Acqua sprecata: a Frosinone e Latina di più

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I dati sulla dispersione idrica aggiornati. Frosinone e Latina tra quelle che perdono più acqua durante il viaggio dalle sorgenti ai rubinetti. Il Piano Invasi mai partito.

Dopo la Grecia, l’Italia è il secondo in Ue per prelievo di acqua dolce per uso potabile. Beviamo, ci laviamo, cuciniamo, puliamo, scarichiamo il gabinetto e facciamo tutto sempre usando acqua potabile. Ne prendiamo dalle fonti più o meno 155 metri cubi annui per abitante. Ma la metà di questa viene sprecata. È quanto emerge dalla rilevazione pubblicata oggi da Open Polis.

Chi ne prende di più

La Valle d’Aosta è la prima regione italiana per acqua erogata, in rapporto alla popolazione: 438 litri al giorno. Ma molta della sua acqua va ad alimentare acquedotti che hanno i rubinetti finali all’interno di case che si trovano nelle regioni vicine. Seguono, a distanza, Trentino Alto Adige (291 litri/giorno) e Calabria (277). Nel Lazio? Vengono erogati 223 litri d’acqua pro capite.

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I dati si riferiscono all’acqua erogata, in litri giornalieri pro capite, nelle reti per la distribuzione di acqua potabile. Provengono dal Censimento delle acque per uso civile.

L’erogazione giornaliera pro capite è mediamente più elevata nelle aree settentrionali del Paese. Come rileva Istat, la diffusione dei fontanili soprattutto nelle zone montane può in parte spiegare questi valori elevati. Il minore volume di acqua si rileva invece nelle isole, anche se i valori più bassi si registrano in Umbria (166) e Puglia (155). Un altro fattore che differenzia le zone è il distretto idrografico: è soprattutto nell’area del Po che si riportano i volumi maggiori di acqua erogata.

 Tuttavia, l’acqua erogata ed utilizzata non corrisponde al totale di quello che viene immesso nelle reti. La situazione italiana è infatti caratterizzata da una gestione frammentata e inefficiente delle risorse idriche, che causano una forte dispersione di acqua. La più incredibile è quella legata all’acqua piovana: da oltre dieci anni i Consorzi di Bonifica propongono un Piano invasi, cioè la creazione di una serie di bacini artificiali nei quali raccogliere l’acqua evitando che si disperda o vada ad alimentare alluvioni. Invece lasciamo andare via l’acqua e spesso nel suo viaggio provoca danni.

Ma qualcosa sta cambiando

Il primo ad invertire la rotta è stato il Lazio. Qualche anno fa l’allora Capo di Gabinetto Albino Ruberti individuò una serie di fondi europei che rischiavano di tornare a Bruxelles. E sfidò il Consorzio di Bonifica: fare i progetti e realizzare le opere in meno di un anno; loro risposero tirando fuori dai cassetti i progetti già pronti e cantierabili. Aspettavano solo i soldi.

Ora un importante investimento del Pnrr pari a 900 milioni di euro prevede proprio di ridurre le perdite e di rendere le infrastrutture maggiormente efficienti. Anche perché a fronte di 8,1 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile immessi nelle reti comunali nel 2020, complessivamente sono stati erogati appena 4,7 miliardi di metri cubi di acqua per usi autorizzati. 

Quasi la metà delle risorse immesse non sono arrivate a destinazione.

Cosa si intende per dispersione

Ma cosa si intende per dispersione? Il dato rappresenta la differenza percentuale tra i volumi immessi nella rete e i volumi erogati per usi autorizzati. In pratica la differenza tra l’acqua pompata nelle condotte e quella che poi arriva ai rubinetti. Dei Comuni capoluogo in Italia, sono 43 quelli in cui si supera la media nazionale di dispersione idrica. Di questi, 15 si trovano nell’area del centro-nord e i restanti 28 nel sud.

Nei 43 Comuni Capoluogo ci sono anche Latina e Frosinone. Il capoluogo ciociaro infatti registra il 53,6% di perdite idriche sul totale immesso. Mentre Latina addirittura il 70,1%. Roma “appena” il 32,9%.

Colpa di una rete idrica vecchia e sottodimensionata. Le case sono aumentate, l’acqua gli deve arrivare: ma se pompi acqua per cento case dentro tubi degli anni Ottanta capaci di reggere la pressione di settanta case è chiaro che prima o poi scoppiano.

Un piano per la sostituzione della rete idrica e per la realizzazione di nuovi tratti venne definito quando Acea Ato5 vinse la gara per la gestione della risorsa in Ciociaria. Ma dopo poco iniziò la stagione dei contenziosi. I soldi sono andati a pagare gli avvocati e non le nuove condotte.

 A tal fine, risulta quantomai attuale, una famosa frase dello scrittore ed economista spagnolo José Luis Sampedro: “Spendiamo milioni e milioni per cercare acqua su Marte e non facciamo niente per conservarla qui e per cercarne di più per quelli che hanno sete.”

E poco facciamo, almeno a Latina e Frosinone, per evitare di sprecarla.

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