Top e Flop, i protagonisti del giorno: 30 gennaio 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

ZINGARETTI-D’AMATO

Il Lazio è rimasto in zona arancione soltanto per due settimane. Da lunedì tornerà in fascia gialla, il che significa che ci saranno dei benefici importanti soprattutto sul piano economico. A dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dal presidente Nicola Zingaretti e dall’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

Nicola Zingaretti e Alessio D’Amato

Zingaretti ha spiegato: “Il Lazio torna in zona gialla. La permanenza in fascia arancione, grazie alla collaborazione di tutti, è durata solo due settimane. Una buona notizia che darà respiro all’economia. Ora però dobbiamo fare attenzione a non gettare a mare i sacrifici fatti in queste settimane. Manteniamo alto il livello di attenzione, evitiamo gli assembramenti, rispettiamo le norme di precauzione o i contagi saliranno di nuovo. Faccio un appello agli esercenti dei locali: continuate a far rispettare tutte le regole, soprattutto le presenze al chiuso e i distanziamenti ai tavoli; è fondamentale per tenere bassi i contagi e rimanere in fascia gialla”.

Poi ha aggiunto:   “La campagna vaccinale nel Lazio va molto bene, appena arriveranno le nuove forniture di vaccini saremo pronti ad aumentare le somministrazioni ai cittadini secondo il programma stabilito. Forza perché ce la faremo”.

Se  Zingaretti si è preso la scena mediatica, Alessio D’Amato non ha sbagliato nulla sul piano tecnico. Nel senso che in questi quattordici giorni ha lavorato con un solo obiettivo: rientrare nei 21 parametri presi in considerazione dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero.

Coppia d’assi.

RENZI-FICO

Lo avevamo scritto ieri. E’ andata esattamente così. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha affidato al presidente della Camera Roberto Fico il mandato esplorativo per verificare se esistono le condizioni di formare un Governo. (Leggi qui E se ne venisse fuori un Governo proprio Fico? e leggi anche Top e Flop, i protagonisti del giorno: 29 gennaio 2021).

Roberto Fico (Foto: Imagoeconomica, Benvegnù Guaitoli)

Con un particolare non secondario, perché Mattarella ha fatto filtrare che possono esserci le condizioni per riproporre l’attuale maggioranza. Vuol dire con Matteo Renzi dentro. E’ evidente che Roberto Fico ha un compito enorme. Ma se riuscirà a portarlo a termine, allora potrebbe davvero ottenere la guida politica del Movimento Cinque Stelle. Realizzando il sorpasso nei confronti di Luigi Di Maio.

E Fico è l’ala sinistra dei pentastellati. Ma la giornata appena trascorsa segna un’altra vittoria politica di Matteo Renzi: era stato lui a chiedere il mandato esplorativo. E proprio per Roberto Fico. Il leader di Italia Viva non perde un colpo. Se c’è una sola possibilità di un Conte ter, la stessa passa dall’azione “combinata” di Renzi e Fico. Stesso discorso per un esecutivo guidato da un presidente del consiglio diverso da Conte.

Convergenze parallele.

FLOP

CRIMI-CONTE

Il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha guadagnato tutte le prime pagine nazionali con una frase semplice: non ci sono veti nei confronti di Matteo Renzi. È come se Biden affermasse che la prossima volta voterà per Trump.

Fino a pochissime ore prima i Cinque Stelle avevano ripetuto in maniera ossessiva che tutto si poteva fare meno che tornare alleati di Matteo Renzi e di Italia Viva. In effetti i Cinque Stelle in tutti questi anni sono politicamente cresciuti “contro” il renzismo.

Vito Crimi. (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Ma cosa può essere cambiato? La telefonata di Giuseppe Conte a Matteo Renzi l’altro ieri. Con l’obiettivo di evitare che il veto del Rottamatore fosse… per sempre.

E intanto Vito Crimi ha fatto cadere l’altro veto, quello su Renzi. Il che vuol dire due cose. La prima: l’asse di ferro tra Crimi e Conte. Significa che il presidente del consiglio dimissionario è molto influente all’interno del Movimento. Probabilmente più di Luigi Di Maio in questo momento. La seconda: Giuseppe Conte vuole fortissimamente il… ter.

Tutto bene, ma alla fine è il Movimento Cinque Stelle ad uscirne a pezzi e senza anima. Perché se cade anche la logica “contro” Matteo Renzi, cosa resta?

Movimento sparito.

ALESSANDRO DI BATTISTA

Vito Crimi aveva appena affermato che “per il Movimento 5 Stelle l’unica persona in grado di condurre con serietà il Paese in questa fase è Giuseppe Conte” e che i pentastellati sono disponibili a “un governo politico” che parta “dalle forze della maggioranza dell’ultimo anno e mezzo ma con un patto di legislatura chiaro”. Un cambio di linea che ha mandato su tutte le furie l’ala dei “duri e puri”, contraria al ritorno al tavolo con Matteo Renzi.

ALESSANDRO DI BATTISTA.(FOTO: SAVERIO DE GIGLIO / IMAGOECONOMICA)

E infatti su Facebook Alessandro Di Battista ha minacciato lo strappo: “L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie”.

Poi, in un messaggio inviato ad alcuni parlamentari a lui vicini, l’ex deputato ha precisato: “Se non condivido una cosa io mi faccio da parte e mi vivo la mia vita, di certo non faccio scissioni o mi metto a creare correnti… Non è da me”.

Cosa deve succedere ancora per far capire a Di Battista che i Cinque Stelle prendono decisioni senza consultarlo? Prima era Luigi Di Maio, oggi sono Giuseppe Conte e Vito Crimi. Se ancora una volta si limita  a minacciare l’addio, farebbe meglio a lasciare definitivamente la politica.

Marginalizzato.

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