Sono sempre i primi quando si tratta di comunicati celebrativi o quando si devono formulare gli auguri più svariati. Poi però, quando il gioco si fa duro e la posta in palio è la rappresentanza del territorio, vince sempre Latina.
Intendiamoci, non è una questione di derby calcistico. E la logica dell’ accorpamento può essere perfino positiva. A patto che ci siano degli equilibri.
Invece i politici ciociari non toccano palla quando i temi sul tappeto sono cruciali.
La fusione delle Camera di Commercio? Benissimo, ma la sede principale sarà a Latina.
La possibile centrale organizzativa unica del 118? Naturalmente sede principale a Latina.
Perfino quando sono state disegnate riforme costituzionali sull’ unione delle province, il capoluogo pontino è stato sistematicamente prevalente.
La classe dirigente ciociara fa spallucce e si rifugia in calcio d’ angolo parlando di governance condivisa. La realtà è diversa e semplice: non contiamo e non incidiamo. Nonostante parlamentari e consiglieri regionali.
Perché non è per caso che Latina la spunta sempre. Hanno più abitanti e maggiori risorse? Beh, è un merito. Costruito negli anni, con politiche più attrattive di quelle ciociare.
Così siamo condannati all’ irrilevanza assoluta.