Top e Flop, i protagonisti di venerdì 30 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 30 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 30 agosto 2024.

TOP

DANIELE PILI

Daniele Pili

Nella sua impareggiabile vena di ironia, un giorno Indro Montanelli raccontò quanto accadde all’ambasciatore italiano appena nominato alla sede di Theran: si mise in viaggio con l’autista e l’inseparabile gatto persiano. Era consapevole che nel territorio dello scià fosse vietato introdurre felini. Ma era certo che il suo persiano l’avrebbero fatto passare: perché dopotutto la Persia è o non è la patria dei persiani? Invece No. Alla dogana furono irremovibili.

L’ambasciatore, di origini napoletane, non si perse d’animo: il gatto non può passare? Allora o’ pittammo: lo dipingiamo, perché un gatto tinto da cane diventa un cane.

Quelli che pittano i kiwi

Daniele Pili non fa il doganiere a Teheran. Guida in provincia di Latina la Coldiretti cioè la principale organizzazione degli agricoltori. Ed ha il fondato sospetto che qualcuno stia pittando i propri prodotti cercando di farli passare per una delle principali produzioni agricole pontine.

Denuncia il presidente Pili che “L’agricoltura pontina sta vivendo un momento molto complesso, tra cambiamenti climatici e le difficoltà legate alle colture, in particolare le coltivazioni dei kiwi. Le nostre aziende stanno facendo i salti mortali per difendersi dalla concorrenza sleale del prodotto straniero, che con le regole “inique” del codice doganale diventa magicamente italiano e pontino“.

E nemmeno lo tranquillizza la posizione del sindaco di Sabaudia Alberto Mosca che vede con favore l’ipotesi di creare un distretto agricolo dell’Agro Pontino. “Ci sono importanti priorità per sostenere il nostro territorio – sottolinea su questo punto il presidente Pili – per questo ci sorprende la posizione del sindaco Alberto Mosca. Anziché essere al fianco delle imprese di Sabaudia, si concentra nella speranza di costituire sovrastrutture inutili e costose. Le quali – a memoria agricola – hanno sempre portato vantaggi solo a chi sarà candidato a gestirle”. 

I fondi dateli agli agricoltori

Per Coldiretti non sarà un’altra entità burocratica a risolvere i problemi del mondo agricolo. “Sarebbe opportuno, piuttosto – conclude Pili – che i sindaci si impegnassero per sollecitare bandi utili allo sviluppo del territorio e per  migliorare quindi l’accesso ai finanziamenti, ridurre la burocrazia e potenziare le infrastrutture esistenti”.

E per questo ha già organizzato incontri nelle sezioni di Coldiretti Latina, a partire proprio da Sabaudia, per poi proseguire negli altri comuni di Pontinia, San Felice Circeo, Terracina, Latina e Cisterna di Latina. 

Senza pittamenti strani.

FEDERICA ONORI – ALESSIO D’AMATO

Alessio D’Amato

Una deputata ed un consigliere regionale contro i privilegi urbanistici venati d’arbitrio. E contro gli effetti degli stessi sulla fruibilità delle bellezze di un Paese che deve metterle a disposizione di chiunque. Sono Federica Onori ed Alessio D’Amato di Azione, che si sono schierati al fianco delle associazioni territoriali di San Felice Circeo per una vicenda incresciosa.

Quale? Quella che riguarda la preclusione di accesso ad una strada che immette in zona Parco. Cioè di un bene collettivo che, a detta dei due, sarebbe stato assoggettato alle “ubbie” di alcuni proprietari di ville.

La barriera delle Batterie

Leggiamo la nota in merito: “Come già in passato, anche questa estate la strada delle Batterie a San Felice Circeo è stata chiusa dai proprietari delle ville con un cancello. E quell’ostacolo, che in iperbole descrittiva sa tanto di barriera tra “noblesse” e parte pop dell’universo, impedisce cose che rimandano al concetto di diritto. “Non solo l’accesso al mare ma anche ai vari beni di interesse storico, culturale, paesaggistico e ambientale di un’area ricca di bellezza”.

E ancora, in combo efficace: “Una situazione denunciata più volte dalle associazioni del territorio, che chiedono l’uso pubblico della strada. E ricordando giustamente come il Parco Nazionale sia un bene della collettività. E non possa essere riservato a pochi privilegiati”.

Bene collettivo, privilegio di pochi

Già, un bene collettivo, il solito bene collettivo messo a giogaia dei privilegi sciolti di qualche ristretta elite, posto che il quadro sia quello disegnato da Onori e D’Amato. Che presenteranno “Un’interrogazione ai ministri competenti per chiedere come intendano procedere”.

Questo per “impedire che alcuni privati possano negare a tanti altri cittadini il diritto di fruire di un terzo del promontorio del Circeo. Occorre mettere un punto fermo, non è possibile che ogni anno si torni punto e da capo. E invece è stato possibile, ancora una volta.

Attenti a quei due.

PAOLA CONCIA

Paola Concia

A suo tempo e non molti mesi fa Paola Concia divenne suo malgrado protagonista di un caso: i soliti “casi-chimera” che casi sono più per i media che per la logica. Come si ricorderà infatti l’attivista Lgbt ed ex deputata del Pd venne scelta da Giuseppe Valditara per il progetto di educazione alle relazioni. Di quella cosa poi se ne fece poco o nulla, ma restò quel “saporino” per cui la Concia fosse una persona molto al di sopra del suo tessuto ideologico.

Nel senso che la scrittrice ed autrice di podcast ha le sue idee. Che sono idee fermissime, libertarie e decisamente poco equalizzate con l’universo destrorso-sovranista. Ma che tuttavia quel modo di pensare non ha mai impedito alla Concia di esercitare una rara forma di obiettività, condita da un meritevole spirito di solidarietà femminile. Ovvio che su questa sua soft-skill si siano lanciati a loro volta i media conservatori.

Media di destra in visibilio
Arianna Meloni (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

In ordine a cosa? Al fatto che, come aveva scritto il Secolo, la Concia, è “persona dialogante e onesta intellettualmente. Al punto da mandare un siluro ai Dem, accusati di ‘sciacallaggio’ contro le sorelle Giorgia e Arianna Meloni.

Le cose non stanno esattamente così, ma in parte l’organo di stampa vicino a Giorgia Meloni ci ha preso. Il riferimento è ad un suo commento su X: “La bava alla bocca contro Arianna e Giorgia Meloni soprattutto da gente di sinistra è impressionante. Siete degli sciacalli…”.

In buona sostanza la Concia non ha gradito l’attenzione mediatica per il caso Arianna-Lollo. Ed anche al netto del fatto che si tratta di personaggi pubblici di caratura politica grosso assai, il merito di quel che pensa non è poi così sbagliato. “L’accusa che, essendo per la famiglia tradizionale, se lascia suo marito non è coerente, è e stata indecente”.

Il caso Arianna-Lollo e le accuse

E ancora: “La mia cultura non è ‘Dio, patria e famiglia’. Sono sposata con una donna. Io però ‘Dio, patria e famiglia’ lo combatto politicamente. Non con attacchi personali, linciando l’avversario e colpendolo negli affetti”.

Ed al di là della sensazione di un endorsement di “cortesia” per quelle attenzioni che furono nei suoi confronti da parte dell’Esecutivo, la Concia ha ragioni da vendere. Anzi, da postare.

Onesta e sodale.

MAURIZIO CIANFROCCA

Maurizio Cianfrocca

È la sostanza a fare la differenza. Ed è la sostanza delle cose ciò che conta. Ad Alatri la sostanza delle cose è che Maurizio Cianfrocca resta sindaco, ha scollinato la crisi che andava avanti da un anno, non ha ceduto alla richiesta di azzerare la Giunta. Certo, ha dovuto fare delle concessioni e non di poco conto: come la rotazione degli incarichi tra i dirigenti che rappresenta l’implicita ammissione di problemi nella macchina amministrativa. Ma è sindaco, resta sindaco e con ogni probabilità arriverà alla fine della Consiliatura. (Leggi qui: E Cianfrocca vince il Palio della Crisi).

Non c’è un vincitore, non c’è un vinto in questa crisi risolta nelle ore scorse. C’è una soluzione democristiana che alla fine ha messo d’accordo tutti i protagonisti: ciascuno ha avuto un pezzo di quanto chiedeva ed ognuno ha dovuto fare una rinuncia. Ci sta: si chiama sintesi politica.

Ma è proprio questo a rendere Maurizio Cianfrocca un po’ più vincitore degli altri. Il fatto di avere tenuto il fronte per oltre un anno senza cedere: eppure gli contestavano di non avere carattere. Il fatto di avere costretto i suoi interlocutori ad una sintesi politica: eppure gli dicevano che non era un politico. Soprattutto il fatto di avere individuato una sintesi interamente di matrice democristiana nell’ultima città ad avere ammainato la bandiera dello scudo crociato.

Vincitore non solo morale.

FLOP

ANTONIO TAJANI

Antonio Tajani (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Oggi è una giornata cruciale per il centrodestra di governo a Palazzo Chigi, giornata in cui si terrà il vertice e tre fra Giorgia Meloni, Matteo Salvini ed Antonio Tajani sulle grane inside all’alleanza e non solo. Quali grane? Quelle multiple e preesistenti all’estate 2024 e quelle settate sulla “campagna” del segretario di FI. Leader post Cav che sullo ius scholae ha sparigliato le carte in casa degli alleati, specie di quelli del Carroccio.

Solo che Antonio Tajani non sembra ancora del tutto perfettamente pronto a dare spallate. Ed al contempo fa capire da mesi che però sì, lui la spallata la può dare. Anche a costo di andare a pescare nella parte di strategia che accomuna un certo Pd ed una certa parte azzurra.

Il summit e i toni smorzati
Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica

In queste ore però, e forse per non turbare il clima, il segretario di Fi ha smorzato i toni. Ha fatto benissimo, tuttavia forse poteva evitare secche smentite di scenari che non sono solo una iperbolica ricostruzione giornalistica. Lui invece, Tajani, ha lasciato che maturasse prima la “briscola”, poi, come si dice da noi, ha “buttato la pietra e nascosto la mano”. Così e con questo lessico lealista che stride un po’. “Non c’è nessuna possibilità che il governo cada ma ognuno è libero di avere delle idee e fare delle proposte”.

Poi uno scatto di orgoglio formale:Non siamo il partito unico e io rivendico il diritto di dire quel che ritengo giusto. Poi ci possono essere delle differenze, ma io non litigo con nessuno”. Insomma, il vicepremier e ministro agli Affari esteri ha perso l’occasione di accelerare ed arrivare al summit di oggi con la lama passata a cote.

Il focus sarà “sulla manovra”

Elly Schlein (Foto: Andrea Calandra © Imagoeconomica)

“Non sarà certo il tema della cittadinanza il focus centrale del vertice. Bensì la manovra, anche se io porrò il tema”. E come riporta Adnkronos “perché è una questione che va affrontata ma, ripeto, non è la priorità di questi giorni. Voglio rassicurare gli elettori: non ci sarà mai un governo composto da Forza Italia e M5S. Non ci sarà mai un governo composto da Fi e Pd. Non lo faremo mai”.

“Siamo un forza di centrodestra, quel che vogliamo fare è occupare lo spazio che c’è tra Meloni e Schlein, recuperare consensi che altrimenti andrebbe a prendere sinistra”. Quali elettori ha voluto rassicurare Tajani? Quelli del centrodestra, quelli di Forza Italia o i suoi? Quelli che magari lo hanno seguito nelle sue esplorazioni prog a denti stretti?

Dilla tutta Ndò.