In Germania, se si rompe la lavatrice o lo scaldabagno, non hanno problemi di idraulico: basta chiamare l’assicurazione e pensa a tutto lei. Lo stesso accade se si rompe una stecca della serranda: nessuna moglie punta gli occhi al marito dicendo con lo sguardo “Sei tu l’uomo”.
Quindi, lì nessuno deve salire più o meno volontariamente su una sedia e sfilare il cassettone per poi arrotolare la persiana e tentare di agganciare la stecca uscita dalla guida. In Germania chiami l’assicurazione ed in un’ora ti manda lei il fabbro.
Loro sono così: precisi, previdenti, calcolano tutto. E se c’è l’imprevisto: c’è sempre un’assicurazione ad eliminare il rischio di brutte sorprese. Da noi no. Noi siamo quelli capaci di fronteggiare tutto: dal montaggio dei mobili Ikea anche se le istruzioni sono in kikkinese fino alla costruzione di un’intera casa. Ce ne sono a migliaia abusive e poi sanate, nate il fine settimana, impastando il cemento con l’amico manovale, senza essere muratori. Il bello è che stanno in piedi. Altro che tedeschi.
Per questo, solo a noi poteva venire in mente di abbinare le ferie e le vaccinazioni. A Radio24 il generale Francesco Paolo Figliuolo ha detto oggi «Le Conferenza delle Regioni mi ha chiesto la possibilità di essere ancor più flessibile e dare la facoltà di fare anche in casi particolari la seconda dose in vacanza. Ho appena firmato la risposta: per la struttura va bene, ci organizzeremo e faremo gli opportuni bilanciamenti logistici delle dosi. Dal punto di vista dei flussi informativi le procedure sono già state limate, ora le Regioni le dovranno mettere in pratica».
Ecco: da noi se è imperativo saper fare i lavori di casa è irrinunciabile (nell’ordine) il derby, la nazionale, le vacanze.
Così, da Paese che non riusciva ad organizzare i vaccini e che ha dovuto chiamare un generale per implotonare la Sanità, siamo diventati di colpo abilissimi: per le seconde dosi riusciremo a farle addirittura in villeggiatura, senza problemi tra regione e regione, dalle Alpi allo Stretto, dal colle di Cadibona al Golfo del Quarnaro.
Nel nome delle ferie: siamo italiani.