Il resto. Il banalissimo resto di un giornale. Un quotidiano, nemmeno comprato per leggere le notizie ma solo perché in allegato c’era un Cd di Lucio Battisti. E invece del resto, l’edicolante ti rifila una quota del sistema per il Superenalotto sviluppato da chissà chi, chissà dove.
Invece, i numeri incolonnati in quella schedina, escono ad uno ad uno nell’estrazione del sabato successivo. E tu diventi milionario.
E se quel giorno Corriere o Repubblica non avessero messo come gadget il disco di Battisti? Se non ci fosse stato l’edicolante ad insistere. Oppure l’amico d’infanzia a garantire dicendo una quota l’ho presa pure io ?
La fortuna talvolta bussa a casa ma deve pure esserci qualcuno che apre il portone. Il più delle volte non passa a domicilio: ma devi andare a cercarla. Quasi sempre arriva ma non la riconosci: lo capisci solo dopo che il treno è passato.
Ma se ci pensate bene, non sempre è vera fortuna. Perché scivola via come sabbia tra le dita. Dopo qualche anno ciò che resta sono amicizie bruciate, matrimoni falliti, l’illusione dell’alcol, il fallimento di tanti investimenti: perché quelli non sono fortuna ma abilità. È capitato a tantissimi che hanno vinto un patrimonio con le lotterie in questi anni.
Allora la vera fortuna, se ci pensi, è un’altra. È il semplice respirare: senza una massa di cellule che ti stia mangiando i polmoni e la vita; senza l’odore della polvere da sparo di una granata appena esplosa in Doniesk; senza lo smog di una vita in città.
Fortuna è aprire la porta di casa e sorridere a chi sta dentro e ti sorride. Tutti gli ex miliardari delle lotterie, hanno detto che nulla di questo, nonostante i soldi, lo hanno potuto comprare.
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