Il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio che dalle colonne de La Repubblica dice al Movimento Cinque Stelle che o si va avanti con il programma o si va alle urne. Aggiungendo che i Dem non hanno paura delle elezioni anticipate.
Il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi che per la prima volta non esclude il voto anticipato e che marca una distanza incolmabile con il premier Giuseppe Conte e con i Cinque Stelle.
Lo stesso Giuseppe Conte che, come al solito, smentisce sé stesso, apre alla possibilità di un rinvio sul Mes e aggiunge pure che “basta cambiali in bianco”.
Ancora una volta emerge un fatto chiarissimo: il terrore del Movimento Cinque Stelle per le elezioni. I pentastellati sono divisi, tra filoleghisti e che invece preferirebbe questa alleanza. Ma sono uniti nel provare a restare al Governo a tutti i costi. È questa l’anomalia che rende in questo momento debolissimo il Governo italiano.
Ieri al vertice della Nato a Londra l’Italia è stata esclusa dalla sessione sulla Libia, quando invece il nostro Paese è quello più vicino e quello più esposto. Impensabile fino a qualche anno fa.
Sull’altro versante, quello del centrodestra, Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) sanno due cose: 1) stravincerebbero alle elezioni anticipate; 2) cresceranno in modo esponenziale stando all’opposizione.
Il pallino però rimane nelle mani di Nicola Zingaretti. Il segretario del Pd si è “caricato” Giuseppe Conte, ma le prese di posizione degli uomini più rappresentativi del partito sono il segnale che Zinga sta pensando anche ad una exit strategy. Il punto è: se cade il Governo si va alle urne oppure i Cinque Stelle farebbero l’ennesima capriola e tornerebbero a bussare alla porta della Lega? A quel punto, a destra, l’argine potrebbe essere Giorgia Meloni.