Roccasecca non sarà la capitale italiana della Cultura 2025: la commissione giudicante ha scelto Agrigento. È stato un trionfo. Perché questo è uno di quei casi nei quali non contava vincere: ma arrivare esattamente dove Roccasecca è arrivata. In finale, tra le dieci città italiane che sono state ritenute in possesso dei requisiti per essere Capitale Italiana della Cultura.
E che il progetto più completo fosse un altro, nulla toglie allo straordinario successo raggiunto da Roccasecca. Che non è la possibilità di fregiarsi del titolo di città finalista; non è quello delle premialità che ora avrà quando presenterà domande e progetti in campo culturale e turistico.
Roccasecca ed il suo sindaco Giuseppe Sacco hanno vinto nel momento in cui mercoledì scorso si sono presentati a Palazzo Venezia per la discussione finale.
Lì, nel palazzo dell’io, dove si affacciava l’uomo che da solo portò l’Italia nella tragedia dellla II Guerra Mondiale, Roccasecca e Sacco hanno fatto trionfare il noi.
Perché si sono si è presentati in compagnia di 31 sindaci e del presidente della Provincia di Frosinone, della principale Banca del territorio la Popolare del Cassinate, l’Università di Cassino, il presidente dell’ufficio beni culturali della diocesi di Cassino – Sora, una vecchia gloria dell’atletica nazionale.
Sacco e Roccasecca hanno dimostrato che in Ciociaria siamo capaci di mettere da parte i campanili e fare squadra. E quando stamane il sindaco ha commentato che quello di oggi è solo un punto di partenza, ha detto una cosa giusta. Di partenza per tutto un territorio. Non solo per un Comune.
Fintanto che saremo capaci di fare cose insieme.