I protagonisti del giorno. Top e Flop del 10 ottobre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIO ABBRUZZESE

Non è più presidente del Consiglio Regionale del Lazio. E neppure è diventato deputato. Sembrano lontani anche i tempi della candidatura a sindaco (perdente) a Cassino. Ma pure senza alcun tipo di carica “pesante” rimane lui il centro di gravità permanente della politica cassinate.

Mario Abbruzzese

Con chi sta? Con Cambiamo di Giovanni Toti o con la Lega? Ma a cosa importa? Resta lui il solo ad infiammare il dibattito all’interno di una coalizione che non riesce ad esprimere più nulla di nuovo da troppi anni. Ci si divide in chi sta con lui e chi contro di lui.

Mario Abbruzzese alla fine si sta divertendo e sa che prima o poi capiterà l’occasione per un rientro in scena da protagonista. Anche perché la “concorrenza” non può spaventarlo. Potrebbe provare intanto a candidarsi al Consiglio Provinciale. Hai visto mai?

La precedente cavalcata partì proprio dal consiglio provinciale.

A volte ritornano.

BRUNO ASTORRE

Il senatore e Segretario Regionale del Partito Democratico sta lavorando sotto traccia. A cosa? Ma alla candidatura alla presidenza della Regione del dopo Nicola Zingaretti, quella del 2023.

Con 345 seggi parlamentari in meno è fondamentale avere un piano B. Che in questo caso però sarebbe un piano  A. La concorrenza è composta da gente “tosta” come Daniele Leodori e Alessio D’Amato, ma Bruno Astorre può mettere sul piatto l’indubbia esperienza politica. Inoltre, è sì vicinissimo a Nicola Zingaretti ma fa parte di AreaDem di Dario Franceschini.

Certamente dovrà pure confrontarsi con l’ipotesi di Roberta Lombardi, specialmente nel caso di intesa Pd-Movimento Cinque Stelle. Ma una simile ipotesi sarebbe stata più forte nel breve periodo. In quello lungo… la segreteria regionale del Pd potrà fare la differenza.

Chi va piano…

FLOP

DAVIDE BARILLARI

«Sapete cosa uccide il Covid all’aperto? Non la mascherina, inutile. Ma i raggi ultravioletti. Il sole». Firmato Davide Barillari, consigliere regionale ed ex pentastellato. Protagonista di una pirotecnica lite social con lo scienziato Roberto Burioni, che alla fine gli ha dato dell’abbronzatissimo. Ma Barillari ha rilanciato: «Se neghi che i raggi UV siano germicidi, spiegami dove hai studiato. Su Topolino? Altrimenti è solo pura ignoranza pseudoscientifica».  (Leggi qui Riecco Barillari: “Il sole uccide il Covid”. Burioni: “Sei abbronzatissimo”).

Addirittura Barillari, rivolgendosi a Burioni,  ha scritto che potrebbe essere una conseguenza collaterale e imprevista «di uno dei tanti vaccini che ti sei inoculato sorridendo alle telecamere». «Topolino è un fumetto fatto benissimo, impeccabile in tutto», ha ribattuto il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Il tono della lite si è via via alzato, con l’ex pentastellato che rivolto un consiglio agli ignoranti che si sono scandalizzati per la sua affermazione: ha invitato tutti loro ad approfondire il ruolo germicida dei raggi UV-a,b e di leggere gli studi «che affermano che bastano pochi minuti perché la luce ultravioletta del sole riesca a rendere inefficace il virus».

Dunque, è semplice: basta il sole. Niente vaccini, niente cure, niente mascherine. Vuoi vedere che il Covid è un vampiro? E che nessuno ci sta capendo nulla?

Il sole a mezzanotte.

MASSIMO GILETTI

Non ha escluso una sua possibile candidatura a sindaco di Roma, anche se i big del centrodestra (coalizione nella quale si candiderebbe) hanno detto di non saperne nulla.

Massimo Giletti. Foto © Leonardo Puccini / Imagoeconomica

Il giornalista di Non è L’Arena ha poi aggiunto che ogni tanto lo accostano a qualche città per la candidatura a sindaco. Ma stavolta è diverso, perché in realtà a lui avrebbe pensato il Capitano della Lega Matteo Salvini.

Certamente bisognerebbe convincere Giorgia Meloni dal momento che Fratelli d’Italia è molto forte nella Capitale. Ma si può fare.

Difficile dire come andrà a finire e fra l’altro il Lazio ha una lunga tradizione di presidenti giornalisti: Piero Badaloni, Francesco Storace, Piero Marrazzo. Massimo Giletti, però, da anni sta conducendo trasmissioni di grande impatto e di inchiesta pura. Per quale motivo dovrebbe lasciare il suo mestiere e andarsi ad “infognare” nel governo del Campidoglio? Ammesso che vinca.

Se invece dovesse perdere, allora sarebbe poi complicato rientrare con la stessa autorevolezza nel mondo dei media. Poteva smentire seccamente. Non l’ha fatto. Le sirene della politica forse lo hanno già ammaliato.

Chi lascia la via vecchia per quella nuova…