Acque agitate nel Pd «ignorati ed accantonati»

L'accusa di Angela Manunza: "per nessuna decisione i componenti del Direttivo sono stati interpellati se non a cose fatte”. Ed il sospetto: "c'è un Direttivo parallelo a quello ufficiale  del Pd di Anagni"

Non ci sta. Rifiuta la logica di chi pensa che la vittoria al Congresso significhi libertà di fare ciò che si vuole, senza chiedere alle altre correnti (se il termine esiste ancora). Rivendica collegialità e capacità di operare le scelte necessarie grazie ad un percorso condiviso. E parla senza mezzi termini di un Partito in cui a decidere è (almeno adesso) quasi solo il Segretario

Non è (per ora) una dichiarazione di guerra. Ma neanche un ipocrita affidarsi a frasi stantie di rispetto e collaborazione fraterna. Il che fa capire una cosa apparsa già molto chiara: dentro il Pd di Anagni, ad oggi, le acque sono tutto fuorché tranquille.

Silenzio non vuole dire assenso

Angela Manunza

A parlare, nella città dei papi, è Angela Manunza; la sfidante di Francesco Sordo all’ultimo Congresso. Battuta dopo una lotta senza quartiere che in alcuni momenti ha avuto picchi polemici molto consistenti. Dopo il congresso Angela, correttamente, è rimasta in disparte. Che non vuol dire assente. Ha anzi partecipato alle varie iniziative varate dal Pd di Sordo; l’evento del 25 Aprile in piazza Cavour, la nomina  di Vittorio Save Sardaro come responsabile della Commissione Sanità, solo per fare un esempio. Un modo per far capire che una spaccatura non c’era.

Silenzio però non vuol dire assenso. Ed alla fine Angela, dopo aver visto e sentito, ha deciso di dire la sua. A partire da un punto importante: la mancanza di collegialità. Per la Manunza, quelle varate finora dal Pd anagnino sono “tutte iniziative e partecipazioni lodevoli, ma per nessuna i componenti del Direttivo sono stati anticipatamente interpellati se non a decisione presa“. Non sono stati mai sentiti “i componenti del Direttivo tantomeno quelli della Segreteria“. 

E qui lo scatto di chi non vuole fare la comparsa; “Io non ci sto! Io voglio essere coinvolta anche nella fase decisionale e poter esprimere accordi o perplessità”. Perché la democrazia, dice Angela, “nasce dall’interno, e quando questa va a mancare diventa difficile sorridere nelle foto per far vedere alle persone che stiamo tornando e siamo più gagliardi e forti che mai“.

Il secondo Direttivo

Francesco Sordo

E visto che il Direttivo non è stato mai interpellato, il sospetto è che ne esista un altro: “un Direttivo parallelo a quello ufficiale del Pd di Anagni. Angela però la corda non la spezza; anzi, offre una sponda a chi comanda nel partito perché si possa tornare a lavorare davvero assieme: “ci siamo messi sin dal Congresso a disposizione del Partito per far sì che questo torni in vita, approfittatene. Siamo risorse, non cartonati“.

Uno sfogo. Che però è anche una valida analisi della situazione attuale. E che consente di dire, come si era già anticipato all’inizio, una cosa molto semplice; il Partito Democratico ad Anagni è ancora molto lontano da un vero fronte comune. Anzi, potrebbero esserci degli ulteriori strappi.

Per il Segretario, un rischio da non trascurare.

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