È stata la sconfitta della Seconda Repubblica. È stata la vendetta della Prima. Raffigurata in maniera plastica nell’espressione di disappunto scolpita nel volto del Capo dello Stato quando ha dovuto annunciare all’Italia che i ragazzini non riuscivano a mettersi d’accordo. E che era costretto a suonare la fine della ricreazione chiamando Mario Draghi. Perché – se non se n’erano accorti – gli italiani stanno morendo di Covid, i negozi stanno chiudendo, tra poco finiscono i soldi per la cassa integrazione e finisce il blocco dei licenziamenti.
La designazione di Mario Draghi è una sconfitta della II Repubblica, incapace di trovare una sintesi.
E’ la vendetta della Prima, che viene a mettere ordine dove i ragazzini viziati non sono stati in grado.
È il fallimento del M5S: nemmeno il lontano ricordo delle promesse con cui ha raggirato i suoi elettori; in tre anni zero streaming, gente che non campa con duemila euro, una rassegna di incapacità spesso imbarazzante, che non è ridicola solo perché il Paese sta naufragando. L’unica cosa buona che hanno fatto è tagliarsi i posti: di loro nessuno sentirà la mancanza.
È il fallimento della nuova Lega, Sovranista ed anti europeista. Che si salva solo grazie alla sterzata al centro imposta da gente come Giorgetti e Ottaviani, capaci di farsi ascoltare da un Matteo Salvini capace di ascoltare.
È il trionfo di Renzi in versione iconoclasta, con furia distruttrice ha fatto a pezzi il centrosinistra, preparando il terreno ad un suo movimento in pieno stile macroniano. Come in Francia dove Macron in 6 mesi è diventato presidente.
Non è finita. Occorreranno i numeri. Potrà accadere di tutto. Anche un governo come in Germania, di Grosse Koalition, con Lega e Pd assieme. Comunque vada è una rivoluzione. Fatta da Sergio Mattarella stanco dei ragazzini.
Uno della I Repubblica.