I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 30 novembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 30 novembre 2024
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RIGHINI E RICCI
Due parole. Sono sufficienti ad imporre una svolta strategica: che cambia le cose, modifica gli assetti, disegna nuove prospettive. Ci avevano provato tanti nel passato ad ottenere quelle due parole contate ma si erano scontrati con una jungla di burocrazia, l’ostilità dell’apparato, l’incapacità di comprendere il problema una volta arrivati all’ultimo ostacolo da superare.
Le cose ora sono cambiate e quelle due parole adesso ci sono. “Gli impianti irrigui che servono il mondo dell’agricoltura laziale da ora sono di interesse pubblico. E per dare concretezza a questa decisione abbiamo istituito una Direzione regionale per le Bonifiche e dotato il capitolo con 35 milioni di euro in due anni”: lo ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura e Bilancio Giancarlo Righini. Per farlo ha scelto la sede del Consorzio di Bonifica ‘A Sud di Anagni‘ seduto al fianco della presidente delle Bonifiche laziali Sonia Ricci.
Cosa significano quelle due parole “interesse pubblico”? Perché sono così rilevanti, al punto da far parlare la presidente Ricci di “giornata storica”? Per le infrastrutture di irrigazione al servizio dell’agricoltura la decisione presa dal Consiglio Regionale del Lazio rappresenta una svolta unica in Italia. Il riconoscimento di “interesse pubblico” significa che gli impianti attraverso i quali si garantisce l’acqua per l’agricoltura e si evitano allagamenti a strutture strategiche come l’aeroporto di Fiumicino hanno un’importanza che tocca la collettività e per questo vanno seguite da apposite strutture amministrative dotate del potere e dei mezzi per realizzarlo.
L’assessore Righini ha annunciato inoltre che dal prossimo anno prenderà il via una strategia regionale per la realizzazione del Piano Invasi, la costruzione di grandi vasche di raccolta delle acque piovane che a differenza del passato ora precipitano in abbondanza ma concentrate in pochissimi giorni “affogando” il terreno. Gli invasi invece le raccoglieranno per restituirle all’Agricoltura in base ai piani di irrigazione delle Associazioni delle Bonifiche.
“Siamo di fronte ad una giornata storica, mai prima di oggi era accaduto che una Regione riconoscesse l’interesse pubblico degli impianti. Questo gli garantisce una adeguata manutenzione ed uno sviluppo capace di centrare gli obiettivi che i cambiamenti climatici stanno imponendo anche nel Lazio” ha commentato la presidente Sonia Ricci. Evidenziando che “solo il fatto che l’assessore Righini detenga contemporaneamente le delghe all’Agricoltura ed al Bilancio ha consentito questo risultato. Perché l’assessore all’Agricoltura ha fatto capire all’Assessore al Bilancio quanto importanti fossero quegli impianti per il nostro futuro alimentare”.
A riproporre il tema, un anno fa nel corso di una visita a Focene, era stato il Direttore regionale Andrea Renna, facendo il punto sugli aspetti giuridici, quelli tecnici ed economici e spiegando quali sarebbero stati i benefici per tutto il mondo agricolo del Lazio. L’assessore promise che se ne sarebbe interessato. Nessuno ci aveva creduto. Fino ad ora.
Dalle parole ai fatti.
EGISTO BIANCONI
Un successo che la dice lunga su quanto poi alla fine contino le persone e la volontà, specie in ambito di Sanità pubblica. E su come questo format poi possa essere spalmato anche sulle figure del Commissari Straordinari delle Asl a cui Francesco Rocca aveva dato le briglie degli spot sanitari di trincea della Regione Lazio. Egisto Bianconi ad esempio è il commissario della Asl di Viterbo e, al netto di vicende pregresse non proprio cristalline, può a ben diritto intestarsi, assieme al dottor Paolo Cardello, la messa a regime di una faccenda molto utile. E d’avanguardia.
Si tratta della Diagnostica per immagini dell’ospedale Andosilla. Uno strumento che “apre la strada per l’azienda in questo ambito tecnologico con l’obiettivo di proseguire il percorso in atto di miglioramento dell’assistenza sanitaria”.
L’AI per una diagnostica ad personam
Sì, ma cosa fa il dispositivo e perché lo fa così bene da far ben sperare nelle sorti di una sanità regionale che per altre vie arranca? Usa l’Intelligenza artificiale per dosare esattamente il quantitativo di onde e mezzo di contrasto per le Tac di ogni singolo paziente. Un meccanismo virtuoso perché soggettivo e “sparagnino” su protocolli che sono comunque dannosi ed invasivi per il paziente.
Lo spiega meglio una nota: “L’unità operativa Diagnostica per immagini dell’ospedale di Civita Castellana, diretta da Paolo Cardello, ha aperto la strada per la Asl di Viterbo all’utilizzo dell’intelligenza artificiale certificata”. Questo “a supporto della diagnosi strumentale, mediante l’acquisizione di un pacchetto avanzato di intelligenza artificiale installato sulla Tac del presidio”.
E si tratta di uno strumento avanzatissimo che ha un valore “di oltre 79mila euro, a valere sul finanziamento del Giubileo 2025”. Il professor Cardello ha spiegato come funziona: “Il software dell’intelligenza artificiale consente di ridurre la dose di circa il 60% per singolo studio. E, nel contempo, di ridurre la dose somministrata del mezzo di contrasto di circa il 20%, realizzando immagini di elevata risoluzione spaziale e di elevata risoluzione di contrasto”.
Strumento avanzatissimo “Made in Giubileo”
Quasi superfluo illustrare i benefici, specie per alcune categorie di pazienti. “Questa appare estremamente utile in pazienti fragili, come quelli affetti da neoplasia che necessitano di multipli controlli. A questi pazienti, negli ultimi mesi, sono state assegnate sedute dedicate di tomografia computerizzata”.
E l’Andosilla sembra volersi porre sempre più come spot di eccellenza, a contare le altre sue skill operative. Come “un nuovo sistema radiologico digitale pensile, destinato alla prima sezione diagnostica e allestito anche per esami di urgenza ed emergenza del vicino Pronto soccorso”. Ed anche “un tavolo telecomandato, comprensivo di opere complementari all’installazione nella seconda sezione radiologica, finanziato con fondi Pnrr NextGenerationEU, del valore di oltre 214mila euro”.
Più “due sale dedicate alla diagnostica per immagini allestite con il mammografo di ultima generazione, finanziato anche in questo caso dal Pnrr per un valore superiore ai 110mila euro, e un ecografo di alta fascia, per un valore di oltre 60 mila euro”. E la ciliegina sulla torta sarà una “apparecchiatura di Risonanza magnetica da1,5 Tesla”.
Perché a volte dotarsi degli strumenti giusti per curare la salute delle persone non è solo un problema di fondi, ma di sensibilità e volontà concreta.
Imitare, please.
FLOP
ISABELLA BERTOLINI E CLAUDIA ECCHER
Hanno lanciato i dadi su un terreno infido, perché è esattamente il tipo di terreno su cui indicano che i loro “antagonisti” non devono stare. Isalbella Bertolini e Claudia Eccher sono due membre laiche del Consiglio superiore della Magistratura ed appartengono alla parte orientata a destra. Dunque, a ben vedere questo è il preambolo numero uno, e già da esso si capisce molto bene come la loro iniziativa non sia da considerarsi “neutra”.
Perché sono consigliere dell’organismo di autogoverno del potere giudiziario ma sono in quota politica. Il che fa della Bertolini e della Eccher due cose possibili: o della sentinelle o (in paradosso) delle “partigiane”. Cioè persone deputate a rappresentare interessi all’interno di un organismo che come unico interesse ha l’amministrazione della giustizia.
Opinioni, giustizia e doveri
C’è anche un dato che tuttavia depone a loro favore, ed è quello per cui il tema chiave è proprio quello legato ad una domanda che sa delle fatidiche cento pistole: “Può un magistrato esprimere pubblicamente le proprie opinioni sulla giustizia?”.
Tecnicamente no, e per questo motivo il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia aveva valutato l’apertura di una pratica disciplinare. Pratica contro il segretario di Magistratura democratica Stefano Musolino. Capito l’ossimoro?
Le due laiche di destra vorrebbero far aprire un fascicolo interno su un togato di sinistra che avrebbe espresso pareri pubblici “politici”. E nel farlo esprimono esattamente quello che vorrebbero censurare. Cioè un’ingerenza politica in un “posto” che dalla politica deve star lontano.
Musolino e la partecipazione equivoca
Musolino sarebbe “colpevole, secondo le colleghe, di aver partecipato come relatore a un evento organizzato dall’associazione ‘No Ponte’ e di aver espresso ‘affermazioni di tipo politico’ nel corso di una trasmissione Piazza Pulita di La7”.
Il guaio è che la fonte sulla quale Bertolini ed Eccher fanno affidamento per bollare il collega come politicizzato è Libero. Cioè un quotidiano, che per mission deve iperbolizzare i titoli ed applicare la linea editoriale. E soprattutto un quotidiano che in tema di linee editoriali è tra i più notoriamente schierato a favore degli stessi partiti che hanno piazzato in loro quota le due al Csm. Insomma, quanto meno è un gran casino.
La prova di Libero, prova “inquinata”
La prova provata della infedeltà alla mission di Musolino sarebbe infatti articolo pubblicato su Libero con il titolo “Toh, una toga rossa a un evento contro il governo”. Cioè un capolavoro di preconcettualizzazione, doverosa in punto di media ma non tanto in punto di valore probatorio per una cosa seria come il Csm.
“Le scriventi ritengono che tali affermazioni di contenuto politico rappresentino una violazione dei principi costituzionali di imparzialità e indipendenza. Che secondo la Costituzione tutti i magistrati debbono osservare, avendo i costituenti previsto una magistratura apolitica e professionale”.
Ci sta, anzi, ci starebbe, ma una prova video sarebbe stata molto più azzeccata. E solo per una serena valutazione. Così è solo partigianeria al contrario.
Giusto un po’ pasionarie.