Top e Flop, i protagonisti di venerdì 23 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 23 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 23 agosto 2024.

TOP

GIORDANO SOTTOSANTI

Giordano Sottosanti

Gavetta, la parola chiave è gavetta. Giordano Sottosanti l’ha fatta ed oggi lui rappresenta il perfetto stereotipo di chi ce l’ha fatta anche al netto di una formazione non perfettamente “sul pezzo”. Che significa? Che in tema di comunicazione, specie social, conta molto di più la skill del talento che quella della formazione in purezza.

Nulla che possa inficiare il valore di una buona “scuola”, sia chiaro, ma in un’Italia post Giolittiana che da sempre poggia tutto su titoli, titoloni, abilitazioni ed ordini quel che Sottosanti è dà conforto. Lo dà perché Indro Montanelli ce li descrisse bene, i pericoli dell’Italia dei notabili.

Montanelli e l’Italia dei notabili
Indro Montanelli

Quelli per cui “da noi i professionisti ‘sono’ medici, avvocati, ingegneri, in Germania quegli stessi professionisti ‘fanno’ i medici, gli avvocati e gli ingegneri. Ad ogni modo il percorso di Sottosanti, che è nello staff di comunicazione social di Giorgia Meloni, parte dal diploma all’istituto tecnico commerciale Igea di Ramacca.

Oggi invece lui è “collaboratore della presidente del consiglio Giorgia Meloni, passando dalla scuola politica di Alleanza Nazionale”. Lo ha spiegato Ragusa Today che ha intervistato il 39enne social-media manager. E per il quale “il lavoro sui social network è creatività ma anche metodo e misura.

Il salto da Ramacca a Palazzo Chigi
Palazzo Chigi

Ha spiegato Sottosanti: “Mi rendo conto che da Ramacca a Palazzo Chigi ci sia un bel salto. Ma ci sono arrivato gradualmente, senza mai dimenticare le mie radici o distaccarmi da esse. Ho rischiato e investito su me stesso, passando anche da piccoli lavoretti e dal volontariato”. Eccolo, il segreto che si briscola ogni titolone e che semmai ne richiede uno per integrare ancor più certe skill.

(L’ho fatto) “non smettendo mai di studiare i meccanismi e gli strumenti della comunicazione, crescendo man mano professionalmente e facendo tesoro di ogni esperienza, anche di quelle meno positive o inizialmente poco remunerative”. Il compito precipuo di Sottosanti è occuparsi di X, l’ex Twitter.

L’importanza di lavorare su X
Giorgia Meloni

“X è un Social fondamentale anche dal punto di vista diplomatico, nelle interazioni e nei rapporti con presidenti e istituzioni estere. Questo rende il lavoro particolarmente delicato e bisognoso di una spiccata sensibilità politica e istituzionale”.

Di quella e di una perfetta “conoscenza dello scenario europeo e internazionale, oltre che di sintonia con il presidente Meloni e affiatamento con il resto del team”. Il resto lo fanno i briefing con Meloni e la consapevolezza che lui, Giordano, è diventato uno dei “cuochi” dell’immagine social della donna più potente d’Italia e di una delle leader più in vista del pianeta.

Rampante.

GIOVANNI DONZELLI

Giovanni Donzelli (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Però una cosa importante l’ho imparata” – “Cosa?” – “Saper disinnescare.” – “Cioè?” – “Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia”. È straordinario per l’intensità dell’interpretazione il dialogo tra Marco Giallini e Kasia Smutniak che caratterizza la parte di finale di Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese. Una capacità che deve avere acquisito anche Giovanni Donzelli, responsabile nazionale Organizzazione di Fratelli d’Italia. C’è lui dietro all’immediato chiarimento tra il capogruppo FdI di Sora Federico Altobelli ed il Segretario cittadino di Azione Giovani Filippo Mosticone. Il loro battibecco avvenuto alcune ore prima stava diventando un caso nazionale.

I fatti sono avvenuti intorno alle 4 di giovedì mattina. E come sempre, la verità sta nel mezzo. Federico Altobelli ha assestato un ceffone a Filippo Mosticone. Il giovane studente universitario aveva appena battuto le mani, quasi a deriderlo, mentre si lamentava per il fatto che alle 4 del mattino lui ed i suoi amici stessero ancora facendo baccano impedendogli di dormire.

Federico Altobelli e Filippo Mosticone

Non importa quanti torti e quante ragioni stiano da una parte o dall’altra. Perché in questa storia c‘è un protagonista che non doveva alzare le mani ed un altro protagonista che doveva rispettare il sonno della gente nei dintorni. C’è un professionista che aveva tutto il diritto di riposare ed un gruppo di giovani che avevano tutto il diritto di riunirsi per una manifestazione apartitica con cui discutere e confrontarsi. Nella contemperazione di due diritti l’incomprensione può capitare.

Stavolta però è capitato coinvolgendo due esponenti politici, dello stesso Partito, che esprime la maggioranza di Governo e la premier nonché la maggioranza ed il governatore regionali. Abbastanza per innescare un incendio il cui effetto sarebbe stato quello di generare imbarazzi. Lo ha capito al volo Massimo Donzelli. Che si è confrontato con il coordinatore regionale Paolo Trancassini e con il provinciale Massimo Ruspandini.

La tregua serale tra Mosticone ed Altobelli

Imponendo un chiarimento immediato, pubblico ed evidente: i due protagonisti si sono stretti la mano nello stesso parco in cui avevano discusso. Postando sulle rispettive bacheche social messaggi distensivi in cui si privilegia il dialogo. Fine della polemica.

Perfettamente conosciuti.

FLOP

ROMANO PRODI

Partiamo dalla definizione canonica di quel che molti spiegano sulle turbolente vicende che oggi ammalano il mondo. Definizione perfettamente contenibile dall’aggettivo “pleonastico”. Che tecnicamente significa “inutile, superfluo, non necessario”. Adesso spieghiamo bene che, in geopolitica e nei sistemi complessi di raziocinio in generale, non sempre il superfluo è del tutto negativo.

Mettiamola meglio: se a parlare di una situazione di cui si conoscono bene caratteristiche ed auspicabili sviluppi è una personalità politica di peso, quel che essa dirà non è proprio inutileinutile. Tuttavia aggiunge poco al quadro d’insieme se non l’autorevolezza del pulpito da cui proviene la diagnosi.

Buone intenzioni ma senza “scatti”

Insomma, Romano Prodi resta un intoccabile e quel che dice-pensa-spera è roba da incidere nel bronzo. Tuttavia quello sarebbe un bronzo talmente vergato di buone intenzioni ed ottime ricette che alla fine non aggiungerebbe nulla alla necessità di risolvere i conflitti mediorientali e la guerra tra Mosca e Kiev. Sul ring tra Hamas, Iran ed Israele ad esempio il professor Prodi ha spiegato: “Se ne discute da tempo di una tregua. Ed ogni volta ci si spera, più che crederci. Perché qui il rischio è che si arrivi a una tregua a Gaza quando Gaza non c’è più“.

Photo © Palinchak

Chi potrebbe obiettare anche solo un refolo ad un ragionamento del genere? Nessuno. Ed al contempo: chi potrebbe dire in tutta onestà che questa sia roba nuova. Cioè che aggiunge passi concreti al raggiungimento della pace previo accordi? Ecco, questa è una cosa “pleonastica”.

Idem dicasi per gli scenari specifici su Iran-Israele e la guerra Russia-Ucraina. “Sì, il fronte mediorientale è il più rischioso per tutti. Ma per gli effetti sugli equilibri internazionali è ancora la guerra tra Russia e Ucraina il terreno su cui bisognerebbe riuscire a intervenire in cerca di un accordo. Ma nessun accordo ci sarà fino a che non si voterà negli Stati Uniti, e quindi è inutile farsi illusioni, almeno per i prossimi mesi”.

La bussola assoluta della Casa Bianca

Qui un piccolo upgrade lo si rileva, cioè quello della dipendenza dello scacchiere mondiale da quanto accade nella Casa Bianca. Tuttavia è roba a cui arrivano anche gli analisti da bar.

Donald Trump

Incluso il pistolotto d’ordinanza a Roma, che è inerte, solo che Prodi in questo caso sull’inerzia ci calca perché Roma ha una connotazione politica che lui gradisce poco. “Mi sembra che nel Paese prevalga l’inedia, a tratti il nulla assoluto, il che ci sta relegando a un ruolo di pressoché totale irrilevanza. E anche questo non mi è di grande conforto”.

L’ex presidente del Consiglio è un commentatore arguto e graditissimo, ma dovrebbe dare più credito a ciò che da lui ci si aspetta. Altrimenti il ruolo di Padre Fondatore di una certa Europa che ancora latita inizia a stargli benissimo ma solo nei “defilè etici”. In un contesto pleonastico, in pratica.

Il pleonastico che aiuta.