Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
TOP
ALESSIO D’AMATO
Il Lazio è la prima regione italiana ad aver cominciato la campagna vaccinale per gli over 80. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato lo ha voluto sottolineare così: “E’ importante per noi mettere in sicurezza questa fascia che ha pagato il tributo più alto”.
Ma D’Amato guarda già avanti. Ha spiegato come il fattore tempo sia fondamentale. Illustrando il piano: il vaccino Astrazeneca riguarderà le persone comprese nella fascia di età 18-55 anni. Ha affermato: “Adotteremo la soluzione più veloce che è il metodo israeliano per fasce di età e categorie di priorità. Coinvolgeremo i medici di medicina generale. Nel frattempo proseguiremo con gli over80 per cui ci vorranno 60 giorni per completare e a breve inizieranno le prenotazioni anche per gli over 75”.
Il piano del Lazio è modulare e flessibile, costruito con grande cautela. Il problema è legato alla disponibilità dei vaccini. Dall’inizio della pandemia il Lazio ha rappresentato la linea Maginot del Paese. Certamente non ha dovuto sopportare l’impatto che invece ha avuto la Lombardia, ma va pure detto che lo Spallanzani era operativo già prima dell’esplodere dell’emergenza. D’Amato è in trincea da allora.
Instancabile e sempre lucido.
MASSIMO RUSPANDINI
Si è preso il Partito in provincia di Frosinone. E dove sta la novità? Sta nel titolo, nella forma che in questo momento è anche sostanza. È lui il nuovo commissario provinciale di Fratelli d’Italia. In termini pratici vuol dire che sarà lui a decidere i candidati ai consigli comunali, quelli a sindaco, quelli al consiglio provinciale.
E sarà sempre lui a rappresentare il Partito in ogni riunione che conta. Da Frosinone a Roma. Non è un dettaglio di poco conto, perché in questo modo sarà sempre lui ad avere il “pallino” in mano. Eppure l’opposizione interna sperava in una sorta di riequilibrio. Adesso Antonello Iannarilli, Alessandro Foglietta, Alessia Savo e molti altri dovranno riflettere sul da farsi. Per qualunque tipo di ambizione o strategia dovranno “passare” da Ruspandini.
Il quale ha dato anche un segnale di forza non indifferente, dimostrando di essere lui l’uomo di fiducia di Giorgia Meloni in Ciociaria. Ma l’incarico di oggi rappresenta pure il coronamento di un percorso iniziato da ragazzino nell’Msi, poi proseguito in Alleanza Nazionale e quindi in Fratelli d’Italia.
Fratello… maggiore.
FLOP
PAOLO PULCIANI
Non ci sarebbe un vincitore se non ci fosse anche uno sconfitto. Il traguardo politico raggiunto da Massimo Ruspandini contiene anche l’altra faccia della medaglia: Paolo Pulciani.
Avvocato in gamba, politico di lungo corso, sempre a destra. Ma ieri le sue sono state dimissioni richieste e perfino annunciate. Promoveatur ut amoveatur è una locuzione in lingua latina. La traduzione letterale è questa: sia promosso affinché sia rimosso. In realtà è successo esattamente questo. (Leggi qui Pulciani promosso e dimesso: FdI passa a Ruspandini).
Fratelli d’Italia in quest’ultimo anno è cresciuto moltissimo, sia nei sondaggi che nel voto reale, sia nelle adesioni al Partito sia nelle simpatie. Questo percorso richiedeva un profilo diverso di leader politico. E’ come se Paolo Pulciani non fosse riuscito a stare al passo. La nomina a responsabile del dipartimento dell’attuazione del programma nel Lazio non ha alcuna valenza operativa. E’ il riconoscimento politico alla coerenza, all’impegno e alle capacità. Ma non profuma di futuro.
Pulciani ha provato (inutilmente) a mediare tra la vecchia e nuova leadership, tra Foglietta e Ruspandini. Ma in un partito come Fratelli d’Italia non ha senso mediare. Anzi, è un segnale di debolezza.
Fratello di… un dio minore.
ROCCO CASALINO
Il 16 febbraio esce nelle librerie la sua autobiografia dal titolo “Il portavoce”. Ma nei gruppi parlamentari del Movimento Cinque Stelle cresce l’insofferenza verso l’ormai ex portavoce dell’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Il perché è presto detto: Casalino è stato l’ispiratore della strategia di andare allo scontro per asfaltare Matteo Renzi. E’ andata invece in modo molto diverso: è stato Matteo Renzi ad asfaltare Giuseppe Conte. E inoltre i Cinque Stelle saranno “costretti” (il termine giusto è questo) a dover sostenere un Governo guidato da Mario Draghi, ex presidente della Bce.
Ma Rocco Casalino continua a tessera la tela. E’ ancora lui, secondo i ben informati, a dettare la linea. La linea è quella di spingere Giuseppe Conte a guidare il Movimento Cinque Stelle. Come del resto vorrebbe pure Beppe Grillo. Scavalcando quindi Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico e tutti gli altri.
Ipotesi che potrebbe anche verificarsi. Quella di Conte alla guida dei Cinque Stelle. Mentre è molto difficile che Rocco Casalino possa ancora ricoprire il ruolo di portavoce di Giuseppe Conte.
Attapiratissimo.