Studia che la testa ce l’hai dicevano fino a qualche anno fa i genitori che volevano spronare i figli ad affrontare la salita della scuola. A dire che avevano ragione sono i numeri pubblicati in queste ore. Dicono che nel 2022, tra i giovani di 18-24 anni diplomati, quasi 6 su 10 avevano un lavoro (57,7%). In mancanza del diploma o di una qualifica, il tasso di occupazione è invece risultato inferiore di 18,7 punti percentuali (39%). È di tutta evidenza quindi che il possesso del titolo di studio, almeno il diploma, conta parecchio in Italia, per trovare lavoro.
A tal fine, è di queste ore, una interessante analisi della fondazione indipendente Openpolis, che si occupa di elaborare e produrre report e inchieste sui principali temi della vita pubblica. Questa volta mette in relazione un particolare rapporto esistente nei Comuni italiani. È quello tra livello di istruzione e accesso al lavoro. Un legame che si sta sempre più rafforzando e potrebbe diventare sempre più stretto nei prossimi anni.
Se studi, lavori
Nel 2022 sono oltre 18 milioni i residenti in Italia tra 25 e 49 anni. Di questi quasi 3 su 4 hanno almeno il diploma (73,6%), mentre una quota di poco inferiore è occupata (71,7%). Due caratteristiche che in diversi casi vanno di pari passo.
Su poco meno di ottomila comuni presenti in Italia, 2.545 (un terzo del totale, 32,2%) si caratterizzano per un livello di istruzione e di occupazione superiore alla media nazionale. Al contrario, in 2.014 comuni (il 25,5%) si verifica la situazione opposta: un livello di istruzione e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale. Ma è soprattutto la ricorrenza territoriale a rendere tali tendenze rilevanti.
A fronte dei circa duemila Comuni italiani in cui il tasso di occupazione e quello di istruzione sono inferiori alla media nazionale, ben 1.648 si trovano nel sud o nelle isole. Significa che oltre 8 comuni su 10 in questa condizione si trovano nel Mezzogiorno. Ovvero quasi 2 comuni su 3 presenti in quest’area del Paese.
Solo 70 comuni del Mezzogiorno (meno del 3% del totale), si trovano invece nella situazione opposta: occupazione e istruzione superiore alla media nazionale. Escludendo da questo computo i territori appartenenti ad Abruzzo e Molise, i Comuni del mezzogiorno con istruzione e occupazione sopra la media sono appena 5: 2 sardi e uno ciascuno per Campania, Puglia e Basilicata.
LA SITUAZIONE NEL LAZIO
Residenti tra 25 e 49 anni nelle province del Lazio e relativi dati su educazione e occupazione
Comune | Residenti (25-49 anni) | Perc. con diploma o titolo superiore | Perc. occupati |
---|---|---|---|
Roma | 852.868 | 64,6% | 71,8% |
Frosinone | 13.417 | 58,9% | 66,8% |
Latina | 40.618 | 57% | 70,4% |
Rieti | 13.699 | 62% | 72,9% |
Viterbo | 20.876 | 58.2% | 71,5% |
Come è agevole constatare, secondo il report di Openpolis, nel Capoluogo ciociaro c’è una delle percentuali più basse di diplomati della Regione, insieme a Latina e Viterbo.Ma peggio, a Frosinone c’è la percentuale più bassa del Lazio di diplomati occupati. Da rilevare che entrambi i dati del Capoluogo sono nettamente al di sotto della media nazionale.
Sia per il possesso del diploma 58,2% (FR) versus 73,6% (media italiana). Sia per la percentuale di occupati con il diploma 66,8 %(FR) versus 71,7% (media italiana).
LA SITUAZIONE IN CIOCIARIA
Prendendo in esame, i Comuni più grandi e maggiormente rappresentativi la situazione è questa:
Comune | Residenti (25-49 anni) | Perc. con diploma o titolo superiore | Perc. occupati |
---|---|---|---|
Cassino | 11.471 | 60.4% | 66.1% |
Sora | 7.823 | 56.4% | 67.4% |
Alatri | 9.154 | 48.1% | 68% |
Anagni | 6.651 | 51% | 71.3% |
Ferentino | 6.555 | 52.5% | 68.9% |
Ceccano | 7.198 | 52.1% | 69.3% |
Pontecorvo | 3.928 | 53.3% | 66.1% |
Isola del Liri | 3.098 | 58.1% | 69.4% |
In Ciociaria, nel Comune di Cassino, si registra la percentuale più elevata di diplomati. Attenzione: non è il dato numerico, che potrebbe essere inquinato dal fatto che le scuole sono sotto casa e quindi ci si va in maniera più agevole, senza doversi alzare all’alba e prendere uno o due bus o treni. No, è la percentuale, il che rende più spalmato il numero.
Mentre ad Anagni si rileva quella di diplomati che hanno trovato occupazione. Questo potrebbe in parte essere spiegato dal fatto che nella zona di Anagni esiste ancora, e per fortuna, un importante tessuto industriale di medie dimensioni. Legato alle scuole del territorio: a Ferentino esiste un Istituto Tecnico con indirizzo Aeronautico e ad Anagni c’è uno dei più importanti poli dell’Aerospaziale. Il che rimanda ad una riflessione.
La scuola dovrebbe creare professionalità legate alle esigenze del mercato del lavoro. E non dovrebbe essere un diplomificio il cui unico scopo è quello di consegnare un pezzo di carta da appendere alla parete della cameretta. Illuminante in questoi senso è l’esperienza dell’ITS Meccatronico: dopo vent’anni di sollecitazioni alla politica, il mondo delle imprese si è organizzato da solo: ed oltre il 90% dei diplomati in quella struttura ha già un posto di lavoro ad attenderlo quando lascia il banco.