Sullo sfondo di questa crisi di governo resta un tema non proprio secondario: cosa succederà alla Regione Lazio? Si andrà avanti normalmente oppure si avvierà un percorso che potrebbe portare ad elezioni anticipate, ovviamente con tempi più lunghi rispetto a quelli nazionali?
Sul tavolo ci sono diverse ipotesi. La prima è che le trattative per risolvere la crisi di governo falliscano e che alla fine si torni alle urne a novembre oppure nella primavera 2020. In entrambi i casi Nicola Zingaretti, in qualità di segretario nazionale dei Democrat, non potrà non candidarsi alla Camera o al Senato. Quindi nel Lazio si andrebbe ad elezioni.
Seconda ipotesi: si fa il Governo giallorosso e Nicola Zingaretti assume un ruolo di ministro o di vicepremier. Evidente che non potrebbe più ricoprire il ruolo di Governatore. Anche in questo caso la prospettiva sarebbero le elezioni anticipate anche nel Lazio.
Se invece si tornasse ad un esecutivo gialloverde, nessun problema: Zingaretti resterebbe in sella, con il “vice” Daniele Leodori nella effettiva cabina di comando alla Regione.
In ogni caso però il segretario del Partito Democratico non può non porsi il problema che l’eventuale accordo nazionale con i Cinque Stelle potrebbe avere perfino una valenza elettorale. Tra pochi mesi si voterà in Emilia Romagna, Umbria e Calabria. Qualora nascesse il nuovo Governo, tutti i leader (da Zingaretti a Grillo) avrebbero la necessità di ottenere vittorie significative che dimostrassero come l’esecutivo ha un reale sostegno nel Paese e non è il frutto di un inciucio di Palazzo. Pure questo è un argomento da tenere in considerazione.
Un’intesa politica tra Pd e Cinque Stelle potrebbe rappresentare un punto di approdo e di sentesi anche nel Lazio. Dove peraltro la capogruppo penta stellata Roberta Lombardi da tempo immagina uno scenario del genere.