Riso amaro

Uomini dai mille volti. Impensabili. Li vedi al supermercato fare la spesa, smarriti, collegati in video con casa. Poi quando rientrano... Il colpo di stiletto di Rita: il veleno è previsto nella ricetta

Una moglie, tre figli, due cani e una suocera. La mia non è una casa, è un’Arca di Noè“. Immagine quanto mai consona. E disincantata. Che ne sarà di quest’uomo incontrato per strada e che conosco, quando infila la chiave nella serratura e si chiude la porta alle spalle? Tra code che scodinzolano, richieste di aiuto nel fare i compiti o di aggiustare il rubinetto che perde, si inserirà sicuramente anche la lista della spesa.

E lì cade l’ingenuo. Perché il supermercato è una trappola che ti lusinga e poi ti stritola con tutte le offerte. E le mille proposte. Di gusto, di foggia, di prezzo e di colore. Saltiamo per brevità il calendario con gli sconti del martedì. E gli assaggi del giovedì. Passiamo direttamente agli scaffali.

E troviamo lì un altro esemplare, senza dubbio più giovane ma molto più confuso. Lo vedo che armeggia tra i prodotti, ne prende uno e ne lascia un altro. Poi mi rendo conto che è in videochiamata con la moglie. E mi sale lo sconforto. Mostra diversi barattoli allo schermo, le fa scegliere anche il gusto dei biscotti ripieni. Nocciola? Ah, no, cioccolato? Va bene, aspetta che cambio.

Guardo il cestello ancora semivuoto e penso che, frame by frame, arriverà alla cassa giusto per l’orario di cena. Se tutto va bene. Ma non era più facile una lista ben precisa con riferimenti certi?

Mio padre non aveva rivali: da buon contabile, preciso e puntuale, se non poteva andare personalmente, forniva un elenco prodotti che era anche una mappa. In pratica, partiva dal caffè che era all’ingresso e finiva con l’acqua minerale che era all’uscita. Altri tempi. E altri uomini. Di quelli che in partenza per le vacanze sanno riempire il portabagagli come fosse una scacchiera. Nessun centimetro perso. Neanche un angolo sprecato. Nessun effetto trasloco a vista. Tutto perfettamente occultato.

E mentre scrivo, penso. A uomini fragili, altri perfezionisti. Ordinati o distratti. E ancora riflessivi o impulsivi. Calmi o impazienti. Magari fosse tutta qui la differenza. Nell’avere a disposizione del tempo, anche minimo, per acquistare tutto ciò che serve e anche qualcosa di superfluo da mettere in dispensa e nel frigo. E dividerlo con chi trovi a casa.

Invece no. C’è chi, quella condivisione del pasto, può farla diventare un inferno. E anche molto di più.

Presentando un conto sempre più salato da far pagare a mogli e figli. Troppo per chiunque. Meritato da nessuno.

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