I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 28 settembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore.
Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 28 settembre 2024.
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MARCO DELL’ISOLA
Ha preso una serie di città del Lazio Sud e le ha trasformate per una sera in salotti del sapere: posti dove si parla anche di cultura ma principalmente di conoscenza. Ottenendo da subito un primo risultato: tracciare una linea di demarcazione tra quei due termini. Perché Cultura è l’insieme delle cose che concorre alla formazione dell’individuo, sul piano intellettuale e morale. Mentre Conoscenza è il frutto della ricerca, dello studio, dello sviluppo della sperimentazione.
E perché era importante che ci fosse questa linea di demarcazione? Perché occorreva una Notte della Ricerca come quella tenuta nelle ore scorse dal magnifico rettore Marco Dell’Isola dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale?
Il rischio del nuovo Medio Evo
Perché poco alla volta stiamo scivolando in un nuovo Medio Evo. In questo territorio sono sempre di più gli analfabeti di ritorno cioè coloro che avevano imparato a leggere sui banchi di scuola ma non lo fanno da così tanto tempo da avere perduto quella capacità. Si aggiungono agli analfabeti funzionali, cioè quelli che sanno leggere ancora oggi un testo ma non sono in grado di capire cosa hanno letto.
Sono sempre di più i No Vax che negano gli straordinari risultati ottenuti contro la poliomielite, la difterite e la pertosse: oggi i bambini del Lazio non muoiono per quelle malattie che quasi sono dimenticate. Sono ancora tanti i terrapiattisti per i quali le scoperte fatte da Galileo Galilei in poi non esistono e l’uomo mai è andato sulla luna.
A tutto questo il professor Marco Dell’Isola ha contrapposto il piacere di conoscere e sapere che nell’Università di Cassino si stanno sviluppando progetti con colossi mondiali come Q8, che a Cassino sono state messe a punto le cuffie bluetooth che consentono ai grandi cantanti del mondo di muoversi sul palco sentendo in maniera precisa la musica sulla base della loro vicinanza agli strumenti a non livellata come propone il mixer audio. Che la Ciociaria non ha il mare ma ha aziende che nella nautica dicono la loro su scala nazionale. E che sull’automotive ci sono interi capitoli da scoprire.
Tutto questo è frutto della ricerca. I ricercatori sono preziosi. Ed il sapere è fondamentale se si vuole competere. Oppure si ritorna al Medio Evo.
I salotti della Scienza.
AMBROGIO SPREAFICO
Lo scenario è la 110° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Nasce da un momento di povertà e fame per il popolo italiano: le sue radici affondano nell’esperienza degli emigrati che partivano più di un secolo fa diretti alla volta dell’America, della Francia, del Belgio, della Germania, del regno Unito. Migliaia di Ciociari hanno percorso quelle rotte: oggi sono altri a farlo partendo da altri posti e con altre destinazioni, ma è sempre la fame a spingerli. Come il vescovo Ambrogio Spreafico ha sottolineato nell’auditorium San Paolo a Frosinone.
«Sono preoccupato. A metà luglio sono stato a Gerusalemme. Lì ho visto il dolore, la fatica, l’incapacità a capire l’altro. È un dramma. Ho incontrato le famiglie dei rapiti del 7 ottobre e ancora prigionieri a Gaza, l’università cattolica di Betlemme, il patriarca. Prima di giudicare, bisogna capire. Invece di sparare sentenze sui social, occorre pensare. Quel like potrebbe generare odio anche nella vita».
Troppa violenza, odio, diffidenza
«Il nostro mondo è troppo violento. Le risse a Frosinone, Anagni, Alatri, non devono avvenire. I ragazzi non devono picchiarsi l’uno con l’altro. E quindi non cominciamo a dare la colpa agli stranieri. Nel mondo ci sono più di 100 milioni di migranti e aumenteranno. Fuggono da fame, povertà, distruzione. Che hanno fatto gli italiani e i ciociari durante e dopo la guerra? Sono migrati per sfuggire dalle stesse cose. Quindi bisogna lavorare insieme come facciamo con le istituzioni, i comuni, la prefettura e la questura. Non conviene costruire un’identità contro gli altri. Invece di fare un’Europa come volevano i padri fondatori continuiamo a darci battaglia gli uni con gli altri. Peccato».
Più efficace di tanti politici, più concreto di tanti analisti. Ci ha messo di fronte alle evidenze ed alla nostra coscienza. Starà a noi trovare il coraggio di dare una risposta.
I nostri fratelli.
ALESSIO D’AMATO
Alessio D’Amato si è sempre saputo muovere con un spaventosa puntualità. Merito delle sue origini politiche, di uomo pubblico perfettamente inquadrato in una visione tattica e strategica della sua mission. E merito di un carattere pignolo che non ha mai fatto derogare D’Amato dalla “polpa” dei problemi, senza svisate concettuali di troppo e senza quegli orpelli dialettici che fanno la (s)fortuna di molti suoi colleghi. C’è un problema? Se si è in condizioni di risolverlo ci si danna per farlo.
E se non si è in condizioni di risolverlo ci di “stradanna” per pungolare chi può farlo a farlo: subito e bene. Stellantis diventa croce per il lavoro e l’industria italiani? Allora la linea di Carlo Calenda non è solo quella del tuo leader che sposeresti anche se fosse fessa, ma la sola linea di seguire. “Bene la proposta del Segretario Carlo Calenda sul caso Stellantis, le opposizioni battano un colpo”.
Stellantis: bene la linea Calenda
“Azione è stata chiara sin dall’inizio, Stellantis e i suoi vertici devono rispondere al Governo e al Parlamento delle scelte scellerate che stanno compiendo. Se le opposizioni non si uniscono su questi temi, allora tutto il resto è solo noia”.
Se poi si parla di sanità allora in quel caso viene fuori tutto il backgruound di un ex assessore regionale sul tema che, piaccia o meno, come si gestisce un’emergenza sanitaria lo ha fatto vedere a tutto il Paese.
I pignoramenti nella Sanità laziale
Un battage tecnico che stavolta D’Amato ha messo a servizio di un argomento particolare. E cruciale. Con questi termini: “La Corte dei conti, nell’ultima verifica, ha rilevato un forte incremento, nei primi mesi del 2024, dei pignoramenti in materia di sanità”. Attenzione, qui scatta il “volpone skillato” che abita dentro Alessio D’Amato.
“Ciò (è, o sarebbe) in controtendenza, scrive la relazione, all’andamento discendente registrato tra il 2020 e il 2023, in cui la quota pignorata si è dimezzata”. L’allusione è quindi diretta alla giugulare del team di governo attuale, quello guidato da Francesco Rocca. “È quanto si evince dalla deliberazione n. 102 del 2024 presentata dalla Sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei conti. Siamo di fronte a un fatto gravissimo, il tema dei pignoramenti è sempre stato sinonimo di una cattiva gestione”.
Interrogazione e preoccupazione
E la soluzione? Quando non può metterci mano lui D’Amato interroga, interroga come se non ci fosse un domani. Come fece per il Codice della Strada e come ha fatto per il lavoro nero dopo gli sconci nel Pontino. “Per questo presento un’interrogazione al Presidente Rocca per chiedere quali siano i motivi di questa preoccupante inversione di tendenza”.
E a chiosa: “Più che ‘una nuova storia’ sembra il ritorno del vecchio sistema”. Non è un ka-boom, ma neanche è una castagnola da festa di paese. Perché D’Amato questo è: una via di mezzo tra uno sminatore ed un guastatore. E sa fare entrambe le cose molto bene.
Ottima mira.
FLOP
MARCO TRONCONE
Come sempre, e come in parte è giusto, se ci sono grane o situazioni migliorabili l’onore di doverle migliorare nei fatti è di chi “comanda”. Cioè di coloro che, nei sistemi complessi, hanno responsabilità apicali. Responsabilità come quelle che possiede, anche se non direttamente, Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, la società che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino.
Perché Troncone, che è un manager di provatissime capacità e con una gavetta straordinaria alle spalle, oggi si trova in una posizione scomoda? Il perché lo spiega una ricerca di Parkos. Che utilizzando lo strumento di misurazione di Google Earth ha studiato quali siano gli aeroporti in cui è maggiore la distanza da percorrere a piedi per imbarcarsi sui voli.
Lo studio di Parkos
In considerazione, nella stesura di quel report, è stato preso il terminal più grande unitamente alla distanza dall’ingresso fino al gate più lontano. Ecco, l’aeroporto di Fiumicino è quello per cui la silloge dell’indagine consiglia come sia meglio “non arrivare in ritardo”. Questo perché nel caso del Leonardo da Vinci e per raggiungere il tuo gate si potrebbero dover percorrere “fino a circa 1,1 chilometri dall’ingresso della sala partenze”.
Parkos è una piattaforma online che “consente di confrontare e prenotare posti auto presso gli aeroporti. E’ stata fondata nel 2014 “ed è attualmente attiva in 12 paesi europei, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia”. Il risultato sul’hub romano è medio-bassa. “Con una distanza massima di 1.081 metri dall’ingresso al gate più lontano, l’aeroporto di Roma-Fiumicino Leonardo Da Vinci si classifica al diciottesimo posto in Europa per le distanze a piedi più lunghe fino a un gate”.
Le skill negative italiane
In Europa non stanno messi molto meglio, sia chiaro, ma Fiumicino è maglia nera se si riduce la scala a livello nazionale. E la sua peculiarità è quella, legata a doppio filo alle skill in negativo del Paese: a collegamenti, taxi, traffico e viabilità. Che da noi rendono un semplice esercizio di matematica un problema vero.
Troncone era entrato in Adr nel 2011. Da lì aveva preso ad occuparsi di pianificazione strategica e rapporti con il Cda. Poi era passato Cfo fino al 2020, quando era stato nominato Ad, carica a cui era stato riconfermato nel 2023.
Dire che ad un esperto di strategia forse questo particolare aspetto non doveva sfuggire forse non è peccato…
Volare ma con i piedi.