Top e Flop, i protagonisti del giorno: 3 aprile 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIANNA MADIA

È il nome nuovo (e per questo tenuto nascosto) del Partito Democratico per la candidatura a sindaco di Roma. Lei è Marianna Madia, battuta da Debora Serracchiani nella corsa a capogruppo Dem alla Camera.

Marianna Madia (Foto: Rocco Pettini / Imagoeconomica)

La Madia ha intelligenza, fiuto e sufficiente esperienza per aver capito che la svolta di Enrico Letta si basa soprattutto su un elemento: il fattore donna. Più della guerra alle correnti, più della ricerca di nuove alleanze, più del voto ai sedicenni. Per questo ha giocato fino in fondo le sue carte per il ruolo di capogruppo di Montecitorio, pur sapendo di non essere la favorita. Per andare a “credito”. Non soltanto nei confronti di Enrico Letta, ma anche verso l’intero Partito Democratico.

Roma è una città difficile da amministrare. Ma se oggi può esserci una possibilità di inserirsi in un meccanismo “ingessato” dalla permanenza in campo di Virginia Raggi, la stessa è legata alla sorpresa di mettere in campo una donna. Marianna Madia è il nome giusto. Può rappresentare davvero la svolta nelle strategie del centrosinistra a trazione donna.

Lady Marianna.

ALESSANDRO DI BATTISTA

Con la sua sola presenza sta innervosendo, contemporaneamente, Giuseppe Conte, Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Sì perché nella partita appena apertasi per la leadership dei Cinque Stelle, Alessandro Di Battista gioca da libero. Fuori dal campo. E può permettersi perfino di non esagerare, come ha fatto in passato.

Roberta Lombardi, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Infatti sta agendo su tre fronti: il primo per cercare di far capire ai colonnelli pentastellati che il generale “Giuseppi” non c’entra nulla con la loro storia. E ha ragione.

Il secondo fronte è quello aperto per mettere in evidenza che Beppe Grillo non può essere più quello di un tempo, quello del “vaffa”. E ha ragione.

Per dimostrare che allora il vero ritorno alle origini passa per lui e per i duri e puri. Il terzo fronte ha l’obiettivo di logorare il Movimento di governo, incarnato dal ministro degli esteri Luigi Di Maio. Non può esserci un Partito buono per tutte le stagioni: per l’alleanza con la Lega, per quella con il Pd, per il sostegno a Mario Draghi.  E ha ragione.

“Dibba” si sta divertendo e potrebbe perfino aprire una breccia.

Barricadero.

FLOP

SPERANZA-SALVINI

Massima solidarietà al ministro della Salute per le ignobili minacce delle quali è stato fatto oggetto. Sul piano politico però il botta e risposta continuo con il leader della Lega non serve a nulla. Se non a minare il Governo di salvezza nazionale presieduto da Mario Draghi.

Lo scontro è sulla gestione della pandemia in aprile. Roberto Speranza è il sacerdote del rigorismo, l’uomo che ripete almeno 20 volte in un’ora che sulle chiusure e sulle aperture decide solo il Comitato tecnico scientifico. Mentre il Capitano della Lega è il talebano del “tana libera tutti”. Come se il virus non esistesse, come se non stesse succedendo nulla. E poche ore fa Salvini ha addirittura annunciato la richiesta di un incontro con Mario Draghi  per affrontare il problema.

Ma in questo modo Roberto Speranza e Matteo Salvini non contribuiscono a creare un clima di serenità per un esecutivo che deve affrontare rsiolvere due situazioni: la campagna di vaccinazione e il Recovery plan. Danno la sensazione, entrambi, di recitare una parte politica. Stereotipata. Prigionieri del ruolo.

FABIO RAMPELLI

L’esponente di Fratelli d’Italia ha attaccato frontalmente il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Fin qui nulla di strano. Sia perché Rampelli è uno di quelli che maggiormente ha contestato in questi anni il Governatore del Lazio ed ex segretario del Pd. Sia perché Fratelli d’Italia nel Lazio è l’alternativa ai Democrat.

Fabio Rampelli (Foto: Imagoeconomica / Benvegnu’ Guaitoli)

La novità sta nel fatto che stavolta Rampelli è arrivato dopo una lunga serie di attacchi nei confronti di Zingaretti. Tra i quali quelli del senatore Maurizio Gasparri, di Forza Italia. Sul tema dei concorsi che da giorni monopolizzano il dibattito alla Regione. Fabio Rampelli ha dato la sensazione di voler marcare Maurizio Gasparri in quella che può essere la lunghissima corsa alla candidatura del centrodestra per la presidenza della Regione Lazio. Un fronte aperto nel centrodestra, che fra le altre cose non riesce a trovare un accordo per la candidatura a sindaco di Roma.

Forse però Fabio Rampelli vuole anche far capire a Giorgia Meloni (leader di Fratelli d’Italia) che è arrivato il momento di puntare i piedi nel centrodestra laziale e romano. Per cercare di ottenere qualche candidatura importante. Però la scelta di tempo poteva e doveva essere migliore. Così ha dato l’impressione di stare in pressing su Gasparri. Inseguimento in ritardo.

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