste risorse che verranno destinate agli investimenti sui territori, tra cui l’Edilizia scolastica.

“Addio Decreto aiuti, perciò diamoci da fare”
(Foto © DepositPhotos.com)

Che significa? Che per fare cassa bisogna creare i presupposti per farla, e non entrare nei panni dei gabellotti arcigni. Magari con un’operazione “sul patrimonio che va a notevole vantaggio del bilancio e dei territori e su cui non possiamo che dirci soddisfatti”.

La chiosa è stata da team-worker, e non poteva essere altrimenti: “Come Delegata al Bilancio e Patrimonio dell’Ente, vorrei sottolineare il totale sostegno di questa operazione del sindaco Roberto Gualtieri, che ha creduto fino in fondo alla positiva soluzione della vicenda”.

Solutrice.

FLOP

ISABELLA DE MONTE

Isabella De Monte (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

“Nun trov pac…”. Dalle nostre parti si dice più o meno così, quando si vuole bonariamente indicare una persona in cerca (quasi) perenne o continuativa di rotte. Rotte come quelle che persegue da mesi Isabella Del Monte, neo esponente di Forza Italia che prima stava con Azione e che però poi era passata con Italia Viva. A voler essere onesti un comune denominatore alla frenesia di team della Del Monte c’è: il centrismo.

A ben vedere infatti tutti e tre i partiti in cui ha militato sono di quell’area precisa. Il che dice molto della deputata, che è una europeista competente e convinta, non è una polarizzatrice, di certo non ama la politica urlata. Ed è in cerca di quello che Battiato chiamava “centro di gravità permanente”.

C’è un però. Ed è, solo metaforicamente, legato ad un altro titolo del gigante siciliano della musica: “La voce del Padrone”. Dove ovviamente il padrone è rappresentato da una irrequietezza che nel caso della Del Monte ha rasentato il parossismo. Ecco infatti il timing dei suoi cambi casacca.

Il “Centro di gravità permanente”
Carlo Calenda (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Era stata eletta alla Camera con Azione, il partito di Carlo Calenda, alle elezioni del settembre 2022. Un anno dopo, “lo scorso novembre, però era passata nell’altro partito centrista, quello di Matteo Renzi. Lo ricorda Il tempo. E adesso “l’ulteriore passaggio – per non parlare di vero e proprio cambio casacca – di De Monte in un altro gruppo parlamentare”.

Inutile ribadire che con l’approdo della deputata in zona azzurra il più contento è stato il capogruppo Paolo Barelli. La new entry è perfettamente in scia con la campagna acquisti che il partito di Antonio Tajani sta mettendo in atto ormai da 15 mesi. E lo stesso segretario ha spiegato: “Conosco Isabella fin da quando fu eletta al Parlamento Europeo e ho sempre riconosciuto in lei serietà e competenza nel promuovere valori comuni quali l’europeismo.

E su questo non ci piove. L’importante è che la lista dei partiti europeisti, centristi e di lessico moderato adesso sia finita. E che De Monte trovi pace politica.

Nomade irrequieta.