Top e Flop. I protagonisti del 2020. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore e per il prossimo anno
I PROTAGONISTI DEL 2020
NICOLA ZINGARETTI
Da segretario nazionale del Pd ha retto da solo un Governo e una maggioranza che non hanno fatto altro che litigare furiosamente e su tutto. Come dimostrano anche le recenti polemiche tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Zingaretti non condivide moltissime cose, soprattutto per quanto riguarda le strategie dei Cinque Stelle. Dal Recovery plan al Mes. Ma sa che il Paese non può permettersi crisi al buio.
Nel 2020 ha vinto, da solo, le Regionali dell’election day: Campania, Puglia, Toscana. E prima ancora aveva difeso il fortino dell’Emilia Romagna.
E poi c’è stato il Covid. Lui è stato tra i primi a contrarre il virus, ma anche dalla quarantena ha dettato la linea. Dimostrando che il Coronavirus si può battere.
Pallone d’oro.
IGNAZIO PORTELLI
Le interdittive antimafia, un controllo costante e attentissimo sulle infiltrazioni malavitose nel territorio e soprattutto nell’economia della provincia di Frosinone. Si deve a lui l’apparizione dei provvedimenti con cui la Prefettura nel 2020 ha tagliato le gambe a tutte le società che frequentano amici chiacchierati: senza sconti. Gli ha dato ragione dopo poche settimane la magistratura Antimafia presentando un rapporto nel quale Frosinone risulta più permeabile di Palermo alle mafie. (leggi qui Mafie, Frosinone permeabile come Palermo).
Poi la gestione discreta ma efficace dell’emergenza Covid. Sempre attento a consigliare e mai a prendersi la scena. Ma il suo costante contatto con la Asl si è rivelato molto prezioso. A tratti decisivo quando si è trattato di capire e di decidere se esistevano delle zone della provincia dove era necessario assumere decisioni diverse e più dure per evitare la diffusione del virus.
Ignazio Portelli è un uomo delle istituzioni, un ruolo che esercita con una convinzione ed una competenza fuori dal comune.
Sentinella della Repubblica.
LORUSSO-MAGRINI-D’ALESSANDRO
Impossibile archiviare l’anno del Coronavirus senza ricordare il ruolo che hanno svolto, in tempi diversi, i tre direttori generali che si sono alternati alla guida della Asl di Frosinone nel 2020. (Leggi qui L’anno dei tre manager e la sanità rivoluzionata).
Stefano Lorusso si è trovato a fronteggiare per primo la pandemia e lo ha fatto dimostrando polso e capacità decisionale. Non era semplice organizzare una rete di soccorso specifico per una malattia virale e altamente contagiosa. Non era semplice considerando le condizioni nelle quali versava la sanità locale, falcidiata da anni di tagli sotto ogni punto di vista. La prima ondata, con i cluster a raffica e i tantissimi ricoveri in terapia intensiva, è stata veramente un incubo.
Lorusso ha avuto il merito di alzare la linea Maginot. E su questo fronte è stata decisiva la competenza di Patrizia Magrini, in quel momento direttore sanitario. Poi la Magrini ha guidatore diversi mesi la Asl da facente funzioni, tenendo botta all’inizio della seconda ondata.
Pierpaola D’Alessandro è stata nominata nel momento peggiore della seconda ondata. Ha dimostrato subito una forza e una capacità di organizzazione fuori dal comune. Riorganizzando la rete sanitaria ed ospedaliera. (Leggi qui Covid, via alla rivoluzione. D’Alessandro cambia tutto).
Tris d’assi.
ALESSIO D’AMATO
Tra le grandi regioni il Lazio è stata quella che meglio di tutte ha retto al Coronavirus. Se soltanto si considera che in questa regione c’è una città che si chiama Roma, con i suoi milioni di abitanti, gli aeroporti, le stazioni, il traffico.
L’assessore regionale Alessio D’Amato ha dato un’impostazione “militare” alla guerra al Covid. Con grandi hub di riferimento, con tamponi a tappeto, con una capacità di testare che si è rivelata preziosa e decisiva. Con videoconferenze giornaliere con tutte le Asl che hanno determinato uno spirito di squadra fuori dal comune.
Alessio D’Amato ha sempre cercato di anticipare i tempi, perfino sulle vaccinazioni. Ha messo in piedi una rete sanitaria che il Lazio si troverà anche dopo che la pandemia sarà finita.
Comandante in capo.
ACAMPORA-PIGLIACELLI
Il primo, Giovanni Acampora (Confcommercio Lazio sud), è stato eletto presidente della Camera di Commercio di Latina e Frosinone. Ottenendo 20 voti su 33 e per molti versi ribaltando un pronostico che all’inizio sembrava essergli sfavorevole. (Leggi qui Acampora vola sulla testa del Sistema Roma).
Gli va dato merito di averci creduto e di aver pazientemente organizzato un’alleanza solida che si appresta a far effettuare ai territori del Basso Lazio un decisivo salto di qualità.
Nella composizione della giunta ha dimostrato di saper mediare benissimo le situazioni e di poter davvero essere il presidente di tutti.
Marcello Pigliacelli, ex presidente della Camera di Commercio di Frosinone e candidato di Unindustria, ha perso la conta. Ma va sempre ricordato che senza di lui l’ente camerale del Basso Lazio non ci sarebbe stato. E’ stato Pigliacelli infatti a volere la fusione e a dare il contributo decisivo.
Gemelli diversi.
CAMILLI-DIURNI-BORGOMEO
Il 2020 è stato l’anno dei rinnovi delle cariche all’interno di Unindustria. Angelo Camilli è stato nominato presidente in modo plebiscitario. E’ uno che conosce alla perfezione la macchina dell’associazione. E che quindi proseguirà il lavoro di Filippo Tortoriello nel segno della continuità ma anche mettendoci molto di suo.
Come ha già dimostrato di saper e voler fare. In provincia di Frosinone al vertice di Unindustria è stata nominata Miriam Diurni. (Leggi qui Miriam Diurni, perché proprio lei alla presidenza). Poche parole e tanti fatti. Il 2020 è stato l’anno orribile delle imprese e delle industrie. Si tratta di ricostruire la fiducia e di impostare la programmazione. Lei sta facendo questo.
Al vertice della sede di Cassino-Formia è arrivato un autentico outsider dalle spalle larghe: Francesco Borgomeo. Imprenditore rampante e innovativo, proiettato nel futuro ma con una dose enorme di realismo. Non è uno che si limita a fare (benissimo) il compito. Borgomeo è uno che vive di approfondimenti. (Leggi qui Borgomeo punta verso l’era dell’automotive sostenibile).
I tre moschettieri.
FRANCESCO DE ANGELIS
Basterebbero il cambio di destinazione d’uso dell’area ex Permaflex e l’emendamento che libera risorse per le imprese che vogliono tornare ad investire in provincia di Frosinone per sottolineare un 2020 da incorniciare. Ha ottenuto i fondi per risanare le strade dell’area industriale di Anagni. Ma non è tutto: ha creato i presupposti per guidare il Consorzio industriale regionale unico nel 2021. (Leggi qui Le frontiere dello sviluppo: si riparte dai confini dell’ex Cassa per il Mezzogiorno).
Questo è quanto avvenuto sotto i riflettori. Poi c’è la parte avvenuta nell’ombra. Su molte situazioni chiave Francesco De Angelis è stato il mediatore più o meno occulto. Ad esempio nelle dinamiche che hanno portato all’elezione di un Segretario unitario per il Pd della provincia di Frosinone. Si è tuffato a capofitto nella sfida per le Comunali di Frosinone 2023: c’è da credere che questa volta il centrosinistra sarà competitivo.
Carro armato.
CLAUDIO DURIGON
Si è preso la Lega nel Lazio. La nomina a coordinatore regionale del Carroccio è un passo fondamentale per la candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Nei territori sarà lui a dare le carte. (Leggi qui Salvini nomina Zicchieri nel cerchio magico della Lega).
Nel frattempo si libera della patata bollente rappresentata da Roma. Ha delegato un nuovo coordinatore cittadino, sgravandosi di un problema che si fa sempre più rovente con il passare dei giorni. Perché non è solo il centrosinistra a trovarsi in difficoltà nell’individuare un candidato. Ma anche il centrodestra. I sondaggi dicono che il nome di Bertolaso non passa.
Prima di scottarsi, meglio uscire. E dedicarsi alla costruzione del consenso in vista della sfida per il 2023 con cui tentare di riportare sotto la bandiera del centrodestra la Pisana guidata oggi dal Segretario Nazionale del Pd Nicola Zingaretti.
Determinatissimo.
MAURO BUSCHINI
Il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio nel 2020 non si è accontentato di calzare una feluca ed andare in giro per le province a rappresentare la Regione. Si è dato una dimensione più ampia. Come dimostrano gli ultimi mesi del 2020. La sua parola magica si chiama Webinar.
Mauro Buschini ha iniziato a dominare le conferenze tenute via computer a causa della pandemia. Ne sta organizzando su ogni tema chiave. Sulla crisi dell’Automotive ha riunito il Governo, la Regione, l’Università di Cassino, l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti, i sindacati. Per la prima volta dopo anni i problemi del principale comparto industriale del Lazio sono tornati al centro.
La stessa cosa ha fatto con i vaccini. Mettendo a tacere i negazionisti. È grazie alla sua webinar che il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani ha potuto dire che la percentuale di decessi per Covid è tre volte più alta dell’influenza, che c’è il doppio dei ricoveri in Terapia Intensiva. Senza rinunciare a mandare qualche frecciatina al governatore della Campania Vincenzo De Luca: “La scelta di De Luca priva un medico del suo vaccino”
La sua dimensione è quella istituzionale e regionale. Non è più solo un fenomeno locale.
Inarrestabile.
ANTONIO POMPEO
Sul piano amministrativo non ha sbagliato un colpo. Ne 2020 ha avuto la capacità politica di dimostrare che le Province italiane hanno ancora un ruolo. E per chi avesse qualche dubbio, si è messo a dimostrarlo direttamente dal timone della sua Provincia: Frosinone.
Il 2020 è stato un anno di investimenti e risultati. L’amministrazione provinciale di Frosinone ha risolto il problema dell’Agrario che si trascinava da anni. Ha avviato la realizzazione di un nuovo istituto Superiore: cosa che non si vedeva dai tempi di Francesco Scalia, un’era geologica fa.
Sul ciclo dei rifiuti, la Provincia ha esercitato un ruolo non secondario. Di più ancora nella sottile mediazione con cui ricostruire i rapporti tra Comuni ed Acea Ato 5. Ha colto al volo la strategia del dialogo messa in campo dal nuovo management, dall’ingegner Roberto Cocozza (amministratore delegato) e dall’ingegner Pierluigi Palmigiani (presidente). In pochi mesi si sono moltiplicate le conciliazioni sulle bollette, oggi Acea dice si a qualunque rateazione; si sono ridotte le perdite, aumentati i lavori. Per la prima volta è stato approvato il Bilancio di previsione. Per i Comuni ha significato 7 milioni freschi in cassa. (Leggi qui Acea, la strategia del dialogo porta 7 milioni ai Comuni).
Nel 2020 ha dimostrato ancora una volta l’irrinunciabilità della carica di presidente della Provincia.
Sul piano politico ha capitalizzato al massimo il ruolo di leader della minoranza provinciale del Pd.
Ha una visione precisa.
STEFANO PARISI
Le dimissioni da consigliere regionale del Lazio e da consigliere comunale di Milano rappresentano un atto di straordinaria dignità di un manager e di un professionista di eccezionale competenza. La politica non gli ha concesso spazi, il centrodestra lo ha accantonato. Lui ha delicatamente chiuso la porta andando via. (Leggi qui Addio politica ingrata: va via l’avversario di Zingaretti).
Va via con un J’Accuse in piena regola. Contesta alla politica di essersi ridotta ad egoismi ed interessi di parte. Nel suo messaggio d’addio affidato a Facebook ha detto che «Sono stati cinque anni di impegno politico per me straordinari. Ho potuto lavorare con persone mosse da una grande voglia di impegnarsi per gli altri. Abbiamo ancora negli occhi l’entusiasmo di tanti, abbiamo provato sulla nostra pelle l’ostilità cieca e ottusa di pochi».
Per Stefano Parisi la politica deve “essere popolata da professionisti che ne conoscano i meccanismi, le regole e il linguaggio. E credo anche che la politica richieda impegno ed energia e che chi vive nella politica debba essere anche pronto a lasciare».
Gran rifiuto.
SARA BATTISTI
La consigliera regionale del Partito Democratico è l’anello di congiunzione tra la Regione ed il Territorio. E tra la Politica ed il mondo reale. C’è lei dietro molte iniziative di spessore.
Ad esempio sulle due fermate Tav in provincia di Frosinone, è stata lei a sviluppare tutta una parte del dialogo con l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Gianfranco Battisti, fiuggino come lei.
Allo stesso modo in cui è stata lei a portare al centro del dibattito politico una serie di temi che spesso sfuggono alla sensibilità politica dei colleghi maschi. Come nel caso del revenge porn. O della norma che prevede un sostegno alle donne che sono state mutilate a causa del cancro al seno ma grazie ai tatuaggi possono tornare a sentirsi in sintonia con il proprio corpo e la propria femminilità.
Si è preparata a costringere tutti a pensare, nel 2020 glielo ha impedito la pandemia. In calendario c’è una serie di eventi culturali sulle violenze di genere.
E poi tiene la barra del Partito a sinistra. Si dice che al solo sentirne il nome, quelli di Base Riformista abbiano l’orticaria. ma se non fosse stato per lei, il dibattito che ha portato all’elezione unitaria del Segretario provinciale Pd non sarebbe mai partito.
Lucida pasionaria.
CALIGIORE-ROTONDO
Sono stati confermati sindaci di Ceccano e Pontecorvo, i due Comuni più grandi che sono andati al voto nel 2020. Non erano conferme scontate. Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia) ha sbaragliato il campo. Anselmo Rotondo ha vinto l’ennesimo derby all’ultimo voto con Riccardo Roscia.
Uscenti e vincenti.
LUCA FANTINI
L’elezione a segretario provinciale del Pd segna l’inizio di una stagione completamente nuova. Proviene dai Giovani Democratici, è un fedelissimo di Zingaretti, è politicamente cresciuto con Buschini, ma fa di testa sua.
Promosso.
LUCIO MIGLIORELLI
Ha stravolto il ruolo del Presidente della Saf, la società composta dai Comuni della provincia di Frosinone in parti uguali a prescindere dal numero di abitanti e dalla quantità di rifiuti prodotta. Lucio Migliorelli ha avviato la trasformazione di una fabbrica di rifiuti nel nucleo principale della più moderna fabbrica italiana di economia circolare.
Innanzitutto ha messo d’accordo i sindaci. Poi ha dettato linee precise per i progetti. Quindi ha avviato gli iter. Entro pochi anni lo stabilimento Saf di Colfelice diventerà una modernissima struttura nella quale riciclare materie prime da ciò che oggi invece finisce in discarica.
Nel 2020 ha avuto la capacità di organizzare il ritorno a casa degli avanzi di cucina oggi spediti in Veneto a costi enormi: Saf li terrà in provincia di Frosinone e ci estrarrà bio metano con cui riscaldare case e scuole.
Lucio Green
MARCO DELLE CESE
Ha dato un ruolo nuovo al Consorzio Industriale per lo Sviluppo del Lazio Meridionale. Marco Delle Cese è il giusto punto di sintesi tra politica ed industria.
C’è Cosilam dietro al progetto per un futuro ecologico di Roccasecca. Si punta ad una maxi piantagione di canapa industriale dalla quale ottenere imballaggi bio. Con un dettaglio, la canapa assorbe i metalli e gli altri inquinanti dai terreni. Per Roccasecca sarebbe una mano santa. A dicembre il presidente Marco Delle Cese firma l’intesa con Università di Cassino ed Enea, l’Ente nazionale per le Energie Alternative.
L’aeroporto di Aquino torna in un dossier operativo. Se ne sta occupando uno dei principali ingegneri aeronautici d’Italia. A lui Marco Delle Cese ha chiesto di verificare se c’è la possibilità concreta di rimettere in piedi la struttura.
Il 2021 darà le risposte.