Top e Flop, i protagonisti di sabato 15 giugno 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 15 giugno 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 15 giugno 2024.

TOP

TOMMASO MIELE

Tommaso Miele (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Sulla sua preparazione non c’è dubbio. Nemmeno sulla sua visione non convenzionale delle cose che spesso ha provocato l’orticaria nella corporazione. Soprattutto quando il giudice Tommaso Miele pronuncia il discorso d’apertura dell’Anno Giudiziario presso la Corte dei Conti e dice apertis verbis che la stessa attesa della Giustizia è un’ingiustizia se si protrae troppo a lungo. E ricorda a tutti che dietro all’aridità dei Codici c’è il calore di infinite storie umane: invitando a non dimenticarle. Ai Governi ha detto che le maglie troppo larghe non vanno bene e che la paura della firma si combatte con leggi più chiare ed una maggiore competenza.

Il giudice Tommaso Miele è Presidente aggiunto della Corte dei Conti nazionale ed è anche Presidente della Sezione giurisdizionale per la Regione Lazio. Declinare tutto il curriculum richiederebbe un opuscolo: per sintetizzare è sufficiente dire che è estensore di circa 8mila sentenze alcune delle quali estremamente significative sul piano giurisprudenziale. È stato il controllore sulla gestione finanziaria di Eur Spa, dell’Agenzia del Demanio, di Leonardo SpA, dell’Università degli Studi di Cassino, l’università del Molise e dell’Università Federico II di Napoli.

Il guardiano dei conti calcistici
(Foto: Andrea Panegorossi © Imagoeconomica)

Nato e residente ad Aquino in provincia di Frosinone è sposato con la signora Rita ed è padre di Pierfrancesco e Gianmarco, entrambi avvocati, fondatori e titolari dello studio legale associato Miele & Miele con sedi a Roma e Cassino.

Da ieri è presidente della Co.Vi.So.C. cioè la commissione che vigila sui bilanci delle società di calcio e dice se sono in linea con i parametri di legge oppure no. In gioventù ha conosciuto i campi di calcio: maglietta bianca e nera dell’Aquino, ruolo preferito il difensore ed anche con un certo talento. Poi l‘unico sport che il giudice Miele ha praticato nella sua vita è stata l’equitazione: quando era allievo ufficiale nell’Accademia della Polizia di Stato; una vita fa. Ma sui conti delle società sportive ha una vasta competenza. Non a caso la Federcalcio nel passato lo ha voluto come Commissario Straordinario della Lega Pro.

Non metterà gli scarpini chiodati né i pantaloncini, non dovrà correre sulla fascia e nemmeno avere competenza su pressing o fuorigioco. Ma sui conti ha una visione di campo infallibile. E se gli daranno anche il Var, non sarà vita sempolice per le società con i conti pocho limpidi.

Un fischietto per Vostro Onore.

ALDO MATTIA

Aldo Mattia (Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica)

La tessera di Partito l’ha rinnovata in quello che è il circolo per lui più naturale: Frosinone. È la sezione di Fratelli d’Italia più vicina a casa, nella città dove è nato ed ha sempre abitato. Ma per uno come Aldo Mattia il concetto di casa è stato a lungo piuttosto aleatorio.

La sua carriera di direttore della Coldiretti lo ha portato a guidare produttori, coltivatori ed allevatori della Sardegna, della Sicilia, del Lazio e della Basilicata. Ed in più di un’occasione gli avevano proposto la candidatura con la prospettiva di andare a fare l’assessore regionale alle Politiche Agricole. Ha sempre declinato, preferendo non confondere i ruoli. Una volta andato in pensione ha accettato la candidatura a Montecitorio e lì è stato eletto sotto la bandiera di Fratelli d’Italia.

Ora riporta la tessera a casa. E non lo fa per andare in pensione. Farà politica nel suo territorio: il sogno nel cassetto è la candidatura a sindaco di Frosinone ma le evidenze dicono che la casella resterà occupata ancora a lungo. Porterà allora una ulteriore voce all’interno di un dibattito che mai come ora è stato composto da tante voci. Fratelli d’Italia è un Partito non soltanto in crescita ma in evoluzione. Dove fare la sintesi richiederà sempre più tasso politico.

Mattia ha una certa esperienza nel campo. Non soltanto quello agricolo.

L’istinto di casa.

FLOP

ANTONIO TAJANI

Antonio Tajani e Salvatore De Meo

Archiviato il voto Europeo che sarebbe dovuto essere ottima occasione per far contare di più l’Europa tornano le macro-questioni. Quelle forti, nette, quelle su cui c’è un bisogno assoluto di compattezza, ecumenicità occidentale in quanto a strategia. E soprattutto di una visione che sia in perfetta linea con le necessità di Paesi sovrani che dicono la loro, forte, sui luoghi dove guerra “necessaria” e massacri hanno un volto solo, ormai indistinguibile.

Luoghi come la striscia di Gaza, che in Italia è servita solo a polarizzare ancor più una campagna elettorale che puntava a confermare leader, piuttosto che a battezzare leadrship. Antonio Tajani è titolare della Farnesina, uomo dell’Europa per battage e militanza… e persona che questi ruoli li ha incarnati sul caso di specie più come schierano dell’atlantismo spinto che dell’europeismo fermo e consapevole.

I Paesi firmatari dell’appello
Ivan Scalfarotto (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Ivan Scalfarotto era stato autore di una utilissima silloge. “16 Paesi si uniscono a un appello della Casa Bianca perché sia concluso l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi, sulla base del piano del presidente Biden”. E ancora: “All’appello aderiscono Spagna, Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Thailandia e Regno Unito”. L’Italia non c’è.

Ricordiamo il testo: “Quali leader di Paesi profondamente preoccupati per gli ostaggi, tra cui molti dei nostri cittadini, sosteniamo pienamente il movimento per la tregua e un accordo sul rilascio degli ostaggi“. Non è finita: “Non c’è tempo da perdere. Chiediamo ad Hamas di concludere questo accordo, che Israele è pronto a portare avanti, e di avviare il processo di rilascio dei nostri cittadini“.

E a chiosa: “Questo accordo porterebbe a un cessate il fuoco immediato e alla riabilitazione di Gaza insieme a garanzie di sicurezza per israeliani e palestinesi e opportunità per una pace più duratura a lungo termine e una soluzione a due Stati. In questo momento decisivo, chiediamo ai leader di Israele e di Hamas di fare tutti i compromessi finali necessari per concludere questo accordo e portare sollievo alle famiglie dei nostri ostaggi, così come a quelle di entrambe le parti di questo terribile conflitto, comprese le popolazioni civili. È tempo che la guerra finisca e questo accordo è il punto di partenza necessario“.

Già, è tempo che la guerra finisca e che quelli che possono farla finire comincino ad agire. No, fra costoro Tajani non c’è.

Aspettiamo che lo facciano altri.

GIULIA INNOCENZI

Giulia Innocenzi

L’abbiamo conosciuta bene negli insuperabili format tv di Michele Santoro e di lei abbiamo apprezzato fin da subito quel pacato acume di giornalista serena, arguta ma mai sopra le righe. Giulia Innocenzi è la prova provata che questo mestiere lo puoi fare sposando la verità ma senza mai cornificarla con la verisimiglianza.

Innocenzi è tornata alla ribalta del mainstream mondiale, e se possibile in maniera ancor più marcata, con quel capolavoro documentaristico di “Food for profit”. L’inchiesta che la giornalista ha condotto con un team di colleghi splendidamente sul pezzo ha messo in luce tutto un universo legato al mondo del profitto a discapito di un vero e consapevole Green Deal. Tutto ben dunque, e tale resta.

Il problema della Innocenzi è però che in questi giorni sembra dare l’impressione di volerci stare troppo, sul pezzo.

L’aviaria e cosa sta succedendo
Foto © Imagoeconomica

Anzi, su tutti i pezzi che anche solo suggeriscano un legame tra grossi problemi e contesto dell’allevamento intensivo. Magari anche senza un nesso causa-effetto o prima che quell’eziologia là vanga certificata in punto di scienza. “Andiamo avanti così, fino alla prossima pandemia” il rimprovero ecumenico della Innocenzi è arrivato a corredo di una notizia che lei stessa ha richiamato.

Aviaria: Oms, un uomo è morto in Messico. Si tratta di un virus diverso da quello statunitense: è l’A/H5N2. È il primo caso umano dovuto a questo virus nel mondo. L’uomo non lavorava negli allevamenti”. Attenzione: c’è di che essere allarmato, se è vero che il Covid ci ha insegnato qualcosa. Anche perché ormai da giorni l’Oms ha confermato come quel decesso sia l’effetto di una infezione umana da virus dell’influenza Aviaria A (H5N2). E sì, quello messicano è di fatto “il primo caso nel mondo”.

TG5 spiegava che “la persona deceduta è un 59enne affetto da alcune patologie. Il caso era stato segnalato dalle autorità messicane il 23 maggio. Sulla base delle informazioni disponibili, l’Oms valuta ‘basso’ il rischio attuale per la popolazione generale rappresentato da questo virus”.

Ma allora perché per Innocenzi al mondo ci sarebbe qualcuno che, secondo il suo format lessicale, starebbe beatamente ignorando l’incedere di una nuova catastrofe sanitaria globale? Semplicemente non lo si è capito, è passato solo il messaggio per cui dalla Giulia analista si potrebbe essere arrivati alla Giulia messianica. E non sarebbe un buon affare. Soprattutto per Giulia.

Giusto un po’ meno pasionaria.