Top & Flop * Venerdì 20 settembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

ROMANO PRODI

La vendetta è un piatto che si consuma freddo. In questo caso ibernato. Romano Prodi ha atteso sei anni per levarsi il macigno dalle scarpe. Usando la metafora dello yogurt per Italia Viva di Matteo Renzi. Nel senso che ha una scadenza anche ravvicinata.

Romano Prodi

Correva l’anno 2013 quando 101 franchi tiratori “crivellarono” il Professore, lanciatissimo verso il Quirinale. Lui, Romano Prodi, non ha dimenticato. Ha detto poi a La Repubblica: “I partiti personali funzionano la prima volta, ripeterli crea problemi. La scelta di Renzi di staccarsi dal Pd era prevedibile ma è “ugualmente inspiegabile nei tempi”, ma non influirà sul governo, perché un eventuale distacco sarebbe palese e quindi lo pagherebbe più di prima. Il Pd ha un futuro se ritrova la sua anima di sinistra ma soprattutto riformista, l’esecutivo può durare se affronta i problemi, primo tra tutti l’evasione fiscale”.

Ma è lo yogurt a fare la differenza. Lectio magistralis.

SILVIO BERLUSCONI

Il vecchio leone ha dato due zampate di alta scuola. La prima a Matteo Renzi: gli ha fatto gli auguri, ma ha specificato che non sarà il suo erede, perché viene da sinistra, è sempre stato in politica e si rivolge ad un altro tipo di elettorato.

Silvio Berlusconi

La seconda a Matteo Salvini. Intanto lo ha stoppato sulla riforma elettorale, dicendo no al referendum e spiegando che la riforma si deve fare in Parlamento. Poi sul merito: Berlusconi ha affermato di essere contrario ad una legge tutta maggioritaria. Matteo Salvini ha dovuto ripiegare: “Basta che chi prende un voto in più governa”. A quel punto la pennellata da Tintoretto del Berlusca: “Io e Salvini siamo diversi e poi Francesca (ndr: Pascale) non lo tollera”.

Lampi di bunga bunga.

Daniele Natalia

È l’unico sindaco di una città della provincia di Frosinone atteso a Viterbo per la convention annuale di Antonio Tajani, numero 2 nazionale di Forza Italia.

Daniele Natalia © Ettore Cesaritti

Ci va in forza di un calcolo politico preciso: a destra c’è troppo traffico, sia nella Lega che in Fratelli d’Italia, tutti non vedono l’ora di salire sul Carroccio o di affratellarsi. Lui no. Preferisce stare dov’è stato in questi anni. Per diventare il punto di riferimento del centrodestra dei moderati. Sa benissimo che nulla ha da preoccuparsi per il ruolo di Gianluca Quadrini, vice coordinatore del Lazio. In questo periodo storico c’è ampio spazio per tutti. L’asse solidissimo con Alioska Baccarini, sindaco di Fiuggi, e con gli altri sindaci dell’area, pone Daniele Natalia nella posizione ideale per aspirare a fare il Coordinatore del Nord, lasciando il sud a Quadrini.

C’è anche un altro ruolo, più politico, al quale può aspirare: diventare il punto di sintesi e di raccordo tra le posizioni di Tajani e quelle del coordinatore regionale Claudio Fazzone. Molto dipenderà da come saprà cavarsela a Viterbo. Il futuro è di… Daniele

FLOP

LORENZO CESA

Il leader dell’Udc ha annunciato la nascita di una nuova “Balena bianca“, ossia un partito di area democristiana. Il simbolo? Lo Scudocrociato naturalmente.

Ora va bene tutto, ma in politica le operazioni nostalgiche hanno il fiato corto. Poi c’è il tempismo. Si può annunciare l’ennesima rinascita della Dc nel momento in cui l’affollamento al Centro è spaventoso? Sì perché Silvio Berlusconi non molla, Matteo Renzi è uno che definire tignoso è un eufemismo, Carlo Calenda ha già piantato la bandierina e Giovanni Toti sta sgomitando. Obiettivamente, dove sta lo spazio per la Democrazia Cristiana, che è scomparsa nel 1994?

Lorenzo Cesa, Foto © Ciro Fusco

Ma c’è un altro errore enorme. La voglia di proporzionale è forte e lo si vede chiaramente. Anche in una parte del Movimento Cinque Stelle. Ma siamo sicuri che la in Parlamento si farà una riforma in questo senso? Alla Lega, al Partito Democratico e a Fratelli d’Italia non conviene una legge del genere. Forse adesso potrebbero non avere la maggioranza alla Camera e al Senato, ma mancano tre anni e mezzo alla fine della legislatura. Un periodo lunghissimo.

Lorenzo Cesa ha scelto perlomeno il momento sbagliato. La Democrazia Cristiana si studia sui libri di scuola. Spiaggiato.

LUIGI DI MAIO

“A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina”. La lezione del Divo Giulio (Andreotti) è sempre attuale. Ieri sera c’era il dubbio che Luigi Di Maio fosse in realtà d’accordo con Alessandro Di Battista, che aveva sparato sul Pd.

Luigi Di Maio a La7 © Ag. IchnusaPhoto

Oggi la conferma. Quando lo stesso Di Maio ha detto:“Qualcuno dice: “non vi fidate del Pd“, “attenti“. Io dico a tutti: la fiducia si dimostra! E in questo caso alla prova dei voti in Parlamento. E la prima prova di questo Governo è il taglio dei parlamentari. Va fatto nelle prime due settimane di ottobre. E poi la vera prova del nove per noi e per questo Governo sarà la legge di bilancio di dicembre. Il minimo sindacale è evitare l’aumento dell’Iva. dobbiamo dare ai lavoratori un salario minimo e abbassare le tasse. Altrimenti che cavolo ci stiamo a fare al Governo?”.

Appunto. Ma perché queste cose nell’anno e mezzo con la Lega non sono state fatte? In realtà Luigi Di Maio ha un solo obiettivo: terremotare continuamente Luigi Conte e il governo. Per continuare ad esistere. Ma in realtà lo sanno tutti che saranno soltanto piccole marachelle politiche.

Nulla di serio. Niente scissioni. Gianburrasca.