Il sindaco di Latina Matilde Celentano con rara cortesia invia i saluti di buona Pasqua ai suoi cittadini. Bene, brava, giusto. Lo fa da guardano diritto negli occhi chi la osserva in foto sui social. Bravo il fotografo, bravo l’addetto alla Stampa e Propaganda (si diceva così nel vecchio Pci). Ma…? Ma che firma?
A parte la scelta della penna… A fronte delle tante biro e qualche lapis sul tavolo (ma non scrivevano?) sceglie la penna da scrittoio: perché fa serio, fa firma importante e blasonato lo studio. Del resto dietro c’è il pennacchio del cappello dei carabinieri e tanti calendari a segnare una ossessione del tempo.
Solo che,a guardare la foto bene si scopre che il sindaco firma nulla: la penna è su un foglio bianco. Ma bianco bianco. Candido. Immacolato. Ad uso del fotografo. Sì, non firma. Nulla. Come le foto dei divi che cucinano sulle riviste popolari ma a fuochi del gas spenti.
Gianni Ippoliti su questo in Rai ci ha costruito una carriera: peccato che in Comune a Latina frequentano poco il mondo e poco lo hanno frequentato.
Insomma fa gli auguri in posa da lavoro, ma ha nulla da firmare: sarebbe stato meglio salutare con la mano.
Direte… Ma sei rompiscatole! No, guardo. Dal 1987, tutti i giorni.
