Top e Flop, i protagonisti di venerdì 12 luglio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 12 luglio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 12 luglio 2024.

TOP

GIUSEPPE SANTALUCIA

Giuseppe Santalucia (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

L’intervento della politica nell’universo della Legge di solito genera due cose: o razioni scomposte da parte di un mondo che si pensa come “casta” oppure riflessioni. Momenti cartesiani da parte dei rappresentanti di vertice di un pezzo di Stato che non è affatto casta, ma che rappresenta un settore autonomo dello stesso. Giuseppe Santalucia è presidente dell’Associazione nazionale magistrati, l’Anm, ed ha detto la sua in ordine ad una questione molto delicata e di forti implicazioni anche politiche (purtroppo).

Cioè all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio sulla quale il Guardasigilli Carlo Nordio ha parlato di una “giustizia malata da riformare alla radice”. Il ministro ha anche rincarato la dose con un indelicato “l’Anm è autoreferenziale. Il prestigio dei magistrati è crollato”. E Santalucia a far passare lui, chi presiede e le cose che fanno per “malati” non ci sta affatto.

La replica alla “diagnosi” di Nordio
Carlo Nordio (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

“Quando il ministro dice che la Giustizia è malata, io quasi quasi penso a dargli ragione. Perché quando entro nel mio ufficio e non ho stampanti, non ho computer, sono difficoltà quotidiane. Poi il magistrato di vertice spiega: “E parlo della Corte di Cassazione, quindi di uno degli uffici centrali. Pensate agli uffici periferici, in cui ci sono difficoltà enormi da superare ogni giorno per poter fare il proprio lavoro.

Ma il focus è un altro, quello per cui Nordio ha fatto una diagnosi sbagliata ed una prognosi ancor peggiore. “Allora io dico che se di malattia si deve parlare – sono le parole del ministro, io non userei questo linguaggio che evoca sfiducia – beh, questa è una malattia che ha come causa il ministero della Giustizia.

A chiosa una sfida che sa di paradosso ma che ha basi solidissime. “Noi abbiamo bisogno del ministro e del ministero, l’organo preposto ad assicurare alla Giustizia i servizi necessari. Ci dia le risorse per poter lavorare bene e meglio, oggi la magistratura si dibatte in carenze strutturali, questo è il dato”.

Il vero nocciolo della questione
Foto © Saverio De Giglio / Imagoeconomica

E ancora: “Se stiamo avendo risultati buoni, perché lo stesso ministro ce lo riconosce, sono in gran parte frutto del sacrificio dei magistrati più che di uno stanziamento adeguato di risorse.

Poteva mancare a stoccata-verità? “Sappiamo che le leggi le fa il Parlamento, per questo ci rivolgiamo al Parlamento in maniera rispettosa. Parlare non significa contrastare le riforme”. Come a dire guardatevi in casa vostra e risolvete davvero, invece di additare “case altrui” e dire di aver risolto.

Magistrato magistrale.

DOMENICO POLSELLI e DOMENICO ASTOLFI

La sede della BpF

Attraversare la tempesta non è mai impresa semplice. Nemmeno se sei un capitano di lungo corso e sei sicuro di avere la nave e l’equipaggio giusti. Perché le tempeste non si attraversano per sport, non si affrontano per divertimento: sono maledettissimi imprevisti lungo la rotta. Che anche se sei uno bravo rischiano di danneggiarti lo scafo, ferire i passeggeri, rovinare il carico. Per questo nessuno se le va a cercare.

La Banca Popolare del Frusinate nei mesi scorsi ha dovuto attraversare una tempesta mediatica. Connessa ad una giudiziaria: un’indagine legata ad alcuni suoi clienti che partecipavano alle aste immobiliari; all’Amministratore Delegato Bpf dell’epoca è stato contestato d’avergli concesso i soldi, la sua difesa è che quello fa di mestiere ma soprattutto che sulla sua attività era stato dato il semaforo verde dagli ispettori di Bankitalia durante la consueta verifica.

Nel frattempo l’istituto ha continuato la sua attività. E lo ha fatto bene, stando ai numeri dell’Atlante delle Banche leader – 2023/2024, lo studio del quotidiano economico Milano Finanza nel quale vengono raccolti i dati di tutti i migliori Istituti bancari, si attesta come eccellenza Regionale. BpF si è attestata come la migliore Banca del territorio in ambito regionale. Il premio è stato consegnato dal Presidente dell’ABI Antonio Patuelli al Direttore Generale BpF Domenico Astolfi.

La banca di territorio è differente
Il Dg Domenico Astolfi

Che ha messo in evidenza un aspetto: “le banche di territorio sono in grado di offrire tutti quei servizi che i grandi Istituti bancari non riescono a garantire. Banche considerate “minori” semplicemente sotto il profilo dei numeri ma che rivestono un ruolo fondamentale nello scenario finanziario nazionale: perché le grandi banche molto spesso non riescono a soddisfare in pieno le richieste del territorio”. Ci sono storie, progetti, credibilità, dietro agli algoritmi: le banche di territorio vanno oltre le formule.

A rendere ancora più interessante l’Atlante 2023-24 c’è il fatto che al secondo posto c’è un’altra banca del territorio: la Banca Popolare del Cassinate che negli anni scorsi ha spesso centrato la prima piazza. Leggere i numeri dei due istituti è confortante: sono la dimostrazione dello stato di salute economico di un territorio, dei suoi lavoratori e delle sue imprese. Scorrendo i dati dell’Atlante si vede che tra le due Popolari c’è stato un continuo testa a testa: su alcuni aspetti è leggermente avanti una, su altri è davanti l’altra. BpC quest’anno ha pagato la decisione di non tagliare né i suoi sportelli né i suoi dipendenti ma anzi di aumentarli, il che ha alzato il parametro dei costi. BpF ha capitalizzato la fiducia dei suoi correntisti che si sono fidati della loro banca nonostante la tempesta.

Alle loro spalle ci sono nomi di primissimo piano: Bcc Centro Lazio, Bcc Roma, Bcc Lazio Nord, Iccrea Banca, Popolare Cassa Sovvenzioni e Risparmio tra il Personale della Banca d’Italia, Popolare di Fondi, Blu Banca, Bcc Castelli Romani, Bcc Colli Albani, Cassa di Risparmio dell’Agro Pontino, Banca Popolare del Lazio.

I numeri con la testa dura.

FLOP

CLAUDIO BORGHI

Claudio Borghi (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

Claudio Borghi non è nuovo ad uscite, per così dire, “estreme”, ma tra quelle che ne hanno caratterizzato la carriera politica nella lega e quella da “opinionista social” forse l’uscita su vaccini pediatrici è la più clamorosamente tarocca. E pericolosa, a considerare che in Italia esiste ed insiste ancora una folta popolazione di No Vax militanti e per lo più analfabeti funzionali.

Il caso politico è noto ed ormai datato, ma i suoi strascichi si sono portati avanti fino a questi giorni, e non poteva essere altrimenti. La questione è quella dei due emendamenti della lega presentati a margine del decreto sulle liste di attesa in sanità, all’esame del Senato. Con quelle due eccezioni “si chiede di cancellare la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale per i minori di anni 16”.

Attenzione, qui non si parla di Covid e di teorie già ondivaghe di chi non ha capito ancora l’importanza di debellarlo con la medicina attiva. No, qui si tratta di negare le terapie vaccinali obbligatorie contro morbillo, rosolia e varicella. La proposta di Borghi prevede che essi dovranno essere “solo raccomandati. Via anche l’obbligo di inserimento dei dati delle prestazioni nel fascicolo sanitario elettronico”.

Ciao lotta a pertosse, morbillo etc.

E Borghi l’ha spiegata da vero talebano qual è. “L’obbligo vaccinale porta con sé il rifiuto. Lo abbiamo visto dopo le imposizioni dei vaccini contro il COVID. Molti vaccini che venivano dati per scontati e sicuri ora sono visti con diffidenza. Su questi temi ci sia libertà di scelta sia per chi è a favore sia per i contrari”.

Beatrice Lorenzin

L’ex ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, aveva già replicato: “Purtroppo proposte del genere non hanno nulla di scientifico. Lisciano solo il pelo ai no vax e minano la fiducia tra il cittadino e il medico. E questo è il problema. Gli epidemiologi dicono che non è questo il momento di ritornare al passato. L’obbligo vaccinale ha funzionato e sta funzionando”.

E Roberto Speranza, ministro della Salute ai tempi del Covid? “Si tratta di farneticazioni antiscientifiche da parte di chi pensa di poter lucrare su qualche voto no vax. Ma la chiosa migliore ce l’ha messa uno che politicamente con la lega di Borghi ci sta al governo.

Il solito, impareggiabile Maurizio Lupi. “Lo stop all’obbligo vaccinale per i bambini è una sciocchezza scientifica. Ed è da irresponsabili da un punto di vista politico. La salute dei bambini non può essere messa in discussione per un pugno di voti o per rincorrere i No vax”.

Meglio “No Vox”.