Top e Flop, i protagonisti di venerdì 5 luglio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 5 luglio 2024.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 5 luglio 2024.

TOP

CLAUDIO FAZZONE e FRANCESCO ROCCA

Francesco Rocca

Ognuno per il proprio ruolo, ciascuno per la propria parte, il Governatore del Lazio ed il Coordinatore regionale di Forza Italia stanno combattendo una battaglia politica intensa, astuta, complicata, capace di determinare nuovi assetti anche su scala nazionale. Ed al di là dei contenuti, delle pretese e dei rifiuti, c’è un elemento a rendere il tutto estremamente apprezzabile: Claudio Fazzone e Francesco Rocca stanno dando vita ad un confronto nel quale è la politica ad essere centrale e non l’interesse di bottega.

Claudio Fazzone reclama il rispetto dei nuovi equilibri che in un anno ha saputo costruire per il suo Partito, anche in Regione Lazio. Lì ha raddoppiato i voti in Aula che le urne gli avevano consegnato, ha letteralmente svuotato la Lega e dimezzato il Movimento 5 Stelle. Sul piano politico la sua pretesa è ineccepibile.

Francesco Rocca per contro, reclama il rispetto dei patti sulla base dei quali ha accettato di lasciare il proprio prestigioso incarico di Presidente della Croce Rossa Internazionale per candidarsi alla guida amministrativa del Lazio. Per lui il principio è che la foto da mettere sulle scrivanie è quella scattata il giorno della proclamazione: gli spostamenti da un gruppo all’altro non lo entusiasmano perché teme di legittimare l’avvio di una continua transumanza che lo obbligherebbe a tarare la giunta ogni sei mesi. E sul piano amministrativo la sua posizione è ineccepibile.

Claudio Fazzone (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Fazzone e Rocca sono combattenti vecchia maniera: alla Rommel, alla Montgomery, alla Utìli o Todaro. Cioè gente che stava con gli anfibi sul terreno e la mimetica sporca di sabbia e sudore. Soprattutto vanno a la guerre comme a la guerre. Forza Italia ha iniziato ad assediare il Consiglio regionale, l’amministrazione comunale di Frosinone e quella di Ferentino: per ricordare quanto sia determinante il suo peso.

Francesco Rocca non è tipo da impressionarsi: frequenta le distese del Sinai, le tendopoli di Rafah, respira la polvere da sparo liberata dall’artiglieria israeliana a pochi passi dal quartiere generale dei suoi uomini. Ha incontrato Fazzone, ha capito che le parole erano inutili, ha fatto la sua mossa: c’è un problema nel Lazio e la sua Regione ha valenza nazionale. Pertanto la questione andrà al tavolo con Meloni – Tajani – Salvini. Al quale FdI farà quadrato dicendo ok al rimpasto nel Lazio ma allora lo facciamo anche in Lombardia dove abbiamo preso più voti di Forza Italia.

Ciascuno per il proprio ruolo e per la propria parte. Non si vedeva dalla Prima Repubblica.

Gli abili strateghi.

MATTEO LEPORE

Matteo Lepore

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore si è preso, in questi mesi, non pochi stracci in faccia da parte del network più vicini al governo Meloni. Se li è presi in particolare sulla vicenda-decisione del limite cittadino di 30 kmh per gli autoveicoli. Con lui e nel calderone in particolare del Tg4 ci era finito e per lo stesso motivo anche Beppe Sala per Milano.

La chiave di lettura era quella per cui i primi cittadini del centrosinistra andavano e vanno passati ai raggi X non tanto in quanto amministratori passibili di errori, ma schierati esattamente con gli “avversari”. Ci sta e fa parte della normale dialettica politica purché non si esageri.

Bologna Città 30 al Top
Foto: Joasouza © DepositPhotos

E ci sta anche al netto delle notizie che giungono proprio dalla Bologna guidata da Lepore. Notizie che spiegano come Bologna Città 30 abbia primeggiato. Dove? Alla Velo-city conference, dove la Dotta ha ricevuto il Road Safety Award. Si tratta dell’importantissimo premio per la sicurezza stradale. Il dato è che la Bologna di Lepore che non piace ai destracentro ed ai media orientati verso Palazzo Chigi è stata incoronata come la città italiana più sicura.

E inoltre “protagonista dell’edizione 2024 del summit mondiale della ciclabilità” che si è tenuto a Gand in Belgio. I media spiegano che si è trattato di “un riconoscimento importante e incoraggiante per il percorso intrapreso da Bologna, applaudita dalla platea mondiale composta da amministratori, ricercatori e leader del settore”.

Sono tutte personalità skillate che “si incontrano per discutere e confrontarsi su mobilità ciclabile e sviluppo urbano sostenibile”.

Premio da European Cyclists’ Federation

Bologna città 30 è stata dunque premiata nel panorama internazionale da European Cyclists’ Federation per essere stata “la prima grande città italiana a imporre un nuovo limite di velocità di 30 km/h sulla maggior parte delle strade, in nome della sicurezza e vivibilità”.

E tutto questo è accaduto giusto mentre il Consiglio dell’Unione europea ha accolto “con favore le conclusioni della relazione della Corte dei Conti”. Su quale tema? Quello della sicurezza stradale, che passa anche per “l’attenzione per la mobilità attiva e il limite dei 30 km/h per ridurre il numero di incidenti e la loro gravità”. Un po’ troppo anche per chi voleva mettere Lepore sulla graticola esattamente sul tema per il quale altri lo ha messo sul podio.

Saldissimo in sella, anzi, in sellino.

FLOP

GIOVANNI DONZELLI

Giovanni Donzelli (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Ci sono volte in cui Giovanni Donzelli dovrebbe scappare da se stesso, correre via, se ci tenesse davvero all’autoconservazione politica. E ci sono volte in cui, prima ancora di scappare, l’uomo “forte” di Giorgia Meloni in Parlamento dovrebbe contare. Fino a dieci almeno. Fino a quando cioè il senso delle sua affermazioni non gli si palesi per quello che a volte è: un non senso assoluto.

Come quello che ha visto Donzelli impugnare una canzone dei 99Posse. Per la precisione quella che ha pubblicizzato la seconda puntata dell’inchiesta sui giovani di Fd realizzata da Fanpage è che da giorni è croce per Via Della Scrofa e “testo eretico” per la Rai, a quanto pare.

Sul tema Donzelli se ne è uscito con il più grande attacco di benaltrismo degli ultimi mesi. E con questi toni: “Vorrei una condanna inequivocabile della sinistra sul fatto che la seconda puntata di cui stiamo parlando è stata pubblicata sui social con una canzone”. Canzone che “invitava a sparare a vista a Fratelli d’Italia e ai ragazzi di Gioventù nazionale“.

Il responsabile dell’organizzazione del Partito della premier in carica non ha fatto sconti. E sulla seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage sull’ala giovanile del partito ha rilanciato. Sì, sulla canzone dei 99 Posse. “Una cosa è un ragazzo che in privato fa una battuta privata e ne pagherà le conseguenze, un’altra cosa è un’organizzazione ufficiale che invita a sparare a vista a chi la pensa diversamente“.

Un “rigurgito” discutibile
Giovanni Donzelli (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Il brano, decisamente discutibile, è “Rigurgito antifascista, ma il fatto che sia truculento e poco amichevole non toglie nulla al preambolo per cui l’inchiesta di Fanpage abbia scoperchiato un mondo truculentissimo.

Donzelli ha una botta di razionalità e dice cose sensate. “Se voi prendete un intero movimento giovanile, non i singoli che sbagliano. Il servizio mira a dire che tutto il movimento giovanile è marcio. Si dice: ‘Se vedo un punto nero gli sparo a vista’, e quindi a tutti quelli bisogna sparargli

E ancora: “Se poi un matto fa male a un ragazzo che sorride e non è mai stato razzista né antisemita, ma che ha la ‘colpa’ di frequentare Fratelli d’Italia, vi dovrete fare qualche domanda“.

Verissimo, ma resta un tema su cui Donzelli è stato elusivo assai. Come si fa a condannare un mood se poi quel mood a livello sistemico viene portato allo stato dell’arte proprio da chi condanna? Viene il sospetto che sia questione non di etica, ma di bottega. E non va bene.

Curre curre uagliò.