Arrestato il sindaco Tintari… quanto è amaro questo mare

Prima Sabaudia, poi Terracina. A prescindere dalla fondatezza delle accuse si aprono due temi. La debolezza della politica nel fronteggiare gli interessi legati al mare. E la sottigliezza dei reati rispetto al passato

Dopo Sabaudia tocca a Terracina: il sindaco Roberta Tintari è agli arresti domiciliari, con ipotesi di reato simili a quelle che nei mesi scorsi hanno portato alla caduta dell’amministrazione di Giada Gervasi nella vicina Sabaudia. Riguardano le concessioni demaniali: quanto è amaro questo mare.

Quanto è amaro questo mare

ROBERTA TINTARI

Falso, turbata libertà negli appalti sull’affidamento di spiagge e servizi connessi alla balneazione, frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche. E poi rivelazioni del segreto d’ufficio. Sono questi i reati contestati a vario titolo dalla Procura di Latina.

L’inchiesta ha portato all’arresto della sindaca di Terracina Roberta Tintari e di altre 5 persone. Tra cui l’ex vice sindaco, un assessore e funzionari del Comune. Tutti sono agli arresti domiciliari. Per altre 7 persone, tra cui pubblici funzionari ed esponenti politici, sono stati disposti divieti di dimora. Tra gli indagati c’è il parlamentare Ue Nicola Procaccini, predecessore di Roberta Tintari alla guida del Comune di Terracina.

Le indagini sono state condotte dalla Guardia Costiera in collaborazione con i carabinieri di Terracina. Sono scaturite da una serie di controlli effettuati dalla Guardia Costiera nell’ambito dell’attività “Mare Sicuro 2019“. Cosa c’è al centro dei sospetti? Lavori. Come la realizzazione di un ponte ciclopedonale. Per realizzarlo sarebbero stati usati fondi europei strutturali Feamp e Flag. Ma – è il sospetto della Procura – quei fondi non sono stati usati in maniera corretta e questo avrebbe determinato danni ai conti pubblici .

Sono stati sequestrati un camping, un ristorante e beni di un’associazione presso l’Arena del Molo di Terracina. La procura ipotizza “interessi personali e non coerenti, dunque, con i compiti istituzionali.

Mare malato e politica pure

Già Sabaudia era “caduta” all’inizio dell’anno per indagini sul mare e sulle concessioni balneari.

L’immagine che viene proiettata è quella di un mare pontino ricco ma malato. Non malato di inquinamento. Bensì – dicono i sospetti -di ingordigia su enormi masse di denaro. Le accuse vanno poi provate. Ma a prescindere dalla fondatezza delle accuse: emerge l‘immagine di un mare governato da una politica sempre più debole per contrastare interessi sempre più forti.

Ora la politica è commissariata, per ragioni di modalità di voto a Latina; per ragioni di mancati Bilanci approvati a Roccagorga. A Terracina Roberta Tintari è eletta nelle liste di Fratelli d’Italia al ballottaggio del 4 e 5 ottobre 2020 contro Valentino Giuliani, sostenuto da Lega e Forza Italia. E oggi è proprio il Carroccio a intervenire sulla vicenda, chiedendo che “La comunità di Terracina torni al voto, affinché sia assicurata una guida amministrativa autorevole in questa fase delicata per la città” dice il senatore leghista Gianfranco Rufa, commissario provinciale del Carroccio.

Sono decaduti anche i consiglieri provinciali di Latina e Roccagorga; se a Terracina dovessero esserci le dimissioni anche i Consiglieri di quella città decadrebbero. E così non si possono neanche approvare le variazioni di bilancio.

Crisi di classi dirigenti

Nel capoluogo pontino dalla Seconda Repubblica ad oggi sono stati 4 i commissari prefettizi entrati in campo per “crisi politiche e della politica“: Emilio De Luca (’93); Vincenzo Nardone (2010); Giacomo Barbato (2016) e Carmine Valente ora. 

Si può far finta di non vedere ma è evidente una crisi profonda delle classi dirigenti pontine. E’ evidente una immagine della comunità pontina che compete con scenari da Medellin.

Le questioni di Giustizia, naturalmente faranno il loro corso. Ma il nodo politico resta tutto e investe ogni pezzo della società pontina. Una politica debolissima davanti ad accuse come quelle mosse a Terracina. Rivediamole al rallentatore: non c’è il sospetto di corruzione, non c’è nemmeno quello di concussione. Tradotto: la sindaca, il suo procedcessore e gli altri indagati non sono sospettati di essersi inguattati neanche un centesimo.

Sia chiaro. Se avessero commesso anche uno solo dei reati ipotizzati, non sarebbe una sciocchezza. Ma qui è necessario che le cose siano chiare. Perché siamo in presenza della privazione della libertà personale delle persone: ed in uno Stato di diritto, nel quale non sono reviste né la fucilazione né l’impiccagione, è la massima pena che si possa infliggere.

Nella sostanza, al sindaco Tintari ed all’onorevole Procaccini si contesta di avere sollecitato il rilascio dell’autorizzazione a svolgere uno spettacolo di pattinaggio.

La Prima Repubblica fallì per implosione dei Partiti. La Seconda rischia di fallire per esplosione di un sistema che ha reso criminale anche ciò che nella Prima era ovvietà.

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