Top e Flop, i protagonisti di venerdì 8 novembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 8 novembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 8 novembre 2024.

TOP

ENRICO COPPOTELLI

Il Segretario Generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli

Presso la Sala Tirreno della Regione Lazio è andato in scena uno strano copione: inquietante per certi versi ed esaltante per altri. La parte che ha dato da pensare è quella per cui oggi le forze politiche sembrano depauperate di un potere che coincide anche con la loro mission istituzionale. Cioè quello di esercitare alcune prerogative specifiche per “leggere” i territori e porre rimedio alle loro grane. In maniera ttimale perché fondante proprio sull’upgrade di competenze che dalla politica ci si aspetta.

La parte esaltante sta tutta in testa ad Enrico Coppotelli, che nel convegno di ieri della Cisl di cui è Segretario Generale del Lazio e commissario a Roma e Rieti ha saputo fare mirabilia. In primo luogo portare destra e sinistra all’evento in Regione Lazio in virtù di un carisma che gli riconoscono tutti. In secondo luogo perché Coppotelli non si è limitato ad essere attrattivo, ma esaustivo. (Leggi qui: “La presa in giro Stellantis, la Zes, la Tav a Ferentino”: Rocca infiamma Cisl).

Surrogare la politica debole

Ha surrogato cioè le competenze delle forze politiche dettando loro in pratica l’agenda delle cose da fare per dare luce dove oggi c’è ombra. O quanto meno per provarci in maniera organica, sistemica ed organizzata. Il preambolo del segretario generale Cisl dice tutto. Lo dice perché è fotografia impietosa, e solo dal verismo nascono soluzioni, dalla prosa, mai dall’elegia. “Il Lazio è una regione a due velocità, dove Roma fa da traino economico, e le altre province, arrancano”.

Chi potrebbe obiettare dopo la “scoppola” Zes ed il pannicello logorroico Zls? “Questo succede anche perché la presenza della Capitale ha rappresentato solo un apparente vantaggio, mentre, in realtà, ha dopato i parametri economici e finanziari delle province mascherando le fragilità delle aree interne”.

Il “curriculum” di Roma
Foto © Imagoeconomica

Verissimo: Roma “fa curriculum” per tutti ma fa Pil solo per sé. E Ciociaria, Pontino, reatino e Viterbese lottano da sempre per inutili briciole che esagitano anche le dialettiche politiche locali. Cosa va fatto quindi per Coppotelli? “È tempo, quindi, di attuare un piano strategico ‘antidoping’ per costruire un futuro che tenga conto delle vocazioni specifiche dei singoli territori”. Niente più spot quindi, basta coi sussidi-contentino.

E sì ad una visione organica e prospettica. Sì, ma come ci si arriva a questo target? Di solito qui interviene la politica che dà una rotta alle aspirazioni. Invece la rotta l’ha data Coppotelli. Così: “A questo obiettivo comune si potrà arrivare anche attraverso un patto di alleanza tra le istituzioni, i sindacati, le imprese e il mondo accademico.

“Ogni singola Provincia”
Enrico Coppotelli

Perché “ogni singola provincia del Lazio ha grandi potenzialità ma anche fragilità di lunga data”. Come Frosinone, che è “fulcro di eccellenze manifatturiere come l’automotive, il farmaceutico e l’aeronautica, oggi è in pieno dramma Stellantis. Latina, invece, sconta annosi e colpevoli ritardi sul potenziamento delle infrastrutture viarie mentre il settore agricolo è sconvolto dal vergognoso fenomeno del caporalato. E così via per Viterbo e Rieti.

Per ogni croce un piano, per ogni nota dolante un nuovo spartito. Per ogni divisione un collante supremo. Come dovrebbe fare la politica. Come invece ha fatto Coppotelli.

Guida sicura.

FILIPPO ANELLI

Filippo Anelli (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Sulle nuove regole che “definiscono l’accesso a Medicina” si è fatto portatore di un incontro con il ministro dell’Università Anna Maria Bernini. Perché “le previsioni di accesso non sembrano essere motivate da un reale fabbisogno”. Il rischio è che si formi una “pletora medica” di soggetti iperspecializzati che dopo un decennio di formazione rischiano di stare al palo.

Da noi diciamo “glie l’ha ricantate”, alla Bernini. Come quando ad una tesi viene contrapposta un’antitesi che cassa tutto. E che riduce la tesi in questione a mero, ed a volte vano, esercizio di stile. Non come negli Usa, dove a traino del voto che ha consacrato Donald Trump 47mo presidente in 10 Stati si è votato anche per il referendum sul diritto all’aborto.

Da Bernini a Roccella
Annamaria Bernini (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Ecco, è un po’ quello che è capitato con Filippo Anelli alla ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, in ordine alla proclamazione legale della maternità surrogata quale reato universale. Roccella è quella che ha definito ancora una volta, dopo le infelici uscite di fine ottobre, la pillola abortiva RU486 “un enorme inganno”.

Cioè configurabile anche “extra moenia” dai confini dello Stato di Diritto dove risiede ed opera in tal senso il presunto attore del reato. Le ulteriori dichiarazioni di Roccella sono andate un po’ oltre il focus giuridico del reato in sé.

Ed hanno toccato un ambito in cui, essendo la sua profilazione materia di coazione medica, bisogna andarci cauti. Perché? Perché i medici giurano secondo coscienza di fare cose, mentre i giudici e le FFOO giurano secondo Costituzione di farne altre. E non sempre i due ambiti sono perfettamente sovrapponibili.

Roccella ha detto: “Un pubblico ufficiale, e anche il medico, è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura. E poi si vedrà”. Falso, però la ministra ha proseguito: “Spero che l’applicazione della legge abbia un effetto fortemente dissuasivo”.

La procedura che protegge i minori
Foto © Kaboompics / Pexels

A suo parere infatti “in Italia c’è una procedura che protegge i minori e assicura la possibilità al compagno del genitore biologico di essere riconosciuto come genitore”. Come noto è stata modificata la legge 40 del 19 febbraio 2004, quella sulla Gpa (gestazione per altri).

Che è punita con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro. Poteva Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), tenersi una dichiarazione del genere? Certo che no, infatti non se l’è tenuta ed ha replicato.

Eugenia Roccella (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Magistralmente: “Il medico ha il dovere di curare. Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale”. Cioè da quello che “esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale”.

In conclusione? Roccella ha (ri)detto una cosa inesatta (l’ennesima, a voler fare un censimento pignolo ma obiettivo). Questo perché “il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini”. Perché quella prevale, in quanto costituzionalmente tutelata.

Lo hanno giurato.

FLOP

LUCIANO CIOCCHETTI

Iganzio La Russa fa e Luciano Ciocchetti disfa: tutto in casa Fratelli d’Italia, il che a ben vedere è un bel paradosso. Soprattutto se il tema è quello degli amici animali e della sperimentazione clinica che fino al 2014 effettuavamo su di essi. Il preambolo che rende tutto paradossale è poi quello tutto inside al partito di Giorgia Meloni. Con un Presidente del Senato Ignazio La Russa che ha annunciato da poco il libero ingresso degli amici pelosi e piumati nei locali di Palazzo Madama.

E che lo ha fatto orgogliosamente recependo una proposta di Michela Biancofiore, e il deputato “fratello” Luciano Ciocchetti che invece vorrebbe far “riaprire gli allevamenti di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione animale”. Insomma, la classica mano verdoniana de “Piuma” e “Fero” ma in salsa decisamente più truculenta.

L’emendamento “horror”

Da quanto si apprende Ciocchetti, che è stato anche vicepresidente della Pisana quando a guidarla era Renata Polverini, ha presentato un emendamento. Per la precisione una proposta di inserimento tecnico nel decreto-legge Salva infrazioni. Il provvedimento è attualmente in discussione nelle commissioni congiunte di Giustizia e Finanze.

E l’emendamento Ciocchetti propone di “cancellare il divieto, che vige dal 2014 in Italia, di allevare cuccioli destinati alla vivisezione”. Neanche a dirlo la Lav, Lega anti-vivisezione animale, è insorta. Già nel 2012, lo si ricorderà, gli attivisti Lav avevano fatto chiudere Green Hill, struttura bresciana che allevava cani beagle destinati ai laboratori.

La Lav insorge con Felicetti
Ignazio La Russa (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

E il presidente Lav, Gianluca Felicetti, non le ha mandate a dire: “È un’azione folle, perché non calpesta solo i diritti degli animali, ma anche i passi avanti della ricerca sostitutiva, portando le lancette indietro nel tempo. Le sue parole sono state riportate da Il Fatto Quotidiano.

E ancora: “La maggioranza dimostra di non voler finanziare i metodi sostitutivi alla sperimentazione sugli animali, cosa che viene fatta ampiamente in tanti Paesi dell’Unione europea. La possibile riapertura degli allevamenti lager, sulla falsariga di quello di Green Hill, è un grave errore sotto ogni punto di vista.

E Chioccetti di quell’errore oggi è l’uomo simbolo.

Da museruola.