I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 22 novembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 22 novembre 2024.
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STEFANO CECCARELLI
In un mondo caratterizzato dagli atteggiamenti talebani e dal pregiudizio ideologico, l’ambientalismo ragionato di Stefano Ceccarelli e la sua Legambiente assume una forza inarrestabile. Che è la forza dei fatti, dei numeri, degli studi. Ai quali si può rispondere, replicare, dissentire. Ma con la forza di altri numeri ed altri studi altrettanto validati scientificamente. E comunque vada se ne esce sempre arricchiti dal confronto.
In queste ore, Legambiente ha fatto ciò che non ha avuto la capacità di fare una serie di politici poco avveduti e molto superficiali che opera in provincia di Frosinone. Ha studiato le carte: e confermato che l’ipotesi di un aeroporto civile a Frosinone è una baggianata alla quale poteva andare appresso solo una politica priva di idee e senza qualcosa da dire ai cittadini.
Innanzitutto perché c’è il rapporto finale 2022 sugli scenari futuri dell’aviazione nel Lazio messo a punto da Enac, l’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile. Per essere chiari è il rapporto che boccia in maniera definitiva lo scalo di Ciampino. Che prima del rapporto era stato già bocciato dalle compagnie aeree: in tre anni i voli sullo scalo erano scesi di un terzo. Perché? Si chiamano ‘economie di scala‘ e sono concetti elementari: meno voli fai e più costano perché hai meno biglietti sui quali spalmare le spese per manutenere una pista, dotarla dei servizi di sicurezza, dei radar, del personale.
Frosinone inesistente
Per essere concreti: Enac in quell’analisi 2022 nemmeno cita Frosinone. Perché del tutto inesistente come possibilità. E quando venne domandato all’allora presidente dell’Ente Aviazione Civile Pierluigi Di Palma rispose mettendo in chiaro che sarebbero stati necessari grandi investimenti per adeguare il Moscardini da impianto militare. Investimenti ingiustificati a fronte del numero di voli tecnicamente possibile.
Ora Stefano Ceccarelli torna sul tema. Non lo fa mentre tutti riuniscono tavoli e scattano selfie destinati a giustificare la loro esistenza politica. Ma lo fa dopo avere studiato i numeri e pubblica un report con quelli che definisce “i sette peccati dell’aeroporto di Frosinone”. Per Legambiente le chiacchiere che ogni tanto si tornano a fare sull’aeroporto a Frosinone sono “l’ancoraggio a un concetto superato di sviluppo economico da parte di coloro che la sostengono, siano essi lobbisti camuffati da associazioni o esponenti politici. Ma il Novecento è passato da un pezzo, i tempi sono cambiati e con essi le priorità”.
Se oggi stiamo mettendo da parte le auto tradizionali per passare a quelle elettriche non è per moda. Ma perché il mondo sta soffocando a causa dello smog e lentamente ci stiamo lessando con temperature sempre più alte. Ceccarelli lo ricorda “Le compatibilità ambientali e climatiche non sono optional aggirabili applicando un’etichetta green a qualunque opera si voglia far passare, ma dei prerequisiti oggettivamente e scientificamente verificabili”.
Il futuro è sui treni veloci
Non basta certo una pennellata di verde per rendere sostenibile un’opera così impattante. I pannelli solari posti sulla copertura possono rendere autosufficiente energeticamente il terminal aeroportuale, ma non compensano certo i danni causati da ciò che motiva la realizzazione dell’intera infrastruttura, cioè il traffico aereo. Allo stesso modo, qualche centinaio di alberi piantumati nelle vicinanze saranno funzionali a rendere più gradevole il progetto nel suo insieme, ma non potranno mai annullare l’inquinamento prodotto dai velivoli in fase di decollo e atterraggio né le emissioni di CO2”.
I no di Ceccarelli e Legambiente sono legati a fatti concreti. Con un aeroporto la Valle del Sacco verrebbe riempita dalle polveri ultrafini prodotte dai voli aerei producendo “ulteriori gravi danni sanitari che si aggiungono a quelli causati da livelli di Pm10 già alle stelle”. E poi ci sarebbero il rumore e l’elettrosmog: incompatibili con la presenza delle case lì intorno.
Ma quel ‘progetto’ si scontra soprattutto con i paletti posti dall’Europa: “l’ulteriore crescita del trasporto aereo è incompatibile con i piani di decarbonizzazione dell’UE. È possibile ridurre i voli e tutelare i passeggeri senza necessità di nuovi aeroporti”. Cioè: in Italia stiamo lavorando per migliorare le ferrovie e rendere ancora più veloci i collegamenti Tav. Ed il futuro dei piccoli aeroporti è segnato.
A meno di non volerlo fare per scelta politica ed a quel punto si può fare dovunque.
L’ambientalismo ragionevole.
GIAN CARLO PEREGO
E’ dato indubbio che il ruolo della Conferenza Episcopale Italia di questi ultimi due anni sia andati in upgrade. Non di tipo politico ed ingerente, come qualche benpensante destrorso vorrebbe lasciar intendere, piuttosto su un piano che potremmo definire “iperetico”. Il termine è significativo solo di una maggiore rispondenza a stimoli che si sono fatti a loro volta più frequenti. Non certo vuole designare una sorta di gradazione della morale, che è una che o la si segue o la si esula.
Il dato chiave sta tutto nell’arrivo del governo Meloni (in questo senso la politica c’entra, ma come catalizzatore) e nel nuovo approccio legiferativo alla questione dei migranti. Di loro e delle motivazioni che li spingono a fuggire. Ecco, ci sono parole che descrivono perfettamente questo ossimoro etico, con un Esecutivo che “difende i confini” ed una Chiesa che di confini non ne vede.
Il Mediterraneo “che sanguina”
“Oggi la parola d’ordine è ‘respingimenti’. Ne sono un segno i campi che l’Italia ha realizzato in Albania e che sono come prigioni”. Lo ha detto, Gian Carlo Perego, che è arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione episcopale Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes. Quella stessa Cei che alla Presidenza ha Matteo Zuppi, a sua volta presule massimo di Bologna.
Perego ha denunciato, con una immagine mai così forte come quel che effettivamente vorrebbe evocare, un “Mediterraneo che sanguina”. E con “50mila morti in fondo al mare in trent’anni”. Ma il Mare Nostrum è screziato di rosso anche per “i respingimenti in Tunisia e Libia che riportano le persone nei campi o nei deserti, per le guerre o le dittature con sofferenze, torture e morti”.
C’è un rimedio? No, non ancora, anzi, per Perego c’è un “malgrado” grosso come una casa. Malgrado tutto questo palese orrore “attorno a noi sentiamo ripetere: ‘bombardiamo’, ‘ignoriamo’, ‘chiudiamoci’, ‘non riconosciamo”. Poi un’accusa durissima, degna di una Cei che non può restare a guardare solo perché qualcuno sentenziò una volta “Libera Chiesa in Libero Stato”.
La parte che spetta a Bruxelles
Perego non le manda a dire: “Invece un solo vocabolo dovremmo pronunciare: ‘vergogniamoci’. Le navi delle Ong non possono essere ostacolate: salvano la gente”. E l’Ue deve fare la sua parte.
Scongiurando un “patto sull’immigrazione che porterà un’ulteriore limitazione dei diritti dei richiedenti asilo e rifugiati”.
Infine “perché allungare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana? Dovremmo essere felici di avere nuovi cittadini. Ed è la solidarietà che porta alla pace, quindi anche alla sicurezza delle nostre città”. Ci sono botti che sanno di santità.
Arcipastore.
FLOP
ALESSIA MORANI
Si chiama metodo “esclamativo” e, se volessimo dargli una patente di merito oltre che gergale, dovremmo dire che non è il metodo migliori di tutti per analizzare un problema. Il dato di fondo, quello originale, è che ormai viviamo in una società ipertecnica. Invece di fare ragionamenti si fanno conti, invece di premiare chi fa pensiero si manda avanti chi fa statistiche. E invece di affidarsi al cuore ci si affida al censo.
Per inciso: è per questo motivo che oggi un poveraccio che ti fa ripetizione al figlio lo ringrazia con quattro soldi e con una pacca sulla spalla, mentre all’idraulico che ti aggiusta il cesso gli fai vedere subito i bigliettoni nel portafogli. Perché un mondo arido, ipocrita e fatto di numeri.
Incolpevole e vittima di un format
Alessia Morani tutto questo non lo sa e, soprattutto, di tutto questo è assolutamente incolpevole, tuttavia nel trappolone ci è caduta anche lei. Inconsciamente e malgrado la parlamentare dem sia notoriamente una delle personalità più “sul pezzo” del centrosinistra. Se poi il tema è quello dei migranti ci sono due modi per descriverlo: facendo come il destracentro che snocciola solo numeri, cifre e dati mezzi taroccati.
Oppure facendo come Matteo Zuppi, presidente Cei, che semplicemente dice che i migranti li devi raccogliere per missione etica. E basta. Morani invece si è affidata ai numeri. Ed ha detto-scritto cose. “Immigrazione e rimpatri Eurostat: dal primo gennaio 2023 al 30 giugno 2024 sono stati emessi (in Italia) 33.410 ordini di rimpatrio, nello stesso periodo ne sono stati eseguiti dal governo Meloni 5.305 ossia io 15,8%”.
Fare come Zuppi, magari è meglio
E’ vero, ma il punto non è questo. E a seguire: “Nel trimestre luglio-settembre 2024 sono stati emessi 7.130 ordini di rimpatrio, non si hanno ancora dato sui rimpatri effettuati”. Poi prosegue Morani: “In sostanza si emettono mensilmente (mediamente) 1.911 ordini di rimpatrio e se ne effettuano realmente 295”.
Poi lo spiegone: “E’ chiaro perché la questione secondo la quale i giudici che annullano la permanenza di 16 migranti in un mese in Albania sarebbe un attacco alla sicurezza del Paese è una balla totale?”.
Sì, è chiarissimo e i numeri aiutano a fare chiarezza, tuttavia nello spirito dem dovrebbe esserci anche una capacità di prendere posizione senza troppa pelosità a supporto.
Meno esclamativi e più cuore
E dal Nazareno ci si aspetta un approccio più etico e non necessariamente “tagliato” per spiegare che certe cose non hanno valore di convenienza.
Hai voglia a dire che “il costo per rimpatriare 30.000 migranti dall’Italia sarebbe di 84 milioni di euro. Per rimpatriarne 300 dall’Albania 140 milioni!!!! Capito l’assurdità??? P.s2 La Spagna tra il primo gennaio 2023 e il 31 marzo 2024 ha emesso 12.158 decreti di rimpatrio e ne ha eseguiti 8.800 ossia il 72%!!”.
Bastava dire: “Va fatto, sono persone”. E magari togliere qualche punto esclamativo.
Metodo sbagliato.