Top e Flop, i protagonisti di sabato 5 ottobre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 5 ottobre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 5 ottobre 2024.

TOP

SIMONA MALPEZZI

Simona Malpezzi (Foto: Clemente Marmorino © Imagoeconomica)

Ogni tanto arrivano, quelle iniziative che ti fanno capire come a volte la politica vada di carpiato nei problemi concreti. Quelli che disegnano trama ed ordito della società. Ed a volte arrivano, a traino di quelle iniziative, coloro che le hanno messe in piedi, pensate e messe a regime. Persone come la senatrice Pd Simona Malpezzi, che ha terremotato certi ambiti letargici e supponenti dell’universo italiano che legifera.

Ed ha deciso di parlare di un problema. Poi di parlare di come affrontarlo. Nello specifico con una petizione e due progetti di legge bipartisan presentati alla Camera e al Senato. La Malpezzi guida una nutrita pattuglia di parlamentari che si sono uniti a lei nella battaglia. Ma quale battaglia?

Smartphone invasivi per gli under 14/16

Quella, sacrosanta, “per combattere l’invadenza degli smartphone e dei social media nella vita dei ragazzi sotto i 16 e i 14 anni”.

Da quanto tempo se ne parla? E da quanto tempo, giusto mentre anche noi ne parliamo al bar, andiamo a comprare l’ultimo modello per il nostro Luigino che si è portato tanto bene nel frequentare la prima media ed ora passa, orgoglioso e maturo, in seconda?

Ecco, il problema su cui ha messo focus la Malpezzi è proprio questo: serve una legge perché noi le regole ai nostri ragazzi non gliele sappiano – o vogliamo – dare.

Tra i supporter più accesi di questa iniziativa un galvanizzato Carlo Calenda. Ma non è il solo. Con lui si sono convintamente schierati parlamentari del calibro della senatrice di FdI Lavinia Mennuni, Che tra l’altro è anche la prima firmataria del ddl depositato al Senato. E con loro anche la parlamentare del M5S Barbara Floridia, la deputata Dem ed ex ministra Giovanna Madia, che invece prima firmataria lo è stata alla Camera. Secondo le ultime notizie quella petizione ha già “raccolto 50 mila firme”.

L’allarme-gargarismo

Il promoter esterno alle Camere era stato lo psicoterapeuta Alberto Pellai, in combo convinta e pugnace con il pedagogista Daniele Novara. Che ha detto: “Il divieto di usare smartphone e social per i giovani under 14 non ha alcun intento proibizionistico, bensì educativo. Così come è stato deciso che alcool e tabacco fossero vietati per i minori di quell’età , la stessa cosa dobbiamo farla anche per i cellulari e i social”. E la Malpezzi ha chiosato con assoluto raziocinio: “Non possiamo continuare a parlare di un allarme rispetto alla condizione degli adolescenti e poi non intervenire”.

Già, non possiamo arringare sui pericoli per Luigino e poi fingere di non vedere che il primo pericolo per Luigino è la nostra comoda inerzia.

Perché un ragazzino col volto tuffato in uno smartphone non gli devi parlare.

Era ora.

ANGELO PIZZUTELLI

Angelo Pizzutelli (Foto © Massimo Scaccia)

C’è vita su Marte. E allora c’è speranza anche per l’opposizione in Consiglio Comunale a Frosinone. Per averne certezza non è stato necessario chiedere alla Nasa di mandare in Ciociaria il rover Perseverance. È bastato aspettare che prendesse la parola il Capogruppo del Partito Democratico Angelo Pizzutelli.

Ha rotto il silenzio istituzionale di questi mesi. Lo ha fatto per dire al sindaco Riccardo Mastrangeli che sta politicamente inguaiato. Molto inguaiato. Spiega Pizzutelli a Corrado Trento su Ciociaria Oggi che : «è arrivato il momento della chiarezza e dell’assunzione delle responsabilità politiche all’interno di una maggioranza che fatica ad amministrare il capoluogo. Non può derubricare a “gossip” il fatto che ben 5 consiglieri eletti nella coalizione hanno dichiarato l’appoggio esterno».

È un’evidenza. Ma nessuno fino ad oggi si era alzato per dire con tanta chiarezza che «La maggioranza che governa Frosinone si è “rotta”. Chi non condivide più il percorso sia coerente e stacchi la spina invece di tenere il piede in due staffe».

La maggioranza rotta
Foto © Massimo Scaccia

In effetti, a revocare la fiducia al sindaco Riccardo Mastrangeli e passare all’appoggio esterno sono stati i due esponenti di Forza Italia, due della Lista Mastrangeli (la civica di diretto riferimento del sindaco) ed i uno della Lega (cioè il Partito del quale è coordinatore provinciale il predecessore di Mastrangeli, il deputato Nicola Ottaviani). E se non bastasse, nelle settimane scorse è nato il gruppo FutuRa che non è proprio allineato sulle posizioni del sindaco.

Angelo Pizzutelli dice quello che ad altre latitudini sarebbe ovvio. ma che a Frosinone finora l’opposizione non aveva detto «Vuol dire che la maggioranza è profondamente lacerata». Va oltre ed invita i “malpancisti” ad essere coerenti: «Che senso ha salire sulle barricate su ogni tema, sentirsi praticamente all’opposizione e poi partecipare alle riunioni della maggioranza?».

Il paradosso è proprio questo. Diabolico e machiavellico, il sindaco Riccardo Mastrangeli ha invitato alle riunioni di maggioranza anche i suoi oppositori interni. Che ci sono andati come se fosse la cosa più normale della terra fare opposizione in Aula ad un sindaco ed alla sua maggioranza per poi partecipare alle riunioni nel retrobottega.

Ma di cose normali a Frosinone ce ne sono poche. Ha molti tratti da città marziana. E da oggi su Marte c’è anche l’opposizione.

Marziani a Frosinone.

GABRIELE PICANO

Gabriele Picano

Una frase soltanto. Buttata fuori di pancia ed a denti stretti. Ma che significa tantissimo sul piano politico. L’avvocato Gabriele Picano l’ha pronunciata ieri subito dopo avere ricevuto la nomina a componente del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione che gestisce il Policlinico di Tor Vergata. «Si tratta di una delega diretta del presidente Francesco Rocca e di nessun altro. A lui rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti».

Significa che da oggi anche lui risponderà direttamente al Governatore del Lazio, Francesco Rocca. Esattamente come hanno fatto alle scorse Europee il presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano, il commissario dell’Ater Antonello Iannarilli, il presidente della Saf Fabio De Angelis. I fatti dicono che Rocca si sta consolidando sui territori. A cosa gli serve?

Se la volta scorsa è stato il candidato civico individuato da una sintesi nel centrodestra, la prossima si giocherà la partita della rielezione da esponente di Fratelli d’Italia con una sua base solida sulle province.

Gabriele Picano ha atteso oltre un anno che il Partito si ricordasse di lui. Invece a toglierlo dall’ammollo è stato Rocca. E lui nulla ha fatto per nasconderlo: anzi, lo ha detto subito dopo la notifica della nomina, con una frase soltanto, buttata fuori di pancia ed a denti stretti. Ma che significa molto.

Avvisi ai naviganti.

FLOP

MAURIZIO LUPI

Maurizio Lupi (Foto Vincenzo Livieri © Imagoeconomica)

Di lui sono note principalmente due cose: la assoluta morigeratezza all’interno delle dinamiche di lessico nevrastenico del destra centro a cui appartiene. Poi la capacità di essere obiettivo pur all’interno di un format ideologico ben preciso. Che è quello di Noi Moderati, ovvero quello, arcinoto anche se non troppo premiato nei consensi di Maurizio Lupi. C’è un aspetto dell’ex ministro che però sembra rimandare ad “lato oscuro di spielberghiana memoria”, e da quel punto di vista non si riesce a capire dove finisce il Lupi che ci crede e dove comincia il Lupi che “ci fa”.

Come a proposito della ventura legge di bilancio, ad esempio, in ordine alla quale il leader centrista di governo ha espresso posizioni da libro dei sogni. Empiriche – è vero – concrete, ma alle quali mancano proprio le basi. E quando si parla di basi della Legge di Bilancio si parla di fondi, soldi, danè. E di grane grosse per Giancarlo Giorgetti che non fa più la spalla pubblicistica a Giorgia Meloni.

La Legge di Bilancio dei Moderati
(Foto © DepositPhotos.com)

“Con le nostre proposte contribuiremo ad una legge di Bilancio per sostenere i giovani, le famiglie, le persone più fragili e le imprese. E ancora: “Concentreremo le risorse sull’aumento degli stipendi col taglio del cuneo fiscale, sulla natalità e sull’aumento delle detrazioni scolastiche”. E’ tutta “roba” fattibile, ma che come al solito risente di un lessico pubblicistico che specie oggi, ad inizio ottobre, prende sempre più le sembianze di un mezzo spot realizzabile a malapena per la metà di quel che enuncia. Giorgetti ha infatti anticipato che un po’ dovranno piangere proprio le imprese.

Chi o cosa lo dimostrerebbe? Questo semplice assioma: i conti economici si fanno con i fondi ed i fondi sono figli per parte maggioritaria della crescita economica, a togliere il recupero fiscale, il debito e gli extra-gettito. E i dati Istato sull’economia italiana sono rosacei ma screziati di nero.

I dati Istat tra luci ed ombre

Specie su due temi che il Sole 24 Ore ha definito “non secondari: l’occupazione giovanile e la qualità dell’impiego”. Spieghiamola: l’ISTAT ha registrato per luglio un incremento “dell’occupazione dello 0,2% (56mila unità) sul mese precedente (i.e. ‘congiunturale’) e del 2,1% (490mila unità) su base annua (‘tendenziale)”. Cosa vuole dire? Che “il tasso di disoccupazione scende dello 0,4%, attestandosi al 6,5”. E che c’è un “forte incremento dell’occupazione femminile (+2,9%), quasi doppio di quello maschile”.

Quindi Lupi ha ragione e ci saranno le “forze” per fare quello a cui lui vorrebbe mettere imprinting? Non proprio. Perché “aumentano anche i dati degli inattivi, il cui tasso raggiunge il 33,3% con un incremento da giugno a luglio dello 0,6% (circa 73mila unità, di cui ben 63 mila donne)”.

Calano i lavoratori dipendenti

E c’è di più: “Si registrano dati non incoraggianti sull’occupazione giovanile. La disoccupazione giovanile si attesta infatti ancora intorno al 21% (20,8% per essere precisi), confermando i dati Eurostat che parlano di tasso di occupazione di neodiplomati/laureati al 67% contro l’83,5% della media europea.

Ci sono nuovi occupati, è vero, ma sono tutti prodotto sterile dell’aumento dei lavoratori autonomi (75mila unità sul mese precedente, 249mila su base annua).

E i lavoratori dipendenti? Quelli sono diminuiti su base mensile (-12mila a tempo indeterminato; -6mila a tempo determinato). Perciò forse anche Maurizio Lupi dovrà rivedere conti e sogni: al ribasso.

Ingenuo ma non troppo.