I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 15 settembre 2023
Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 15 settembre 2023
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ARIANNA MELONI
Non ha parlato subito. Ha rilasciato interviste, certo, ma per lo più si è equalizzata sulle frequenze “difensive” di chi è stata additata come la “sorella d’Italia”. Cioè come colei che, essendo consanguinea della premier, è di fatto fiduciaria cencelliana e nepotista di una Giorgia Meloni che ha bisogno della famiglia per comunicare con il suo Partito. Non è così e lo sanno anche i detrattori più fieri, ma la politica è fatta non solo di coerenza, bensì di ruoli.
E nel nome di quei ruoli Arianna Meloni è finita in tacca di mira. Il dato politico però è che chi l’ha inquadrata come una parvenue in crasi con il privilegio ha sbagliato calibro. Lo ha fatto perché Arianna Meloni è militante di FdI con incarichi delicati da molto più tempo di quanto non suggerisca la mistica comoda e pruriginosa della “sorellanza utile”.
E lei lo ha rimarcato in alcuni passaggi che vale la pena sottolineare. E roba a tratti iperbolica in lessico, ma la sostanza è che a coordinare la Segreteria politica di FdI non ci è arrivata una grulla con il cognome giusto. Conosce il Partito meglio di chiunque altro, sa perfino dove c’è la polvere negli angoli e chi è il più adatto a toglierla. Non solo a Roma ma in tutto il lazio e l’Italia. C’è lei dietro alla decisione di affidare subito a Fabio Tagliaferri il ruolo di commissario-conducator per risolvere le beghe sorte sulla candidatura anti-Salera per il Comune del 2024. E per pacificare in una settimana la spaccatura che ha diviso i Fratelli di Alatri dopo avergli fatto vincere le elezioni ed eleggere il sindaco, confinandosi da soli all’opposizione. (Leggi qui: Missione di pace: Tagliaferri da Cianfrocca martedì).
“In questo ultimo anno sono cambiate talmente tante cose, ci siamo assunti responsabilità enormi, tanti di noi sono impegnati in ruoli di vertice, di tutte le cosiddette aree interne della destra”. La praticità della Meloni è disarmante: “Oggi c’è la fila di persone che si propone, chiede incarichi, con fin troppo entusiasmo… Ma sono in grado? Non stiamo giocando, qui si lavora per l’Italia”.
E ancora: “Tutte le nostre figure politiche più esperte credo che debbano necessariamente mettersi a regime, ponendo al primo posto la necessità di lavorare per un bene maggiore sacrificando se occorre un bene minore”. E le Europee? “Preferirei di no. Ma sono un soldato“.
Tradotto: se non è un sì ci va molto vicino, e noi lo avevamo scritto in tempi molto ma molto non sospetti.
Il filo di Arianna: verso l’Ue.
FEDERICO MAURA
Il più grande mistero siamo noi stessi. E la risposta alle nostre domande sta dentro di noi perché siamo noi a crearci gli interrogativi. C’è stato un tempo in cui il solo farsi domande veniva considerato sintomo di un disagio: si veniva etichettati per matti. Segnale di un’arretratezza profonda, nella quale nemmeno si conosceva la differenza tra lo psicologo e lo psichiatra.
La velocità del mondo di oggi è simile a quella della luce, soprattutto se paragonata a quella di un mondo tartaruga nel quale hanno cominciato a muovere i loro primi passi i cinquantenni di oggi. Ed è in questo mondo super fast che ha trovato la sua dimensione Federico Maura, ceccanese di 26 anni laureato in discipline psicosociali.
Ha creato un suo canale Instragram ed uno Youtube, nei quali spiega gli schemi dei nostri comportamenti. Mettendo a nudo quanto siamo prevedibili, schematici, incasellati all’interno di modelli e stereotipi sociali. Il canale si chiama “Psicologia ingenua” che suona già molto meglio della materia scientifica il cui nome invece è “Psicologia del senso comune“. Nei suoi video di pochi minuti Federico spiega i modelli e le manipolazioni mentali, come nascono i falsi ricordi e si sviluppano le credenze. Ed in questo modo disinnesca molte delle situazioni che ci creano stress ed ansia.
Sull’argomento, prima di lui ha poggiato pietre miliari il professor Robert Cialdini con libri che spiegano il perché di quasi tutti i nostri comportamenti istintivi e come gli altri ne approfittino per venderci qualcosa o farci fare quello che vogliono. Ma Federico porta quei concetti ed altri ancora direttamente sul video e sullo smartphone, in maniera altrettanto comprensibile.
Recentemente ha acceso sette campanelli d’allarme per la salute mentale e sfatato cinque falsi miti sulla felicità. Dieci minuti a lezione per scoprirsi profondamente diversi.
Il cucchiaio non esiste, siamo noi a piegarci intorno a lui.
FLOP
FABIO RAMPELLI
Chiedere un congresso perché non si è più molto nelle grazie della “capa” non è stata la sua idea migliore e Fabio Rampelli è il primo a saperlo. L’uomo è troppo intelligente da non sapere che venare di correntismo un monoblocco come FdI nel momenti di massimo fulgore a Palazzo Chigi della sua donna totem è da grulli.
Non c’entra molto la nomina di Arianna Meloni a responsabile della segretaria nazionale. Quello è un mezzo motivo con l’altra metà che sa di movente. E in più ha dato adito anche alla mistica, altrettanto inesatta, dell’ammutinamento a tutto tondo. Di quello e del presunto primo scossone alla saldezza del partito di maggioranza nella maggioranza che governa l’Italia.
E’ tutta fuffa e Fabio Rampelli per primo non si perdona di averla innescata. Ma il dato resta. Come quando sul fronte opposto Matteo Richetti lanciò gli Harambee la solo scopo di giocarsi in purezza la matta di una “costola dem” che poi finì nella palude trafficatissima del correntismo.
Ha detto all’agenzia Vista: “Ho ascoltato e ho precisato che non voglio avere il ruolo che mi attribuiscono i media. Sono in sintonia con quanto sta facendo il Governo, anzi sono orgoglioso. Ogni giorno esce il mio nome come presunto oppositore del partito che ho fondato. C’è un problema nel circuito mediatico. Non c’è nessun rumor, non ho mai detto nulla su Arianna Meloni, capo della mia segreteria per 11 anni. Penso possa dare un contributo importante. Io non penso al legame di parentela, io no”.
Insomma, pochi giorni fa era partita una richiesta di congresso avanzata da alcuni esponenti dell’area dei ‘Gabbiani’. Poi, pochi giorni dopo al vicepresidente della Camera è rimasto in mano il cerino acceso di una sgroppata di pancia che voleva essere una puntata nel pluralismo. “Non sono un oppositore, è un ruolo che non ho e non voglio avere. Io ho fondato Fratelli d’Italia“.
Il pluralismo bellicoso. Cioè in una cosa che per FdI è curaro, cianuro e belladonna. E per cui non ci sono ancora antidoti conosciuti, specie con le Europee 2024 alle porte. E Rampelli lo sapeva.
Gabbiano has landed.
BARBARA DI ROLLO
“La donna è mobile / Qual piuma al vento / Muta d’accento – e di pensiero/ Sempre un amabile / Leggiadro viso / In pianto o in riso / è menzognero” versi che il celebre paroliere Francesco Maria Piave scrive per il Rigoletto musicato da Giuseppe Verdi e che fa cantare al Duca di Mantova nel terzo ed ultimo atto.
Pochi altri hanno saputo riassumere altrettanto poeticamente bene la volubilità e l’imperscrutabilità dell’animo femminile. La donna è piuma al vento, pronta a cambiamenti tanto nei pensieri quanto nelle parole al primo mutare dell’umore e del corso degli eventi.
Chissà se la sta ascoltando in questi giorni, quella celebre aria, il sindaco di Cassino Enzo Salera, alle prese con la volubilità politica del suo Presidente del Consiglio Comunale Barbara Di Rollo. Un giorno conciliante e quello successivo ostica, un giorno dialogante e quello appresso arroccata sulle sue posizioni politiche. Al punto da legittimare il sospetto che o non abbia le idee chiare oppure non le sappiano rappresentare coloro ai quali le affida.
In queste ore dichiara a Ciociaria Oggi “Io ho già pronta una mia lista di riferimento. Ma non è assolutamente detto che mi ricandiderò a sostegno di Salera. Posso anche prendere strade diverse”. Premessa la piena legittimità politica della posizione resta il fatto che sia in totale antitesi con i recenti incontri avvenuti in maniera lineare e coerente, confrontandosi con la Federazione ed i livelli Regionali. Ai quali ha spiegato la sua divergenza personale e non politica con il sindaco, evidenziando la propria correttezza.
Ma i chiarimenti avvengono quando si intende recuperare un dialogo, accorciare una distanza: se si vuole andare via nemmeno c’è bisogno di stare a spiegare. Si saluta o si sbatte la porta ma ci si lascia tutto alle spalle. Chiarire, mettere a nudo le mancanze del sindaco in questo rapporto politico ci sta tutta. Ma se poi il giorno dopo si dice che la possibilità è quella d’andare via, non è più chiarimento. Ma logoramento. Basta saperlo.
Barbara è mobile.