Dalla Ciociaria nessun treno per l’Europa

Le prossime elezioni per rinnovare il Parlamento di Strasburgo saranno le più importanti e delicate della storia. Populisti e sovranisti cercheranno il sorpasso ai danni di Popolari e Socialisti e poi potrebbe cambiare davvero tutto. I territori avranno bisogno di rappresentanza, ma la provincia di Frosinone rischia di essere tagliata fuori ancora una volta

Le elezioni europee della primavera 2019 saranno le più importanti nella storia dell’Unione.

Intanto perché i movimenti populisti e sovranisti cercheranno di effettuare uno storico doppio sorpasso, ai Popolari e ai Socialisti. Poi per i temi che saranno al centro del dibattito: dall’immigrazione alle politiche economiche e fiscali.

 

La provincia di Frosinone rischia di arrivare a quell’appuntamento senza neppure un candidato eleggibile. Il che sarebbe un disastro considerando che a Bruxelles e a Strasburgo si dovranno prendere scelte che andranno letteralmente a rivoluzionare la vita quotidiana delle persone e le dinamiche dei singoli territoria.

La circoscrizione elettorale comprende l’intera Italia centrale e si vota con il proporzionale.

Nel 2009 vennero eletti Francesco De Angelis (Pd) e Alfredo Pallone (Pdl). La volta scorsa nessuno. A dimostrazione che il peso politico e la forza elettorale che questo territorio può esprimere sono in caduta libera.

 

Adesso si rischia il medesimo flop preventivo. Forza Italia punterà alla riconferma di Antonio Tajani, attuale presidente del Parlamento europeo e vicepresidente nazionale di Forza Italia.

Il Partito Democratico è alle prese con una crisi senza precedenti e con ogni probabilità le candidature verranno decise mentre sarà in corso di svolgimento il congresso nazionale.

L’unico in grado di poter ambire ad una designazione eleggibile è Francesco De Angelis, per il quale però si profila la presidenza del super Consorzio industriale del Lazio.

Il Movimento Cinque Stelle ha metodi di scelta dei candidati consolidati, ma la provincia di Frosinone non sembra in grado di esprimere un candidato per un seggio in Europa. Quanto alla Lega, l’ampiezza della Circoscrizione lascia presumere che non sarà un ciociaro l’uomo di punta.

E la provincia di Frosinone resterà ancora una volta tagliata fuori.

 

È un danno dalle dimensioni enormi. È da Bruxelles e Strasburgo che passano le decisioni strategiche. Lì si decisero i dettagli della norma che ha reso conveniente mantenere nel continente le fabbriche di automobili e non trasferirle in Usa e Asia. Salvando così Cassino e migliaia di posti. Lì si disegnano le direttrici di sviluppo e si decide quale tipo di sviluppo finanziare: se l’Ambiente (le Apea nascono da lì) o le discariche.

Non esserci, significa non poter partecipare al momento in cui si decide. Per anni siamo stati assenti anche avendo mandato lì i nostri parlamentari europei: non avevamo capito cosa fosse la Ue e per questo ci impegnavamo per far assumere barbieri e autisti, mentre i tedeschi ed i francesi riempivano gli uffici con i tecnici che realizzavano i progetti o li dovevano approvare.

Negli ultimi vent’anni abbiamo espresso una figura che spesso ha avuto responsabilità di ministero europeo e poi è stato capace di realizzarsi, da solo, la strada per la presidenza del Parlamento Ue.

La candidatura di Silvio Berlusconi rischia di essere un freno a mano.

 

Il territorio non può permettersi di rimanere fuori dall’Europa.

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