Al tavolo per le regionali del centrodestra si discuterà non soltanto dei candidati alla presidenza che possono essere più competitivi di altri, di alleanze e di equilibri, ma soprattutto di sondaggi. Quelli veri, attendibili, autorevoli, gli unici che Silvio Berlusconi prende davvero in considerazione.
Sergio Pirozzi può giocarsela e perfino vincere. Ma a chi attribuire politicamente il sindaco di Amatrice servirà per capire poi quale sarà la divisione dei collegi alle politiche, a Camera e Senato. Forse però il centrodestra, galvanizzato dalla vittoria in Sicilia e da rilevazioni che lo danno sistematicamente in vantaggio anche sul piano nazionale, sta perdendo di vista i confini delle elezioni laziali. Nicola Zingaretti è un presidente conosciuto, alla testa di un’alleanza consolidata, uno che ha il gradimento perfino di Massimo D’Alema.
Roberta Lombardi, del Movimento Cinque Stelle, non è una che si accontenterà di fare presenza e anche in questo caso bisogna tenere conto una variabile: il sistema elettorale per le regionali non è come il Rosatellum, non premia esattamente le coalizioni.
Semplicemente vince chi prende un voto in più e i Cinque Stelle, sempre secondo i sondaggi, sono il primo partito anche nel Lazio.
Nelle province poi, non è complicato immaginare che a Frosinone e Latina il centrodestra appare in vantaggio. Mentre a Rieti e Viterbo solitamente il centrosinistra ottiene buoni risultati. Con Sergio Pirozzi qualcosa potrebbe cambiare, ma fino ad un certo punto. A Roma e provincia c’è la fetta più grande di voti e qui la situazione non è complicata, ma molto di più.
Il Partito Democratico spera nell’effetto boomerang per i Cinque Stelle di questi quasi due anni di giunta Raggi, i pentastellati al contrario non mollano e continuano a ripetere che la vittoria della Raggi è stata come la presa della Bastiglia e le cose stanno lentamente cambiando.
Il centrodestra alle comunali si è diviso e anche stavolta non sarà semplice mettere insieme quelli che provengono dal mondo dell’Msi prima e di An poi e i forzisti con passato democristiano e socialista.
Un vantaggio importante a Roma non può essere recuperato nelle quattro province. Sergio Pirozzi sa che per lui sarà questo il banco di prova vero.