
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 24 gennaio 2025
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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 24 gennaio 2025.
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AURELIO MANCUSO

Si è voluto proporre per quello che forse è il format più urticante di questo inizio 2025, ma che era necessario come mai. Quello di dare una veste “politica” ed official alla sinistra che non necessariamente mette ogni suo ideale sotto cappello dell’appoggio incondizionato a tutte le istanze, anche ramificate in zone d’ombra, della Palestina. Capito, solo dagli esordi scarni, quanto possa essere urticante ed infido un format politico del genere?
Perché c’è poco da fare: in tema di secolare scontro tra Israele e Palestina la via più facile è quella della polarizzazione, mai dell’analisi schietta che porta ad una commistione rivoluzionaria di torti e ragioni.
E soprattutto che possa portare ad una sintesi che non abbia pozzi avvelenati dall’ideologia di ritorno di un Occidente tifoso per lo più per interesse. Perciò e di fatto, anche se con un pizzico di iperbole, Aurelio Mancuso è il primo “eroe concettuale” del 2025 appena iniziato.
No alle “derive antisemite”

Ex presidente nazionale di Arcigay, giornalista e politico decisamente di sinistra, area ex Ds, Mancuso si era già occupato di battaglie scabrose, come quelle relative alle condizioni carcerarie italiane. Ed oggi si prepara, per i giorni dell’8 e 9 Febbraio prossimi, al Congresso Nazionale di “Sinistra per Israele”. Di cosa parliamo nel concreto?
Affidiamoci ad una descrizione inside, anche se ancora “viziata” da esordi che non hanno perfettamente messo a fuoco mission ed intenti. Spiega una nota: “Uno degli obiettivi del gruppo è superare le divisioni a sinistra che contraddistinguono ogni anno il 25 aprile e contrastare le derive antisemite”.
Alla kermesse di febbraio saranno presenti aderenti “da tutte le sedi nazionali di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Roma, Torino oltre ad altri membri della nostra storica associazione provenienti da tutta Italia”. E c’è anche, ovviamente, una chiave di volta tra cronaca e storia.
Che va letta con serenità, senza partigianerie preconcette. “I drammatici sviluppi del conflitto arabo-israeliano dopo il 7 Ottobre, la guerra di Gaza (con tregua e ripresa di attività in Cisgiornadia – nda) , il conflitto con Hezbollah, il coinvolgimento dell’Iran ed ora anche le recentissime evoluzioni in Siria, con la caduta del regime, descrivono un quadro di grandissima preoccupazione”.
Il conflitto arabo-israeliano

Quadro che è, purtroppo o per fortuna, anche “in continua evoluzione, in un contesto sociale che vede da mesi crescere nel mondo l’allarme antisemitismo”. Ma il vero problema è un altro, almeno per Mancuso: è quello di depurare l’universo si sinistra dai veleni di un antisemitismo che a volte sembra non tener conto delle precondizioni.
Questo “in un quadro politico italiano che richiede, sicuramente a sinistra, un’analisi priva di pregiudizi sul conflitto mediorientale”.
Perciò e secondo Mancuso, “tutto questo determina in noi la volontà di focalizzare la nostra analisi e affinare la nostra linea politica, sulla base di tesi ed obiettivi che appunto saranno discusse a Roma”.
Quando si proverà a dare forma ad una sinistra capace di visioni più prospettiche.
Voglia e coraggio di fare.
GIOVANNI ACAMPORA

Dritto per dritto, senza giri di parole e senza preoccuparsi di quelli che vivono aggrappati al campanile del loro paese senza alcuna disponibilità a mollarlo per poter crescere. Il presidente della Camera di Commercio di Frosinone e Latina Giovanni Acampora nelle ore scorse ha commentato i dati Movimprese, cioè i numeri con le nascite e le chiusure di attività sul territorio. E nel farlo ha usato il termine “Area vasta” cioè Ciociaria e Pontino nel loro insieme, come se fossero un unico territorio.
La forza dei numeri
I numero innanzitutto. Il Lazio si conferma la regione con il maggiore tasso di crescita delle imprese: +1,63% mentre il tasso medio nazionale è al +0,62%. Aumenta il suo distacco dalle regione che lo seguono da più vicino: Lombardia, Campania e Puglia.
All’interno del Lazio è Roma a crescere più di tutte (+1,80%) ma quest’anno vede protagonisti anche i territori di Latina e Frosinone, che scalano la graduatoria. Si collocano rispettivamente al 5° e all’11° posto: nel 2023 erano al 12° e 21°.
Il Lazio Sud ha un bilancio positivo per 1.363 imprese, si aggiungono alle altre 939 arrivate lo scorso anno, totalizzando un +45% in termini relativi. La performance decisamente più vivace è condivisa da entrambi i territori, cresce in maniera più lenta il Frusinate ma come conseguenza di un aumento delle chiusure.
Esaminando i settori: rispetto allo scorso anno in Ciociaria c’è la ripresa dell’agricoltura, seguita dall’edilizia e dalle attività professionali scientifiche e tecniche.
La forza delle parole

Giovanni Acampora nell’analizzare la situazione si rifersice alle province di Frosinone e Latina usando il termine di “Area vasta”: cioè un territorio analizzato nel suo insieme, collegato ed interconnesso, nel quale uno è funzionale all’altro. È una scelta rivoluzionaria perché fino ad oggi in Ciociaria i pontini venivano chiamati “i bufalari” ed a parti invertite i ciociaria venivano chiamati “i pecorai”. Segno di una rivalità antica e, se si vuole essere sinceri, nemmeno tanto sentita. Meno ancora dalle nuove generazioni.
L’Area Vasta nel suo insieme è infatti l’ottava potenzialità economica in Italia. Ma fino a quando perderà il suo tempo a parlare di bufalari e di pecorai, continuerà a non rendersene conto. Non sviluperà le sue potenzialità e non farà squadra tra i due mondi porduttivi. In campo la Camera di Commercio ha messo 1,7 milioni per quattro bandi a disposizione delle imprese dell’area vasta Frosinone Latina per la doppia transizione digitale ed ecologica, per l’internazionalizzazione, per la qualificazione dei pubblici esercizi e per il turismo.
«Settori questi ultimi che avranno l’opportunità di un restyling delle strutture e dei servizi in chiave green e digitale affinché il territorio sia pronto al Giubileo e ad accogliere i pellegrini». Ma prima dovremo entrare nella logica che da soli si va più veloci ma insieme si va più lontano
Visione vasta.
FLOP
CARLO NORDIO

Il principio di responsabilità oggettiva e soggettiva su un fatto tende ad andare a crasi nel caso di cariche istituzionali di rango massimo. Il che significa più o meno che sul caso del torturatore libico Almasri il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha, o avrebbe dovuto avere, due cose ben chiare in mente. La prima: che lui è l’uomo di punta per parte laica dell’amministrazione della Signora con la Bilancia, perciò è responsabile.
Secondo, che lui conserva quel ruolo anche a prescindere da quanto eventualmente sbaglino i “non laici” in punto di procedura. Perciò è ancora una volta responsabile. E’, per amaro contrappasso quasi dantesco, lo stesso principio per cui il Guardasigilli ed in particolare questo Guardasigilli, si avvale di prerogative che spesso lo portano ad ingerenze dirette con quello che la magistratura decide.
Il contrappasso dantesco
Ecco, adesso Nordio sembra essere quasi “vittima” della sua stessa verve da furetto tartufatore, ma per un fatto decisamente grave. Tanto grave che in queste ore l’Italia si sta buscando gli improperi della Corte Penale Internazionale de L’Aja. Roba di questo tono qua: “Il 21 gennaio, senza preavviso o consultazione con la Corte, Almasri sarebbe stato rilasciato e riportato in Libia. La Corte sta cercando, e non ha ancora ottenuto, una verifica da parte delle autorità sui passi compiuti”.
Ecco svelato lo storico. Per un cavillo procedurale (si spera con amarezza) l’Italia, per parte “giustizia”, ha prima arrestato, poi scarcerato e poi riconsegnato al suo Paese-macelleria Najeem Osama Elmasry, noto come Almasri, sul quale pendeva un mandato della Corte penale internazionale per “crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, puniti con la pena massimo dell’ergastolo”.
Chi è Almasri

Chi è il personaggio? Si tratta del comandante della polizia giudiziaria libica, e le opposizioni sono insorte. AVS, Pd, Più Europa, Italia viva, M5S e Azione hanno ingiunto che “la premier Meloni” debba “venire urgentemente” in Aula “a riferire sulla vicenda”.
In particolare il dem Paolo Ciani ha squadernato la situazione per far intendere il calibro criminale del personaggio.
“In Libia esistono veri e propri ‘lager’, come li ha definiti Papa Francesco, e la persona liberata ieri è ritenuta uno dei principali responsabili degli orrori che vi si compiono”.
E ancora: “È indispensabile comprendere per quale motivo Almasri fosse in Italia e, soprattutto, perché sia stato rimesso in libertà con tale urgenza, nonostante i mandati di cattura internazionale. Questa decisione, che rappresenta una violazione degli impegni assunti dal nostro Paese nei confronti della Corte penale internazionale, appare come il risultato di una scelta politica sulla quale è indispensabile garantire piena trasparenza”.
Il governo in generale e carlo Nordio in particolare. Che adesso si trova sugli stessi carboni ardenti sui quali in passato aveva soffiato con entusiasmo lui stesso.
Alla Carlona.
RICCARDO ROSCIA

Quell’incarico se lo è sudato, una curva politica dopo l’altra ed a suon di voti: dopotutto quasi per intero il suo curriculum riporta le gare di rally alle quali ha partecipato con il relativo piazzamento e le competizioni elettorali in cui si è candidato con le preferenze ottenute. Come anticipato da Alessioporcu.it l’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia è stato nominato sub Commissario del Consorzio Industriale del Lazio. È il braccio destro di una mente gestionale e finanziaria come il professor Raffaele Trequattrini.
Gli invidiosi hanno iniziato a scartabellare nel suo passato, trovando molti ritagli di giornale e qualche carta bollata. Ma per il Governatore Francesco Rocca è tutto in regola ed i vari certificati gli danno ragione: l’ex sindaco di Pontecorvo ha tutti i requisiti richiesti dalla legge per contribuire alla guida di uno dei più potenti consorzi industruali in Italia.
Il destino però talvolta sa essere cinico e baro. Riccardo Roscia per conquistare quel meritato posto al sole regionale ha atteso anni ed affrontato elezioni su elezioni. Ed ora che lo ha ottenuto forse preferisce soffermarsi sulle prime pagine del decreto di nomina pubblicato sul Bollettino Ufficiale della regione Lazio n°6 serie Ordinario. Meglio non scorrere fino all’ultima: sarebbe come doversi confrontare con la freddezza del fato.
Proprio lì sta scritto che la sua nomina è valida fino al 5 marzo 2025 e poi decade. Salvo proroga del presidente Francesco Rocca.
In paradiso ma solo un mese.