La veNatura del marmo in un percorso di emozioni

Le opere, ma anche le storie e i legami, degli autori del percorso scultoreo inaugurato nel Parco della Collina Alta di Frosinone

L’inno alla vita” di Sara Terpino, “Gli abitanti del bosco” di Matteo Marovino, “La natura e me” di Marta Marafante, “La pera della Maiella” di Leonardo Antonucci, “L’orecchio traditore” di Salvatore Dimasi e “Curve e linee dritte” di Giorgia Imperioli. Sono nomi e indicazioni delle sei opere aeree in marmo di Carrara inaugurate nel “Parco della Collina Alta” di Frosinone nel tardo pomeriggio di ieri.

Il percorso scultoreo “La veNatura del marmo” nel Parco della Collina Alta di Frosinone

Le hanno realizzate sei artisti provenienti da tutta Italia ma formatisi nell’Accademia di Belle Arti del capoluogo ciociaro. Il percorso scultoreo “La veNatura del marmo”, improntato alla natura e impreziosito dal marmo di Carrara, rappresenta anche le storie e i legami dei sei scultori plasmati dall’eccellente Accademia non molto lontana dal parco. Che sottostà al comunale Palazzo Munari e piazzale Vittorio Veneto.

L’iniziativa culturale è stata promossa dall’Associazione Arte, Restauro e Storia (Aars) presieduta da Francesco Antonucci e portata avanti con la direzione artistica di suo figlio Leonardo. Con loro, a proposito di emozioni, altri padri e figli. Rientra nel più largo progetto “Frosinone Alta”, curato dall’assessora al centro storico Rossella Testa. (Leggi qui Alberi di marmo nel Parco della Collina Alta).

«I giovani, una forza in più»

L’assessora Rossella Testa (centro storico) con Francesco e Leonardo Antonucci

«Sono orgogliosa – ha detto nell’occasione l’assessora Testadi aver creduto nel progetto presentato da Leonardo Antonucci, ma soprattutto che sia stato interamente finanziato dal mio assessorato. Quando gli stakeholder, i portatori di interesse, sono i giovani, è sicuramente una forza in più».

Ha portato anche i saluti del sindaco Riccardo Mastrangeli, indisponibile sabato sera ma presente al lancio fatto in sala consiliare a inizio settimana. Francesco Antonucci, presidente dell’Aars, li ha ringraziati fortemente per aver sostenuto l’idea. «Siamo attaccatissimi a questo territorio, a questa città e abbiamo accolto con grande favore questa iniziativa – ha esternato -. Questi ragazzi hanno lavorato per giorni con il caldo bestiale, dalle otto alle nove ore al giorno, con un impegno notevole».

Hanno contribuito anche gli artigiani Michele Imperioli e Tommaso Perna, nell’ordine autori delle strutture in ferro e dei plinti in cemento armato.

Tra natura e marmo

La scultura di Sara Terpino, da Vico nel Lazio (Frosinone)

Nella parte alta del parco urbano, tra corso della Repubblica e viale Roma, si comincia con il connubio tra natura e marmo. La ciociara Sara Terpino, originaria di Vico nel Lazio ma trapiantata in Belgio da ormai tre anni. «Purtroppo la vita mi ha portato all’estero per lavorare come scultrice – ha premesso – ma quando si tratta di lavorare per Frosinone, sono la prima a tornare».

A lei «è venuta subito in mente la land art, Robert Smithson con la famosa spirale di Fibonacci e la sezione aurea – ha spiegato -. Per tutte le persone di Frosinone è visibile in modo chiaro, limpido e preciso, semplicemente, nel fossile. È un inno alla vita e un augurio per la crescita delle piantine, l’elemento naturale ho inserito all’interno della scultura».

“Gli abitanti del bosco” di Matteo Marovino, da Massa Carrara

Si prosegue con il toscano Matteo Marovino, dalla terra del marmo di Massa Carrara, con “Gli abitanti del bosco”: «Ho voluto ragionare con un busto un po’ fiabesco, con personaggi del bosco a cui ho creato una dimora. È una casetta in cui possono venire e spero che siano in qualche modo espressivi».

Suo padre Luca ha insegnato a Leonardo Antonucci a lavorare la pietra. Da lì è nata un’ottima amicizia con Matteo, con cui è spesso in sodalizio artistico.     

Rapporto con noi stessi

L’opera di Marta Marafante, da Santhià (Vercelli)

La piemontese Marta Marafante, proveniente da Santhià (Vercelli), ha proposto «un’opera di stampo concettuale e astratto – così la scultrice – in cui ho cercato di trasmettere il connubio perfetto tra noi e la natura».

Ha poi aggiunto: «C’è una mia persona visione del cerchio, in cui ritrovo forme che mi danno emozioni felici e tristi. Ho cercato di descrivermi in questo modo, con un messaggio che è il rapporto tra la natura e me».

“La pera della Maiella” del frusinate Leonardo Antonucci

Poi, lungo il percorso, si arriva alla “Pera della Maiella” del frusinate Leonardo Antonucci: «Siamo andati a prendere questo marmo direttamente a Carrara – ha detto riguardo alla sua creazione – ma anche in questa è stato usato il travertino come se fosse legno, in modo da esprimere il piano della natura. Al di sopra c’è una pallina in marmo di Carrara e l’opera dovrebbe anche ricordare il mio libro preferito, “Il barone rampante” di Italo Calvino».

“L’orecchio traditore” di Salvatore Dimasi, da San Pietro di Caridà (Reggio Calabria)

Il calabrese Salvatore Dimasi, da San Pietro di Caridà (Reggio Calabria), ha realizzato il seguente “Orecchio traditore”: «Ha una forma organica e morbida – lo ha descritto – che si rispecchia nel fungo chiamato “Orecchio di Giuda”, che cresce sugli alberi».

«L’ho collegato con un gioco di parole, mettendo un orecchino con trenta denari – ha detto poi -. Non soltanto per il tradimento di Giuda, ma per tutte le volte che sentiamo tante fesserie che ci portano a tradire noi stessi».

Curve e linee dritte

La scultura di Giorgia Imperioli, da Ripi (Frosinone)

In fondo, a conclusione del percorso, c’è la scultura della ciociara Giorgia Imperioli: «Sono forme curve a contrasto con linee dritte – ha sottolineato l’artista di Ripi -. Rappresentano una donna che si arrampica su un albero. Ci sono vari significati in quest’opera, perché le curve rappresentano spesso le donne e le linee dritte gli uomini. Mi piace il fatto che sia molto geometrica e che la struttura in ferro sia stata realizzata da mio padre Michele».  

L’assessora Rossella Testa, delegata al Centro storico e curatrice di “Frosinone Alta”, non ha nascosto affatto un po’ di emozione: «Questo progetto va avanti da parecchi mesi e oggi è una bellissima giornata. Inauguriamo questo primo percorso scultoreo nel Parco della Collina Alta». Sarà il primo di un’auspicata lunga serie. (Leggi qui L’Assessora agli Aperitivi? Sta cambiando Frosinone Alta).

L’intervento finale dell’assessora Rossella Testa

Poi un passaggio su denominazione e migliorie dell’area verde in via di riqualificazione: «Questo parco, effettivamente, non ha mai avuto un nome preciso. È stato chiamato Parco delle Colline oppure Parco Conad, ma quando non si ha un’identità non si riesce a far sviluppare. Abbiamo creato un logo per il Parco della Collina Alta, che avrà anche una rivisitazione con un’area giochi per bambini e un’area sgambatura cani in viale Roma».

L’impegno dell’Assessora a “Frosinone Alta”? «Sarà proprio quello di fare di questo parco un museo a cielo aperto di sculture contemporanee. Gli artisti interessati possono rivolgersi a me o al direttore artistico per portare avanti altri progetti su questi terrazzamenti. Ogni angolo può contenere un’opera d’arte».

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