Anche al liceo Severi “Qui niente poveri né disabili”

La polemica scatenata dal servizio di Repubblica sulle presentazioni 'classiste' di molte scuole italiane. Anche il liceo Severi di Frosinone assicura: Qui niente disagiati.

Il caso lo ha sollevato il quotidiano La Repubblica. Con un articolo dal titolo “Qui niente poveri né disabili”: le pubblicità discriminatorie dei licei. 

In pratica. Sul sito del ministero ci sono le presentazioni con cui le scuole superiori cercano di attrarre nuovi studenti. Sotto accusa finisce la prosa con cui alcune scuole del Paese, spesso i licei più prestigiosi e selettivi, si sono presentati alle famiglie per attrarre l’iscrizione dei loro figli.

Nell’ansia di apparire come un istituto privo di problemi, pronto a fornire la migliore didattica senza impacci con gli adolescenti stranieri o i ragazzi bisognosi di sostegno, i dirigenti scolastici hanno messo in rete rapporti di autovalutazione classisti.

Uno scivolone nel quale è incappato anche il prestigioso Liceo Scientifico Severi di Frosinone.

La sua scheda di presentazione (leggi qui la scheda) è raggiungibile attraverso l’apposta sezione del sito allestito dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca Scientifica.

Nella sezione Opportunità spiega che il liceo si trova a Frosinone,

capoluogo dell’omonima provincia, è un comune di circa 47.000 abitanti di aspetto moderno.

Innegabile la prima parte, discutibile la seconda.

La presentazione prosegue:

La città ha un sistema produttivo che, da prevalentemente agricolo, negli anni ’70 è diventato industriale e terziario.

È storia e fin qui non fa una piega. Leggiamo ancora.

(…) e’ intensa la collaborazione con le istituzioni scolastiche e i luoghi di cultura di Roma e Cassino (Università, teatri, centri di interesse turistico…) La città è sede di tutti i principali corsi di istruzione secondaria, ospita sedi distaccate delle Università di Roma e Cassino ed è sede anche di un Conservatorio di musica e una Accademia delle Belle Arti che rappresentano importanti poli di attrazione artistico-culturale.

Interessante, non c’è che dire. Il problema nasce quando si va alla sezione Opportunità. Qui infatti si scopre che

Il contesto socio-economico di provenienza degli studenti è generalmente alto e facilita i processi educativi e didattici che la scuola pone in essere.

 

Insomma, al Severi mettono subito le cose in chiaro: qui c’è gente con i quattrini, quindi vedi tu.

Proseguiamo.

L’assenza di gruppi di studenti particolarmente disagiati economicamente favorisce l’attuazione di progetti quali viaggi d’istruzione, mobilità studenti e visite guidate che arricchiscono il bagaglio culturale dell’utenza.

 

Ma sì, meno male. Niente gente in cassa integrazione che deve fare i conti con i centesimi e poi non può permettersi la gita insieme agli altri. Hai visto mai che la miseria sia diventata contagiosa?

Però potrebbe essere educativa: se tu vieni a scuola con la minicar ed io invece con il bus ed i panni un po’ datati, potrei insegnarti che nel mondo non sono i soldi a fare la differenza, ma l’impegno e la costanza nello sbattere la testa sui libri. Perché è solo se sai cosa c’è tra quelle pagine che un’azienda investirà i suoi capitali su di te. Anche se non provengo da un “contesto socio-economico generalmente alto” potrei spalancarti la finestra sul mio mondo: fatto di meno comodità ma pieno di dignità.

Magari, a mia volta, potrei essere educativo. E spiegarti che la differenza arricchisce. Perché completa.

Mettiamola così: premesso che ognuno si presenta come meglio ritiene, quelle due ultime frasi scelte dal Severi non appaiono molto felici.

Forse varrebbe la pena rifletterci un secondo. Soprattutto da parte di chi deve insegnare agli uomini di domani cos’è la maturità.

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