Lo scontro è frontale. E quotidiano. Come se sullo scenario politico del Lazio ormai ci fossero solo loro. Il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle. Nicola Zingaretti su un lato del ring, Roberta Lombardi sull’altro sgabello.
La giornata è cominciata con una nuova accusa della candidata governatrice del M5S. Secondo la quale, l’Unione Europea accuserebbe il suo avversario d’avere sottratto quasi due milioni e mezzo di euro alle ragazze madri della regione.
LOMBARDI: UE SOTTRATTI 2,4 MLN DA ZINGARETTI A RAGAZZE MADRI
«Mai, credetemi, mai avrei pensato che si potesse arrivare a speculare anche sui buoni asilo destinati alle ragazze madri. Invece è quello che accaduto, leggendo il report annuale della Commissione europea sulla gestione dei fondi comunitari fatta dalla Regione Lazio sotto la guida Zingaretti». L’accusa di Roberta Lombardi è precisa e circostanziata. la scrive sulla sua bacheca Facebook.
La deputata, candidata dal M5S alla Regione Lazio spiega che «nel documento che vi allego l’Ue rileva che a fronte di 3,2 milioni di euro stanziati per buoni asilo che sarebbero dovuti essere erogati a ragazze madri, l’autorità di gestione della regione abbia riconosciuto 2,4 milioni per spese amministrative e consulenze non documentate in favore di Assforseo».
Non basta. Scavando tra i nomi, incrociando il loro passato con quello del governatore, Roberta Lombardi individua altri motivi di sospetto. Innanzitutto il fatto che ci sia stata alcuna gara di appalto, bensì tutto sia stato assegnato «in modo fiduciario! Perché, vi chiederete? Noi abbiamo approfondito e abbiamo scoperto che il direttore incaricato della gestione dei fondi allora era Fabrizio Lella, uomo vicinissimo a Zingaretti dai tempi della Provincia e, guarda il caso, chiamato ancora da Zingaretti in Regione a fare il dirigente pubblico dopo essersi dimesso dall’incarico di amministratore di Assforseo...».
L’accusa è quella di scarsa trasparenza e di ambiguità. E la candidata lo dice con chiarezza: «Di questi fondi per le ragazze madri, la spesa di ben 2,4 milioni di euro per gli ispettori Ue oltre a non essere documentata avrebbe una destinazione ambigua e non trasparente. L’ ispezione dei commissari arriva a conclusioni molto chiare: la Comunità Europea ‘ritiene che il principio di sana gestione finanziaria non sia documentato‘».
ACCUSE PRIVE DI FONDAMENTO, ENNESIMA GAFFE
La risposta della Regione arriva a stretto giro e su carta intestata.
«Dalla candidata Lombardi arriva l’ennesima gaffe che siamo costretti a smentire. Il progetto a cui fa riferimento, infatti, denominato ‘Vinco‘, si trovava all’interno di un avviso pubblico del 2008 e gestito nel 2010, quindi tre anni prima dell’arrivo della Giunta Zingaretti. Inoltre, il progetto non è stato affidato direttamente, ma a seguito di procedura di evidenza pubblica».
È un documento ufficiale quello con cui la Regione smentisce Roberta Lombardi. In quel documento la Regione sottolinea che «la Commissione Europea non ha rilevato alcuna frode ai danni delle donne beneficiarie».
La Regione Lazio sottolinea infine che nessuna delle persone citate nel post, aveva allora alcun tipo di incarico all’interno dell’amministrazione regionale ««poiché, come è già stato spiegato, la Giunta Zingaretti si è insediata solo nel 2013».
Insomma, cosa è accaduto? E come è possibile che una deputata attenta come Roberta Lombardi possa essersi sbagliata a leggere? La Regione la spiega così: «Le normali procedure di controllo della Commissione Europea sono avvenute negli anni successivi, come da Regolamento, e si sono concluse, positivamente, nel 2016».
BUGIA, ORA SPIEGHI SUI RIMBORSI
Il deputato Pd Marco Miccoli legge e scende in campo. «Roberta Lombardi, nel disperato tentativo di coprire lo scandalo della Rimborsopoli grillina, prende un altro clamoroso granchio in questa sua sgangherata campagna elettorale fatta di insulti, bugie e gaffes. Quella di oggi è forse la più grave tra le bugie della Lombardi, nel merito e nei toni. Piuttosto cominci a spiegare una buona volta come mai spende il doppio degli altri peones del M5S in stipendi per i collaboratori, di cui dovrebbe aver depositato alla camera i relativi contratti di lavoro».
Per Michele Civita, assessore regionale e capolista del Pd alle prossime elezioni regionali «La candidata Lombardi, non avendo argomenti e proposte, alza polveroni, getta discredito e fango sugli avversari per confondere le idee dei cittadini. Chieda scusa e provi a parlare di programmi e proposte, se ne è capace».
Parla di «Ennesima fake news della deputata del Movimento 5Stelle e candidata alle Regionali del Lazio, Roberta Lombardi» il consigliere capitolino del Pd, Marco Palumbo. «Basta fake news Lombardi, pensi piuttosto a Rimborsopoli. Noi ci siamo davvero stancati!».
Per Stefano Pedica (Pd) «Nel M5s cresce il nervosismo per lo scandalo dei rimborsi e cresce anche il numero delle gaffe. Ne sa qualcosa Roberta Lombardi che sulla gestione dei fondi europei da parte della Regione Lazio ha preso una bella cantonata. In questi casi, non sarebbe meglio restare in silenzio invece di fare figuracce? Capisco il disperato tentativo di Lombardi di coprire la rimborsopoli grillina, ma arrampicarsi sugli specchi non serve a nulla“.