I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 13 dicembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 13 dicembre 2024.
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SABRINA PULVIRENTI
I fatti. Contano dannatamente i fatti. E che poi, per realizzarli, Sabrina Pulvirenti abbia praticamente zero tempo per salamelecchi e strette di mano, è altra faccenda. Ma c’è un fatto innegabile: fino a ieri dovevamo andare a Roma per farci operare o analizzare una serie di cose mentre da oggi le possiamo fare nell’ospedale di Frosinone.
La Asl di Frosinone ha annunciato l’avvio delle attività di Radiologia Interventistica. Il nuovo reparto può contare su una sala operatoria completamente nuova, fornita di angiografo d’ultima generazione. Tratterà le ernie del disco in pazienti affetti da cervicobrachialgia e lombosciatalgia acuta che non rispondono alla alla terapia medica; angiografie per lo studio di pazienti con malformazioni arterovenose cerebrali, al fine di individuare la migliore strategia di intervento. Infine, saranno effettuate procedure di embolizzazione di ematomi sottodurali, precedentemente sottoposti a tempestiva terapia chirurgica evacuativa, allo scopo di ridurre le recidive post-operatorie.
Si tratta di casi spesso con urgenze neurovascolari e di area “body” che fino ad oggi venivano dirottati in ospedali della Capitale.
Pochi inchini molte cure
“È – spiega il Commissario Asl Sabrina Pulvirenti – un importante passo compiuto grazie al supporto anche della Direzione Regionale della Programmazione che ha permesso il reclutamento delle risorse professionali necessarie. E’ un ulteriore passo a cui seguirà a breve anche l attivazione della chirurgia vascolare endoscascolare ed open”. Ad occuparsi di Radiologia Interventistica a Frosinone sarà il dottor Andrea Wlderk.
In questi giorni c’è chi vuole vedere in Sabrina Pulvirenti il difetto di essere poco ossequiosa con i sindaci. Lo contestarono anche ad altre prima di lei e non finì bene. Ma sul piano dei servizi la storia è differente ed è quella che consente ora di evitare viaggi della speranza a Roma almeno per alcune patologie. E se per costruirlo deve togliere tempo ai salamelecchi, chisseneimporta.
Poco ossequiosa, molto efficace.
LUIGI NAVE
La questione dell’emergenza abitativa e dei fitti troppo cari, spesso senza controllo alcuno, resta centrale in un Paese che parla molto ma agisce poco. Da questo punto di vista l’esposizione che ha fatto il senatore del Movimento Cinquestelle Luigi Nave deve valere come monito di fine anno.
Magari a ché per il prossimo, anzi entro il prossimo, visto che si parla di Bilancio nazionale, il problema sia risolto o contenuto. Nave aveva esposto la sua analisi in Commissione Ambiente del Senato e li sta ripetendo in questi giorni, in un loop benefico che magari potrebbe far rinsavire i decisori contabili del Mef e dell’Esecutivo.
Il concetto è semplice. “Nella nuova manovra di bilancio, il M5S propone di rafforzare il fondo per le morosità incolpevoli, sostenere gli affitti e garantire maggiori risorse per i giovani under 36 che acquistano la prima casa”. Nave ha spiegato che occorre “che il legislatore individui risorse per tutelare il diritto all’alloggio. Includendo l’uso dei fondi del Pnrr per l’edilizia universitaria e degli extra profitti bancari per finanziare politiche sociali”.
Rafforzare il fondo per i morosi incolpevoli
Perché non solo gli affitti sono troppo cari per contingenze economiche di scala, ma spesso ci si mettono i proprietari che diventano esosi e furbi.
Cosa sta facendo l’Esecutivo prima di varare la Legge di Bilancio e soprattutto prima di scartare i regali sotto l’albero?
Per Nave pochino, pochino assai. “Tuttavia, il governo sembra trascurare l’emergenza abitativa, privilegiando logiche speculative. Si assiste a una riduzione dei fondi per i giovani e per l’acquisto della prima casa, mentre gli affitti continuano ad aumentare insieme all’inflazione”.
Un mese fa c’era stato un apposito Cnpr forum Emergenza abitativa per famiglie e studenti nelle città metropolitane. Lo aveva promosso la Cassa di previdenza dei Ragionieri e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca. Al momento però da Palazzo Chigi e dal Mef nessuno ha battuto ancora un colpo.
Coperta corta, assai
Ovviamente la faccenda antica della coperta troppo corta è nota a tutti, ma il dato resta. Ed è quello per cui una fetta di popolazione attiva e spesso economicamente non al top paga pegno alla mancanza di regolamentazione o di azioni di calmiere su un settore che, a Roma e Milano, tanto per citare due casi, ha toccato punte economiche surreali.
Sarebbe ora di fare qualcosa davvero e Nave è stato tra i pochi che hanno rimesso il problema al centro della discussione politica. Se poi dovesse diventare centrale anche per quella economico-contabile del sistema Paese questo dipenderà da Giancarlo Giorgetti, Annamaria Bernini e non solo loro.
Nave scuola.
FLOP
ANTONIO SALVATI
Esistono diversi piani sui quali valutare le situazioni. E non sempre le conclusioni coincidono. Talvolta, da un piano all’altro, il risultato è addirittura all’opposto. Perché quello che sul piano Giuridico è ineccepibile non è detto che lo sia sul piano dell’Opportunità. Una cosa fatte secondo legge non necessariamente è una cosa fatta bene.
Ma la premessa deve essere chiara e da lì si deve partire: assoluzione con formula piena. Detto questo andiamo a vedere la storia. È quella del sindaco uscente di San Giovanni Incarico che aveva affittato quasi tutto un piano del municipio nel quale c’erano i suoi uffici ed altri strategici dell’ente, alla Unione dei Comuni “Antica Terra di Lavoro” di cui lui stesso era presidente. In questo modo, una volta uscito dal Comune come sindaco (ultimato il terzo mandato, di lì a poco non si sarebbe potuto ricandidare) ci sarebbe immediatamente rientrato trasferendoci gli uffici dell’Unione.
Un contratto di comodato che per il nuovo sindaco di San Giovanni Incarico Paolo Fallone era inesistente e per questo aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Cassino. Il caso si è concluso ora, dopo cinque anni, con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per l’ex sindaco Antonio Salvati, l’allora Segretario comunale e per il tecnico comunale.
I piani diversi
L’accusa era di avere falsificato, in concorso tra loro, la delibera di giunta sulla base della quale erano stati concessi in comodato i locali al secondo piano della casa comunale di San Giovanni Incarico. Al punto che il neo sindaco Fallone aveva iniziato il suo mandato sistemando una scrivania dentro un garage comunale, con la serranda alzata e la strada di fronte. Ora il giudice Falchi Delitala ha accolto la tesi del collegio difensivo: gli avvocati Dario De Santis, Sandro Salera, Ivan Santopoetro e Antonio Iafrate. In pratica: la delibera di giunta di cui veniva lamentata l’inesistenza in realtà era stata realmente stata adottata la sera del 31 dicembre 2012, il contratto era legittimo sul piano giuridico. Fine della storia sul piano giuridico.
Sul piano amministrativo, premessa la legittimità giuridica, è quantomeno paradossale che un sindaco destinato ad uscire dopo tre mandati (rieletto ogni volta a furor di popolo) ricorra ad una cosa simile. Ad affittare alla sua Unione dei Comuni, la sua stanza da sindaco e quella degli uffici. Non è concepibile perché il Comune è la casa di tutti i cittadini: anche se sei stato un sindaco amatissimo, votatissimo e rielettissimo. Il segnale che si dà alla comunità è che la cosa pubblica possa essere considerata da un certo punto in poi come cosa personale. E peggio ancora, si dà l’impressione di non voler accettare il giudicato delle urne.
Salvati, sul piano professionale (è avvocato e Segretario Comunale) possiede un’abilità ed una competenza come pochi. E infatti, sul piano giuridico ben poco è stato possibile rimproverargli: anzi, nulla. Ma in questo caso è il piano politico ad essere più rilevante: è l’esempio dato alla gente.
Incollamenti da lunga permanenza.
EMANUELA PISTOIA
Era stata candidata al Parlamento Europeo con la lista Stati Uniti d’Europa, cioè che con la sola compagine che avesse sincere skill europeiste (a contare le singolarità certificate di Forza Italia ed Azione) e che alla fine era rimasta fuori dai giochi. Ma Emanuela Pistoia non si è mai arresa, anche perché lei di fatto è una “fondatrice”.
Già nel 1993 la docente dell’università di Teramo aveva fondato Sinistra Liberale. Cioè movimento politico “poi confluito nei Democratici di Sinistra e quindi nel Partito Democratico”. E già da allora, oltre a queste sue skill maieutiche, della Pistoia era emerso il tratto politico saliente.
Molto prima di Matteo Renzi
Quello di una donna che fin da tempi non sospetti coltivava il sogno di vedere una sinistra liberal, socialdemocratica e prog che aggiogasse e istanze di cittadini italiani ed europei. Molto prima di Matteo Renzi. Ecco perché la notizia per cui la Pistoia è tra i fondatori di Rinascimento Azionista non lascia stupiti ma ha il tono di una benevola conferma.
Non un “cadeau” pre-natalizio dunque, ma il punto finale di una lunga e testarda decantazione di idee già regimentate. Della formazione fanno parte anche Gianluca Navarrini, Guido Gentile, Francesco Capone, Lucia Cherici, Mario Colombo, Antonella Sacchi, Marta Guerrieri, Carlo Staccioli, Andrea Marelli.
La guerra alle “mimesi elettorali”
Con loro molti altri esponenti della sinistra liberal di respiro europeo. Pistoia ha un pregio di base: quello per cui lei ha sempre denunciato “limiti mostrati in passato dalle operazioni di mimesi, in funzione esclusivamente elettorale, cui hanno dato vita i due grandi assenti”. Però ha anche un “difetto”: quello di voler incarnare per forza una “costola” di un centrismo liberal e prog al contempo che già c’era. Il che fa di lei una politica legittimata alle fronde, ma che poi spezza l’omogeneità del progetto a cui dice di aspirare.
Quali assenti? E da cosa? Azione e Italia Viva, che non si erano presentati ad una kermesse milanese di qualche giorno fa. Ad andarci invece era stata, per Azione ma su fronte frondista, Giulia Pastorella.
Pastorella che raccoglie l’assist
Cioè colei che ha apertamente sfidato Carlo Calenda nella corsa per la segreteria di Azione. Partito che Pastorella vuole far confluire in Rinascimento azionista. C’è aria dunque di un progetto eccentrico ad un certo modello politico ma che vorrebbe diventare epicentrico questione di bottega. Insomma, l’ennesima occasione sprecata per fare regola invece che imbrodarsi come eccezione.
Patorella è stata attratta, come molti altri, anche dal carisma e dalla serena consapevolezza della Pistoia.
Che è probabilmente una leader ma ancora non lo sa. Oppure lo sa benissimo e ancora non ce lo vuole dire. Perché è timida nelle sue posizioni… o furba nel non scoprirle troppo.
Stella (per ora) di seconda grandezza.